Tennis Italiano: dagli inizi al grande successo
Per molti appassionati il tennis è uno sport di nicchia, che ha saputo conquistare negli anni un pubblico sempre più ampio, soprattutto in Italia. A livello mondiale è praticato agonisticamente da centinaia di milioni di persone, pronte a vivere in prima persona la grande competizione del gioco. Ma ovviamente non può mancare la grande attenzione rivolta ai match che mettono in sfida i migliori campioni e campionesse del mondo. E tra loro spiccano anche tanti italiani da qualche anno!
Si tratta di un dato molto interessante, visto che sono pochi i Paesi che possono vantare tennisti di alto livello nel ranking mondiale. Ma come è nata la passione per questo sport nel nostro Paese? Lo scopriremo di seguito!
Le origini del tennis in Italia
Nel 2021, al termine del Roland Garros il giornalista sportivo Matthew Futterman fece notare che molti italiani sono diventati protagonisti del tennis maschile. Inspiegabilmente, ha anche aggiunto! Ma dietro alla “misera coincidenza”, c’è uno sport che sta crescendo moltissimo, portando giovani talenti ad avvicinarsi a questa disciplina. E dall’altra parte ci sono anche tantissimi appassionati pronti a scegliere i siti scommesse sul tennis per piazzare la propria scommessa online e seguire i principali eventi sportivi.
La grande svolta del tennis è arrivata attorno agli anni Settanta, con nomi del calibro di Adriano Panatta, Corrado Barazzutti e Paolo Bertolucci.
- Panatta è in assoluto tra i migliori tennisti di sempre, con 10 tornei del circuito maggiore in singolare vinti su 26 finali disputate, oltre a 18 titoli in doppio su 29 finali;
- Barazzutti è diventato un allenatore di tennis dopo essere stato il numero 7 del mondo;
- Bertolucci, attualmente un commentatore tv, è noto con il nome di “braccio d’oro” per il suo talento tennistico che gli ha permesso di vincere sei titoli nel circuito maggiore in singolare.
Il duro colpo del 2000
Il momento più basso? Sicuramente il 2000, quando il tennis italiano ha perso il suo posto di prestigio in Coppa Davis, trovandosi retrocesso in una sorta di Serie B della celebre competizione a squadre delle Nazionali.
La nazionale riuscì a riconquistare il suo posto nel “gruppo mondiale” nel 2011, anno in cui si affermò il famoso Fabio Fognini, considerato ad oggi uno dei tennisti italiani più forti di sempre. Ad oggi proprio Fognini è uno dei punti fermi di questo sport, insieme a Sinner, Berrettini e Musetti, oltre a Francesca Schiavone e Flavia Pennetta.
Il ruolo della Federazione italiana
Per molto tempo la gestione dei nuovi talenti emergenti è stata lasciata un po’ al “caso”. Come ha spiegato l’ex campionessa Laura Golarsa, non sono mai mancati i talenti, ma mancava un percorso formativo che permettesse loro di poter crescere in modo costante. La Federazione si trovava a investire solo su due ragazzi per volta, che venivano poi lanciati in pasto alle grandi competizioni. Queste forti lacune hanno poi permesso di migliorare l’intero concetto formativo tennistico, per poter poi lavorare su percorsi più completi.
Al tempo stesso si è cercato di aprire le porte al pubblico, offrendo (dal 2008) il canale televisivo “SuperTennis” per trasmettere partite e competizioni che gli appassionati potevano seguire anche in replica. In questo modo il pubblico non solo si è avvicinato a questo sport, ma ha anche imparato ad affezionarsi in modo completo.
Nel 2015 è stato fatto un investimento importante, investendo sulla presenza di centri di allenamento su scala nazionale. Così anche i più giovani, dai bambini ai ragazzi, potevano iniziare a frequentare e scoprire questo sport. Tale atteggiamento è quello che continua a dominare nel nostro Paese, poiché è anche considerato il modo migliore per scoprire giovani appassionati e appassionate con del potenziale.
Attualmente la Federazione ha osservatori su ogni provincia, così da scovare e segnalare i giovani da convocare a raduni periodici, pronti a scoprire talenti che potrebbero riservare sorprese per il futuro del tennis italiano.