Uboldo, il sindaco assicura: “L’asilo è e resta comunale”
UBOLDO – “Sono contento dell’ultimo consiglio comunale perchè è emersa la verità sull’asilo nido Aquilone”. Così il sindaco uboldese Lorenzo Guzzetti.
Il primo cittadino entra nel dettaglio: “Vado per punti: l’asilo è e resta comunale. Semplicemente visto che ormai il numero di insegnanti ancora comunali è ridottissimo abbiamo pensato, complice anche il nuovo sistema previsto da “La buona scuola” che vede il nido come l’inizio del percorso formativo della persona, di mettere a bando e dare in gestione il nido. Se siamo arrivati a questa scelta obbligata è per via delle leggi che dal 2011 in poi ci hanno impedito di sostituire il personale per non sforare il tetto di spesa sul personale”. Prosegue Guzzetti: “C’è una verità storica da far emergere: visto che il nido oggi perde 130 mila euro all’anno che il Comune “rabbocca”, 27 euro a famiglia, un punto di addizionale all’anno! E quando lo abbiamo ereditato ne perdeva molti di più potevamo, tra il 2010 e il 2012 decidere di dismettere il nido e venderlo, soprattutto perchè il nostro Comune era indebitato e aveva un bilancio disastrato. Quella mossa sarebbe stata una boccata d’ossigeno. Decidemmo di non farlo e oggi devo ringraziare pubblicamente Ercole Galli e Marco Mazzuccato che mi convinsero di quella scelta, scelta che non mi trovava d’accordo. Infatti oggi è merito loro e non mio se possiamo tenerci il nido dandolo in gestione”.
Ancora Guzzetti: “Se tra il 2010 e il 2012 avessimo venduto il nido avremmo licenziato le persone e con due anni di mobilità sarebbero state tutte a piedi e senza lavoro. Invece in questo modo abbiamo garantito il pensionamento a chi probabilmente difficilmente avrebbe potuto ricollocarsi ormai vicino all’età pensionabile e per competenze e titoli ormai “fuori tempo” e abbiamo garantito a chi è restato un ricollocamento negli uffici comunali dove c’è sempre un gran bisogno; sempre complice le leggi dello Stato. Mi chiedo infine dov’erano quelli che oggi si accorgono di quelle leggi e si rendono conto che è circa otto anni che la strada tracciata era quella. Potevano svegliarsi prima anche se le risposte sarebbero state le medesime. Ma fare interrogazioni pretestuose indica semplicemente la volontà di iniziare troppo presto la campagna elettorale. Come fu per il cimitero dove chi parla oggi lasciò il sottoscritto con un posto libero. Oggi se diventa lui sindaco gliene lascio 400… Ancora una volta alle illazioni e alle sciocchezze da social rispondiamo con i fatti, i risultati, i numeri”.
01022018