Sede fittizia in Usa, affari veri in Italia: società di marketing evade oltre 2 milioni di euro
SARONNO – Sembrava un normale controllo all’uscita dell’autostrada ma, quando i finanzieri, della compagnia di Saronno guidata dal capitano Adriano Celentano, hanno trovato nel portabagagli documentazione cartacea e digitale riferita ad imprese nazionali ed estere hanno approfondito le indagini arrivando a trovare 2 milioni di operazioni non dichiarate al Fisco italiano.
Esaminando il carteggio acquisito, infatti, i finanzieri hanno riscontrato che parte dei documenti riguardava una società estera con sede dichiarata nello stato del Delaware negli Stati Uniti. L’azienda si occupa di consulenza strategica, finanziaria e di marketing. L’esame della documentazione, abbinato alla consultazione del patrimonio informativo delle banche dati e all’esecuzione di mirate attività investigative – ha permesso alle fiamme gialle di appurare che la società statunitense era solo virtualmente residente all’estero ma in realtà aveva la sede dell’amministrazione, ovvero gli uffici di direzione effettiva in Italia, in una zona centrale di Milano ed un’unità secondaria nella provincia di Varese, luoghi in cui venivano assunte le decisioni chiave di natura commerciale, gestionale e finanziaria per fare impresa sul territorio nazionale.
La ricostruzione della posizione fiscale della società esterovestita, eseguita anche con le risultanze delle indagini finanziarie, ha permesso di accertare un ammontare di operazioni non dichiarate al fisco italiano di oltre 2 milioni di euro e una corrispondente Iva evasa di circa 500 mila euro più la denuncia di tre soggetti all’autorità giudiziaria.
Gli approfondimenti sulla natura delle operazioni effettuate sul territorio nazionale da parte della società virtualmente estera, hanno evidenziato che l’impresa svolgeva attività di consulenza strategica, finanziaria e di marketing, attraverso operazioni di bartering, consistenti nell’acquisizione di spazi pubblicitari da note emittenti televisive, per l’esecuzione di pubblicità sul territorio dello Stato, il cui pagamento a cura delle committenti imprese nazionali veniva eseguito in parte facendo ricorso ai normali canali bancari ed in parte in natura con il baratto della merce pubblicizzata.
Sulla base di tutti gli elementi raccolti, le operazioni commerciali poste in essere dalla società sull’intero territorio dovranno quindi essere tassate in Italia e assoggettate anche all’imposta sul valore aggiunto.