25 aprile, Guzzetti spiega la ricorrenza ai bimbi, con la botanica
UBOLDO – “Presentando ai bambini di quinta elementare l’altro giorno la giornata e il significato del 25 aprile, davanti al monumento dei Caduti di tutte le guerre, ho spiegato loro attraverso la simbologia delle piante cosa esprime questa data per la nostra Italia. Non è una lezione di botanica quella che ho fatto a loro, ma è stato il modo più semplice per raccontare in maniera diversa del perché ogni anno ci ritroviamo il 25 aprile a celebrare questa giornata speciale”.
Inizia così la riflessione del sindaco Lorenzo Guzzetti condivisa su Facebook in merito al 25 aprile.
Ho spiegato a loro che la nostra Italia è come una di queste piante alte, rigogliose, energiche che affondano le loro radici nella terra e da lì traggono linfa e vigore per poter vivere e per continuare a dare frutti. Il 25 aprile 1945 è una di quelle radici sulle quali poggiamo il nostro essere nazione, il nostro essere italiani. Da quella radice i frutti che abbiamo raccolto sono stati tanti, in primis la nostra Costituzione, la perfetta sintesi tra due mondi culturali e sociali che ricostruirono insieme l’Italia.
Ma sono anche altri i frutti che abbiamo raccolto in tutti questi anni. Abbiamo raccolto la ferma condanna a tutti i tipi di guerre, lo stare “dalla parte giusta” del mondo che ci ha consentito quel boom economico che negli anni 50 e 60 ha contagiato tutto il nostro popolo.
Abbiamo ottenuto da questa meravigliosa pianta l’appartenere all’Unione Europea, che per volontà dei padri doveva rappresentare la massima vetta della fratellanza e della pacificazione dopo due tremende guerre mondiali che avevano non solo diviso i popoli ma che, come in Italia, avevano fatto uccidere i propri fratelli. Ma i frutti più belli che abbiamo ricevuto in dono e che dopo 71 anni sono qui ancora da rimirare sono la libertà e la democrazia.
Grazie a quel 25 aprile possono esistere e convivere insieme più culture, più popoli, più storie, più punti di vista e tutti godono dei medesimi diritti di libertà e cittadinanza dentro a una comunità, dentro a un nazione dentro alla società. Come ogni pianta, però, se non curata e periodicamente sistemata, il rischio è quello di vederla fare sempre meno frutti e avere sempre meno energia.
Guardiamoci qui, questa mattina. Contiamoci. Non è forse ora, dopo 71 anni, di dare nuova linfa ed energia a questo nostro vivere insieme? In questi giorni il nostro Parlamento sta ultimando l’iter di approvazione delle riforme alla Carta Costituzionale che saranno poi oggetto di referendum nel prossimo autunno. La Costituzione è proprio la radice di tutte le radici, è il fulcro da cui trae vita una comunità.
Forse sì, è ora di dare nuova energia a questo fulcro. Non facciamoci cogliere impreparati né restiamo a guardare a questa nuova sfida. Servirà coraggio, certo. Come ogni volta che dobbiamo cambiare qualcosa nella nostra vita. Ma sarà forse necessario trovare questo coraggio. Lo stesso coraggio che ebbero i nostri padri costituenti, lo stesso coraggio che ebbero i tanti italiani che si opposero a una guerra fratricida e cruenta prima del 25 aprile 1945.
Lo stesso coraggio che hanno tanti di noi, tutti i giorni, nel cadere, sbagliare, fare degli errori ma rialzarsi più forti e decisi di prima. Non facciamoci spaventare dal cambiamento, ma affrontiamolo a testa alta.
Abbiamo una grande occasione per rinforzare ancora di più quelle radici per fare in modo che la pianta della nostra Italia possa crescere sempre di più rigogliosa e forte continuando a regalarci frutti unici e meravigliosi degni di questo popolo che sono gli italiani.
E che Dio benedica sempre l’Italia.
26042016