Amianto in casa: come riconoscere i rischi e proteggersi
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Nonostante siano trascorsi oltre 30 anni da quando in Italia è stata promulgata una legge che ha vietato l’utilizzo dell’amianto per qualsiasi scopo in quanto sostanza cancerogena, il rischio di averlo in casa è ancora attuale. Vediamo come accorgersi dell’eventuale presenza di questo materiale nella propria abitazione e quali sono le operazioni da fare per procedere alla bonifica nel pieno rispetto delle normative vigenti.
Il problema dell’amianto nelle vecchie abitazioni
Nel 1992 in Italia è stato ufficializzato, con apposita legge, il divieto di utilizzo l’amianto per scopi edili e per qualsiasi altro settore in quanto studi scientifici hanno dimostrato come se inalato nei polmoni, può comportare danni gravissimi nel medio e lungo periodo. Purtroppo se pure siamo passati oltre 30 anni da quella legge, il rischio di avere in casa amianto è quanto mai concreto, soprattutto se si risiede in una struttura edile realizzata prima del 1992.
In Italia, infatti, sono ancora tantissime le case edificate prima di questa data per cui l’amianto può essere presente nell’intercapedine delle pareti perimetrali, nella realizzazione della canna fumaria oppure nei tetti. Il rischio concreto è quello di imbattersi in un elemento di amianto le cui polveri, se inalate nei polmoni, comportano gravi problemi di salute.
Dunque, chi sta per effettuare un intervento di ristrutturazione per migliorare la propria abitazione dal punto di vista estetico e del comfort è bene che sia consapevole di questo rischio. Il primo consiglio è quello di rivolgersi per i lavori ad una ditta specializzata (in Nord Italia, MBA Ambientepotrebbe essere una soluzione) che sia in grado di gestire questo rischio e sappia comportarsi nel caso in cui si trovi davanti a un elemento in amianto.
Tornando ai rischi per la salute, è stato dimostrato che le fibre di questo materiale possono causare tumori soprattutto del polmone e mesoteliomi ossia una particolare tipologia di tumore che colpisce prettamente le cellule che costituiscono il mesotelio che sarebbe lo strato che avvolge la parte esterna della pleura e del peritoneo.
Come proteggersi dall’amianto
Per evitare rischi per la propria salute è indispensabile evitare il rilascio nell’aria di queste fibre di amianto; in particolare possono sgretolarsi e quindi dà luogo a polveri sottili. Questo significa che il rischio aumenta con la friabilità di questo materiale. Per capire quanto si possa essere esposti, è sufficiente pensare che per rilasciare delle polveri sottili basta una semplice pressione delle dita, ad esempio, sul rivestimento delle tubazioni comprese le canne fumarie che solitamente si realizzava in passato in amianto. Diciamo, inoltre, che se l’amianto è ancora molto compatto il rischio è minore.
Queste valutazioni ovviamente devono vanno fatte da un esperto del settore il quale, durante la prova, deve proteggersi con mascherine e altri dispositivi così come evidenziato dalle normative.
Una volta stabilito che in casa ci siano delle parti ancora in amianto che possono riguardare qualsiasi zona compresa la pavimentazione, è indispensabile procedere con l’opera di bonifica.
La bonifica dell’amianto
Scoprire la presenza di un elemento di amianto in casa è abbastanza semplice perché, innanzitutto, su queste lastre è apposto il classico marchio della ditta Eternit che ne ha prodotto la stragrande maggioranza in Italia.
La consistenza e il colore sono diversi rispetto ad altri materiali edili per cui un occhio allenato può individuarlo facilmente. Inoltre, è necessario un sopralluogo tecnico con un esperto del settore il quale successivamente dovrà occuparsi della bonifica dell’amianto così come previsto dalle normative vigenti.
La bonifica può riguardare tanti elementi della casa, comprese le vasche eventualmente presenti nella zona esterna, i vasi di espansione per gli impianti di riscaldamento, i vecchi pannelli che un tempo si utilizzavano per la costruzione prefabbricata oppure gronde, fioriere in cemento di amianto e finanche i comignoli.
Come fare nel dettaglio
Una volta stabilita la presenza dell’amianto si può procedere essenzialmente con due opzioni: lasciare l’amianto dov’è con appositi accorgimenti oppure eliminarlo.
La prima tecnica è quella dell’incapsulamento dell’amianto che viene presa in considerazione nel caso in cui la lastra è abbastanza compatta e poco friabile. In pratica, si realizza, con dei prodotti impregnanti, una vera e propria barriera che penetra nell’amianto impedendo così alle fibre di potersi disperdere nell’aria. Inoltre, è indispensabile anche effettuare il cosiddetto confinamento in presenza di lastre di cemento di amianto.
Oltre all’utilizzo di possibili prodotti impregnanti, si aggiunge anche un’altra copertura che può essere realizzata in diversi modi con l’obiettivo finale di ottenere un involucro a tenuta stagna per impedire il contatto fisico, anche voluto, con le persone che vivono in un ambiente.
La seconda opzione che va valutata da un tecnico qualificato, è quella della rimozione delle lastre in amianto.
Ovviamente questa va considerata se non c’è possibilità di garantire con il confinamento e l’incapsulamento zero rischi per la salute. Siccome c’è comunque uno stato avanzato di degrado del prodotto, bisogna procedere con tecniche particolari e con l’utilizzo di dispositivi di protezione personale che mettono al riparo gli operatori da qualsiasi rischio. Il prodotto recuperato viene poi smaltito presso siti specializzati. Una volta effettuata la bonifica la casa diventa finalmente un ambiente salubre privo di alcun rischio sotto questo punto di vista.