Casa Pound a Saronno. Tensione con i Telos
SARONNO – Domenica pomeriggio blindata per la città degli amaretti che ha accolto così il gazebo degli attivisti di Casa Pound.
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“E’ la seconda volta che veniamo a Saronno – spiega il portavoce varesino Gabriele Bardelli – la prima volta è stata due anni fa. Siamo venuti per presentare il nostro programma che non sempre trova spazio a livello mediatico. Abbiamo un candidato al Senato in Lombardia 2 e siamo qui per parlare con la gente che molto più dei politici vive la realtà e sa quali sono i problemi e come si possono affrontare”.
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Gli attivisti sono arrivati poco dopo le 15 e hanno allestito il proprio gazebo in Corso Italia all’angolo con via San Giuseppe. Diversi i saronnesi che si sono fermati a chiedere informazioni incuriositi anche dalla presenza dei mezzi delle forze dell’ordine, carabinieri e polizia, che hanno presidiato tutto il viale pedonale da piazza Libertà a piazza San Francesco.
Alle 16,30 sono arrivati dai portici di corso Italia una quindicina di ragazzi del centro sociale Telos con due bandiere nere con la scritta antifascisti. Ne è nato un vivace scambio di battute con gli attivisti di Casa Pound subito circondati dagli uomini del battaglione dei carabinieri con gli scudi. Un confronto che si è concluso in pochi minuti con l’ultimo slogan da parte dei ragazzi del Telos “non vi vogliamo a Saronno”.
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“Eravamo consapevoli che potesse succedere – conclude Bardelli – ma certo non sono episodi che possono fermarci. Qualcuno ha deciso che oggi avrebbe voluto impegnare il proprio tempo venendo a contestare il nostro diritto a stare in piazza. E’ un fatto residuale, il concetto che si basa sull’anti. Sul voler proibire qualcosa a qualcuno. Noi ai censori rispondiamo il nulla. Siamo in piazza e continuaiamo ad esserci ed anzi dopo la contestazione sono arrivate ancora più persone”.
Ecco le dichiarazioni di Gabriele Bardelli
Qualche ora dopo il blitz è arrivata anche una nota firmata “anarchici e anarchiche del Saronnese” in cui con una punta d’ironia parlano dell’improvvisato “comitato di benvenuto” con “cori e affettuosi appellativi”.