Ospedale di Saronno, M5s: “Non ci stiamo: la sanità pubblica, senza se e senza ma, è una cosa seria”
SARONNO – Riceviamo e pubblichiamo la nota di M5s Saronno in merito all’ultima seduta del consiglio comunale e alla discussione sulla mozione sull’ospedale.
Alla mozione sulla sanità e l’ospedale di Saronno, presentata a prima firma Giuseppe Calderazzo con Luca Amadio, Luca Davide, Cristiana Dho e Lorenzo Puzziferri, i consiglieri comunali di maggioranza rispondono con “un emendamento” che recita nell’introduzione: “I Consiglieri firmatari propongono al Consiglio Comunale di emendare la mozione con …”
Ora spieghiamo ai cittadini di cosa si stia realmente parlando. Il tema in discussione riguarda la mozione sulla Sanità e l’ospedale di Saronno, spazzata via totalmente da quello che è stato definito “emendamento” ma che in realtà annulla l’intero testo originale sostituendolo in modo completamente diverso e soprattutto più “comodo e consono” alle dinamiche amministrative alle quali siamo ormai abituati.
Calderazzo e gli altri firmatari presentano una mozione con richiesta (più volte ripetuta nei comma che riportavano perfino ad alcuni passaggi della nostra Costituzione) di attenzione e salvaguardia della Sanità pubblica, nell’interesse dei cittadini tutti e delle fasce più deboli in particolare, per ritrovarsi invece, con un abile gioco di illusionismo, una diversa mozione (e qui l’illusione che si tratti di un emendamento) che rimpiazza le richieste iniziali e le sostituisce con un inchino di ringraziamento a Regione Lombardia che ci regala aiuti ( insufficienti) per il nostro ospedale e una bella prospettiva di accettazione di Sanità privata, edulcorata da richieste alla Regione da parte di questa amministrazione che sono sempre le stesse e vanno sempre nella stessa direzione.
Un lungo testo di “un unico emendamento” nel quale mai, e sottolineiamo mai, viene evidenziato un seppur minimo riferimento alla sanità pubblica che nel testo “spazzato via” abilmente rappresentava il fondamento imprescindibile per una vera battaglia al servizio della comunità.
Ora lasciamo che siano i cittadini a riflettere su quanto riteniamo dovesse essere evidenziato, affinché abbiano consapevolezza che non sono le parole come “fascismo, mafia, terrorismo” pronunciate (orribilmente) da un primocittadino quello che più ci deve preoccupare, ma le azioni che ci aspetteremmo venissero messe in atto con maggiore coraggio e più chiarezza in difesa dei cittadini e dei loro bisogni, da un’amministrazione che invece appare sempre più debole e assente dalla realtà cittadina.
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