L’europarlamentare Comi cerca una soluzione per i balneari
SARONNO – “La battaglia che ho intrapreso in difesa dei balneari continua e non verrà mai meno. La risoluzione della questione, l’ho auspicata in aula, è che il commissario Barnier faccia un gioco di squadra con il governo italiano per risolvere il problema. Ma naturalmente spetta al governo muoversi. E’ necessario pertanto riaprire un dialogo a livello nazionale con le associazioni di categoria e in sede Ue per superare gli ostacoli che finora hanno impedito di arrivare a una soluzione definitiva”.
Lo comunica l’europarlamentare saronnese del Pdl Lara Comi.
“Ancora questa settimana, nella seduta plenaria di Strasburgo – sottolinea Comi – sono intervenuta sul tema balneari in occasione dell’adozione di una risoluzione, in materia di mercato interno dei servizi, presentata dal relatore Anna Maria Corazza Bildt. E ho ribadito che all’interno degli Stati membri vi sono alcune realtà sottoposte all’applicazione rigida della direttiva servizi che difficilmente apporteranno un valore aggiunto al mercato europeo. E ho fatto esplicitamente riferimento alle concessioni demaniali marittime italiane che si troverebbero a dover rispettare le rigide regole della concorrenza, sebbene sia un settore assai limitato, tipico e rappresentativo dell’Italia. E ho pertanto chiesto, per lo specifico caso, un bilanciamento effettivo degli interessi in gioco per verificare il potenziale reale di beneficio che se ne acquisirebbe dall’applicazione rigida della direttiva, in termini di posti di lavoro, benessere e crescita economica”.
“Recentemente, insieme ad altri europarlamentari – aggiunge Comi – ho promosso l’iniziativa di una lettera inviata ministro per gli Affari Europei, Enzo Moavero Milanesi, nella quale si è chiesta una soluzione all’annosa questione delle concessioni demaniali. E precedentemente, con alcuni deputati della Delegazione italiana, ho incontrato il commissario al Mercato interno, Michel Barnier, il quale ha accolto favorevolmente l’invito rivoltogli a incontrare le associazioni di categoria in occasione di una sua prossima visita in Italia. Da parte mia continuerò a cercare ogni strada possibile affinché coloro i quali da anni gestiscono uno stabilimento balneare possano proseguire la propria attività e rappresentate così il made in Italy. Soprattutto in un periodo cosi difficile, bisogna essere chiari. E non risponderò alle false accuse di qualche balneare che pensa più alla propria visibilità che mettersi al tavolo e risolvere i problemi. La soluzione non si trova con insulti ‘ad personam’ ma con un dialogo costruttivo e proficuo tra le parti”.
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Commenti
Sono d’accordo sulla tutela delle nostre aziende balneari che costituiscono la tipicità italiana .Vero è che vanno riformati, rivisti i canoni demaniali e adeguati all’ubicazione del bagno, alla capienza , alle strutture … investimenti etc . Per l’accesso al mare , per legge, ogni stabilimento balneare è obbligato a concederlo a chiunque : quindi l’accesso è libero come libera è la permanenza sulla battigia , non sulla spiaggia attrezzata .
Bene Comi … forza avanti
BRAVAAAAAA : QUESTI SONO I POLTICI DI CUI ABBIAMO BISOGNO . SEI TUTTI NOI
io tra l’altro chiederei ai vostri conoscenti per quale motivo vanno al mare in Corsica, Croazia, Grecia, Tunisia (tra i posti più vicini) dove non esistono stabilimenti balneari……
fra tutte le cose che ho sentito, quella assolutamente ridicola è il fatto che con gli stabilimenti balneari “de noialtri” i sacri confini sarebbero più sicuri….sento riecheggiare un “li respingeremo sul bagnasciuga” (non mi pare che di notte o fuori stagione essi siano sorvegliati)….poi per logica si vuole mettere all’asta le ex-caserme e le spiagge no???
In Italia non bisogna stupirsi di niente: l’unico paese in cui un partito che si dice liberale, di fatto va contro la riforma fatta da un liberale (Bolkestein) a livello europeo (sulla quale si può essere o non essere d’accordo, ma questa è un’altra storia). Di fatto a cose ingessate, si continuerà ad avere una lobby che controlla l’accesso al mare.
Tale accesso allora, facciamolo controllare da LOBBY STRANIERE preferisci , come anonimo i russi 🙂
Si, se i russi pagano di piu’, rispettano le leggi italiane e si rinnova la concessione ogni 5 anni anziche’ 99 come fino ad oggi. Vogliamo o no modernizzarci?
Ancora una volta il PDL si dimostra il partito dei monopoli e delle lobbie:
1) frequenze radiotelevisive
2) farmacisti
3) avvocati e notai (tariffario minimo imposto per legge)
4) tassisti
e ora delle spiagge del demanio che si tramandano di padre in figlio come del resto fare l’uscere del senato o il notaio.
