Campione d’Italia: dalla chiusura, alla riapertura nel 2022 fino ad oggi. Gli ultimi aggiornamenti
![Campione d’Italia: dalla chiusura, alla riapertura nel 2022 fino ad oggi. Gli ultimi aggiornamenti](https://ilsaronno.it/images/images/2023/07/pgp-Campione_dItalia_view.jpg)
C’è un luogo che geograficamente parlando non apparterrebbe al nostro Paese, ma che politicamente, invece, è totalmente italiano: parliamo dell’exclave svizzero di Campione d’Italia. No, nessuno ha vinto lo scudetto, è proprio il nome del paese che, cartina alla mano, si trova al di là dei confini della Svizzera con l’Italia, ma che fa parte della giurisdizione nostrana. Un luogo famoso sia per motivi culturali, con la splendida Chiesa di Santa Maria dei Ghirli al primo posto, sia per motivi legati al gioco, dato che ospita uno dei 4 casinò terrestri del Belpaese, ospitante sale enormi e una buona gamma di giochi (roulette, carte, slot ecc). Del resto di enclavi ed exclavi sparsi per il mondo ne esistono tanti. Per rimanere nell’ambito del nostro Paese, ce n’è uno in Sardegna che in realtà appartiene a Genova e alla Liguria: parliamo dell’Isola di Carloforte, molto famosa per motivi turistici, enogastronomici e cinematografici, dato che su quelle terre è stata girata la serie TV l’Isola di Pietro con Gianni Morandi. Ma tornando a Campione d’Italia, è molto particolare proprio la storia del suo casinò, travagliata e costellata di chiusure e riaperture in pompa magna.
Campione d’Italia: all’inizio lo scopo era militare
Tutto iniziò nel Novecento, quando nel territorio italiano in Svizzera si decise di costruire un edificio che permettesse all’esercito di poter nascondere le diverse attività di spionaggio portate avanti nel corso della Prima Guerra Mondiale. Siamo nel 1917 quando viene inaugurato ufficialmente il casinò Campione d’Italia. All’apparenza una normalissima sala per il gioco, che nascondeva però la preparazione delle più importanti operazioni militari. L’architetto incaricato per la costruzione fu Amerigo Marazzi, aiutato da Girolamo Romeo, che realizzò tutte le decorazioni interne. Che lo scopo fosse dapprima militare e poi di svago lo si capì ben presto, quando la sala venne chiusa immediatamente dopo la fine del primo conflitto globale: siamo nel luglio del 1919.
La grande riapertura del 1933 e il fallimento del 2018
Nel marzo del 1933 il casinò Campione d’Italia, ristrutturato e tirato a nuovo, riaprì i battenti oltre un decennio dopo, salvo, stavolta, rimanere aperto per molto più tempo. Presto divenne tappa obbligatoria di grandi personalità dello scenario politico, economico e dello spettacolo italiano, specialmente per quelle che arrivavano da Milano. Il palazzo, ospitante numerose sale da gioco, due ristoranti e una sala adibita alle sole feste con vista mozzafiato sul Lago di Lugano, si sviluppa su nove piani e ospita giochi come Blackjack, Poker, Roulette Francese, Caribbean e, dagli Anni ‘70, slot machine come quelle di Las Vegas.
La portata del casinò raggiunse picchi di circa 5mila visitatori solo nel weekend, divenendo presto la sala terrestre più visitata d’Italia. Dunque, dati alla mano, è difficile credere che questo casinò sia riuscito a fallire nel 2018, dopo tutte le serate organizzate, anche con eventi RAI trasmessi in diretta TV, i tanti clienti e la fama a livello nazionale. Eppure è andata così. Nel luglio del 2018, il Tribunale di Campione d’Italia ha chiesto la chiusura per fallimento dell’edificio. Sembra che i conti del casinò fossero in rosso, specialmente a causa di alcune recenti scelte imprenditoriali sciagurate del board e con la bancarotta inevitabile. Se a tali problematiche, poi, ci si aggiunge l’avvento dell’online, che ha fatto migrare numerosi utenti sul gioco a distanza, tutti i nodi della crisi del casinò vengono al pettine. Oltre 600 persone rimasero senza lavoro, un numero particolarmente alto se pensiamo che il comune ospita 2000 anime: praticamente un terzo della popolazione venne licenziato, con un impatto economico devastante.
La riapertura del 2021 e il record di incassi del 2022
Ma il lieto fine stavolta c’è, in quanto nel giugno del 2021, il casinò di Campione d’Italia ha avuto l’autorizzazione a riprendere la propria attività, data la sentenza del Tribunale di Como, che ha definito “illegittima” la precedente chiusura imposta per bancarotta. Sentenza che è stata ribadita anche dalla Corte di Cassazione, che ha dato il via definitivo alla ripresa delle attività nell’edificio dell’exclave italiano in Svizzera. La riapertura reale c’è stata solo nel gennaio del 2022, quando vennero riaperte le porte del casinò, nel frattempo modernizzato anche dal punto di vista tecnologico.
I numeri del primo anno sono stati da capogiro a livello di incassi, mai così alti nella storia dell’impresa italo-svizzera: parliamo di oltre 220 mila visite a fronte di guadagni netti per 42 milioni di euro, che hanno fatto sì che il debito rimanente fosse definitivamente appianato nel giro di un solo anno. Nonostante una massiccia presenza di moderne sale virtuali raggiungibili consultando la lista aggiornata dei Casinò Italiani, nel 2023 le prospettive sono ancora più rosee, specialmente pensando alla ripresa del turismo di massa e con la riapertura dopo 5 anni del salone delle feste del casinò, che ha ospitato come primo evento quello del capodanno 2023.
(foto da wikipedia)