Dal Paraguay al Sandalo per raccontare la storia dello zuccherificio solidale
L’incontro tra il direttore generale Andres Gonzalez Aguilera e la responsabile progetti l’agrario Natalia Celeste Nequi con alcuni componenti del direttivo del Sandalo ha permesso di avere aggiornamenti sulla attività di questa organizzazione che raccoglie 1.800 piccoli coltivatori di canna da zucchero, di cui 940 certificati bio, con una ricaduta su 25.000 persone del distretto Arroyos y Esteros.
Il Sandalo, nel suo piccolo, con una campagna di raccolta fondi, anni fa ha contribuito economicamente all’acquisto di nuove gru in metallo per il carico dei carri per il trasporto dei materiali dalla campagna alla fabbrica di produzione (allora di un proprietario “speculatore” esterno).
La notizia più importante era quella di sapere la situazione del nuovo impianto di raffinazione di proprietà diretta della Cooperativa, installato tra il 2011 ed il 2014 anche con il contributo finanziario e tecnologico di partners europei del Fair Trade.
Dopo anni di sacrifici, la cooperativa ha completato la costruzione del proprio impianto di trasformazione, lo zuccherificio. Per la prima volta nella storia del Paraguay i coltivatori di zucchero sono ora anche proprietari dell’azienda che lo trasforma.
È stato un intento ambizioso, che ha incontrato molti ostacoli sul suo cammino: i soci hanno ipotecato le proprie terre, si sono messi in gioco, hanno deciso di avere il controllo completo del proprio lavoro. L’esigenza di tale investimento è stata necessaria per il fatto che lo zuccherificio che precedentemente veniva affittato era sottodimensionato rispetto alla capacità produttiva di Manduvirà e soprattutto condizionava negativamente la disponibilità di prodotto ed costi sia di trasporto che di trasformazione.
Anche Altromercato ha fortemente sostenuto questo progetto e grazie alla campagna di raccolta fondi Sosteniamo Manduvirà ha contribuito a trovare i finanziamenti per oltre € 22.000 grazie al sostegno di molte Botteghe del Mondo italiane, aziende e consumatori. Il direttore Andrès Gonzalez ha quindi sottolineato l’importanza di questa realizzazione, che a molti sembrava una folle utopia, che ha permesso all’impresa di essere più competitiva e di garantire migliori condizioni di vita a una comunità di 25.000 persone.
Giorgio Pozzi