Questa e’ l’Italia ingessata che volete!!!
Non stupiamoci se qualcuno non ha capito che con le aste le multinazionali cinesi, russe, sudamericane , francesi .. faranno –terra bruciata -delle nostre spiagge , mantenendo le loro incontaminate –vacanze alternative per pochi .
Non stupiamoci se quest’ultime , avendo un potenza economica consistente , “trinceranno” la partecipazione all’asta delle imprese italiane , la stragrande maggioranza , a conduzione familiare .
Non stupiamoci se non avremo mai spiagge totalmente libere , necessitando anche di un controllo oltre che salvaguardia delle coste .
Non stupiamoci se c‘è chi considera la tutela delle nostre coste ( tutela ambientale e di sicurezza nazionale ) una battaglia di destra , quando è e deve essere una battaglia di tutti per tutti .
Non stupiamoci
Le spiagge sono beni comuni e quindi di tutti noi cittadini. Né l’attuale regime di concessioni (spesso letteralmente regalate: vedasi inchieste da Report e Presadiretta), nè la Direttiva Bolkestein (cui Attac si oppose con successo a livello europeo sin dalla sua prima “edizione”, ) all’insegna della liberalizzazione selvaggia, sono la soluzione. Si dovrebbe invece ragionare, da parte di tutti i soggetti impegnati (onorevole Comi inclusa), su come “ripubblicizzare di fatto” le nostre spiagge, un po’ come stiamo facendo con l’acqua bene comune, sia sui territori sia con l’aggiornamento della Legge di Iniziativa Popolare alla luce del vincente esito referendario del 2011.
Il governo ITALIANO ha dato in concessione parte delle nostre spiagge con canoni che sono , assolutamente da rivalutare . Il governo ITALIANO ha preso un impegno scritto con le aziende a conduzione familiare ; per onorare tale impegno non può 1- mentire alla categoria promettendo proroghe di 99 o 30 anni contrarie alle indicazioni europee 2- approvare senza accorgersene una direttiva europea che lede i diritti delle sue imprese 3- permettere aste incontrollate ad altissimo rischio non solo per la sopravvivenza delle imprese ma della sicurezza dei nostri litorali ( potenze straniere gestiscono direttamente le coste??!!) Se ci fossero state (Attac) opposizioni di successo non saremmo qui a parlarne!
Le associazioni di categoria non hanno e non fanno il loro dovere ; ovviamente c’è chi rema contro avendo stipulato accordi “stranieri” sottobanco.
In sintesi : sono perfettamente d’accordo con la battaglia , innescata da anni, dell’On Comi che ( stimo molto per il suo impegno e per la sua serietà e concretezza) richiama il nostro GOVERNO ( e sindacati, come leggo, fin dal 2010 http://www.fibaconfesercenti.com/news.asp?news_id=64) sue responsabilità : andare in Europa e trattare !!!!!!Un discorso parallelo è la promozione delle nostre spiagge ( detto dall’on Comi correttamente Made in Italy) promozione che c’è ma che risente oltre che della forte concorrenza straniera e di tour operator d’assalto, della precarietà in cui sono oggi le imprese balnari: non investono, non sanno quali solo le loro aspettative di vita.
On Comi , mi corregga se sbaglio : è quanto mi è stato spiegato dal titolare dello stabilimento balneare in cui ho trascorso alcuni giorni di vacanza .
La Direttiva Bolkestein, è una Direttiva capestro per le imprese balneari , le cui concessioni dal primo gennaio 2016 dovranno essere messa all’asta!!! Le aggravanti sono riferite all’incoscienza dello Stato italiano che ha accettato la Direttiva senza rendersi conto che all’asta possono partecipare multinazionali straniere che hanno imponenti capitali . Quindi : “vendiamo “ anche le nostre spiagge ?
Se così è ,condivido la sua battaglia ; il governo si presenti un UE con idee e proposte chiare , se vuole salvare un settore chiave della nostra economia fatta di piccole e medie imprese.
…avessimo il mare a Saronno, forse riuscirei a sentire tutti questi belati che non vedono l’ora di raggiungere le spiagge! Questo è solo effetto transumanza: è l’avvicinarsi dell’autunno!
si confermo è proprio così!
CONGRATULAZIONI SINCERE .
finalmente ho capito cosa è l’iniziativa sulle spiagge: lasciare tutto come è, in modo che chi gode delle ricche concessioni demaniali delle spiagge (leggi stabilimenti) possa continuare a farlo, contrariamente a una direttiva europea sulla liberalizzazione dei servizi. Non stupiamoci poi se gli europei (e non solo loro) che non devono pagare balzelli per godere del mare, preferiscono altri lidi.
Insomma liberalizzazioni al contrario, tra l’altro contro la filosofia della destra europea