“Parole di parità”, un sondaggio sul sessismo e gli stereotipi di genere tra i giovani
WeWorld, l’organizzazione italiana, ha presentato il sondaggio “Parole di parità – Come contrastare il sessismo nel linguaggio per abbattere gli stereotipi di genere” in occasione dell’8 marzo, la Giornata Internazionale della Donna. Il sondaggio, condotto tra gennaio e febbraio 2023 nei propri centri e progetti educativi in Italia, ha analizzato l’uso sessista del linguaggio tra i bambini, le bambine e gli adolescenti, fornendo raccomandazioni per contrastare la violenza verbale e il sessismo. Il sondaggio ha rilevato che il maschile universale è la formula più utilizzata, anche quando si fa riferimento a un gruppo a maggioranza femminile, e che le donne sono maggiormente associate a casa, famiglia e figli, mentre gli uomini al lavoro. Il sondaggio dimostra che le sfumature linguistiche che sembrano innocue possono portare a pregiudizi e discriminazioni.
Il potere delle parole
WeWorld sostiene che curare il linguaggio e la sua espressione è il primo passo per combattere gli stereotipi di genere e la violenza che ne deriva. Tuttavia, per raggiungere questo traguardo, è necessario prendere coscienza di tutte le sfumature linguistiche che possono portare a pregiudizi e discriminazioni. Le parole sono uno strumento prezioso per fare la differenza e contribuire alla quotidianità e all’eliminazione del sessismo che alimenta la cultura patriarcale alla base della discriminazione di genere e della violenza. Il linguaggio può essere un mezzo semplice e immediato per abbattere gli stereotipi di genere, ma è necessario il coinvolgimento politico, sociale, scolastico, familiare e dei media per ottenere risultati a lungo termine.
Dati del sondaggio
Il sondaggio di WeWorld ha rivelato che anche tra gli adolescenti, il maschile universale è la formula più utilizzata, indipendentemente dal fatto che si riferiscano a un gruppo a maggioranza femminile. Più di un intervistato su tre dice “Ciao a tutti”, ma il maschile universale è preferito dai maschi (43%) rispetto alle femmine (29%). Inoltre, più di sei intervistati su dieci credono che il mestiere del vigile del fuoco sia un lavoro prettamente maschile, mentre solo il 3% dei ragazzi e il 4% delle ragazze associano la parola “Presidente” a una donna, contro il 43% e il 51% degli uomini. Il sondaggio ha anche rivelato che meno di due intervistati su dieci declinano sempre le professioni al femminile.
Promuovere un linguaggio non sessista
Da anni, WeWorld conduce azioni di advocacy e sensibilizzazione per attivare un cambiamento culturale con lo scopo non solo di promuovere società più eque e paritarie, ma anche di contrastare quei fenomeni, come la violenza maschile contro le donne, che derivano pure da stereotipi di genere radicati nella nostra cultura e a cui non sono immuni nemmeno le donne. WeWorld ha affermato che la violenza di genere assume forme subdole, insinuandosi in comportamenti apparentemente innocui e in stereotipi inconsapevoli, anche nelle parole. Affrontare il tema della violenza verbale rappresenta un primo passo fondamentale nel percorso di demolizione degli stereotipi di genere di stampo culturale e di contrasto alla violenza maschile contro le donne. Promuovere anche tra i banchi di scuola la parità di genere permetterebbe di agire sul fronte della prevenzione e del contrasto alle discriminazioni di genere che spesso sfociano in violenza.