Oggi l’addio a Gabriele Rossi, saronnese esempio di dignità e impegno
SARONNO – Si terranno oggi pomeriggio alle 15 al Santuario della Beata Vergine dei Miracoli i funerali del 61enne Gabriele Rossi storico volto dello scoutismo e del volontariato saronnese.
Tanti gli amici e i conoscenti che in queste ore si sono stretti intorno alla famiglia a partire dalle sorelle. Ecco il ricordo di alcuni saronnesi.
Ricordo degli scout
Gabriele Rossi per anni si è impegnato come educatore nel gruppo scout Agesci Saronno 1. Persona dotata di grande generosità e spirito di servizio che ha saputo declinare anche al di fuori dell’associazione nella vita professionale e personale. Nella sua vita si è impegnato anche in altre realtà sociali: ne “Il sandalo – commercio equo e solidale” fin dalla sua fondazione rimanendo attivo volontario e professionalmente nel reinserimento sociale delle persone sottoposte a pene detentive (sfruttando le sue competenze e i suoi studi).
Davvero possiamo dire che nella sua vita ha saputo sempre fare del suo meglio restandone sempre fedele interprete della legge scout in particolar modo dell’articolo 3 (si rendono utili ed aiutano gli altri).
Ricordo dell’amico Marco Strada
Gabriele, oltre che essersi sempre speso come educatore scout facendo fede alla sua “promessa”, si era laureato in legge, amava l’Irlanda, la Scozia, la poesia e la sua bicicletta. I tagli della spesa pubblica fatti negli ultimi due decenni gli avevano tagliato le gambe impedendogli di continuare a mettere a disposizione delle istituzioni locali (comune di Milano e provincia di Varese) quell’impegno a tutela dei diritti dei minori che era il pane della sua vita. Si fece in quattro per provare a rimettersi in gioco e trovare comunque il modo di mettere a disposizione degli altri le sue competenze ma non ci fu verso. Trovò soltanto e per brevi periodi alcune occasioni di impiego non esattamente attinenti al suo campo che seppe svolgere con i consueti serietà e impegno nonostante lo sconforto si facesse più forte aprendo la strada alla malattia. Lo ha infatti consumato a poco a poco una forma di invecchiamento precoce che forse covava dentro ma di sicuro lo ha trovato più indifeso aggredendolo fino a renderlo incapace di fare qualsiasi cosa. Una cosa straziante, da non crederci. Nella cattiva sorte ha avuto la fortuna di avere due sorelle che lo hanno curato e coccolato in casa negli ultimi anni non facendogli mancare niente. Lo hanno perfino fatto viaggiare riportandolo nei luoghi dove era stato e che amava (l’Irlanda, la Scozia, l’Elba…) prima che la sua mente fosse risucchiata del tutto nel vuoto. Lo conoscevo da una vita, eravamo cresciuti nella stessa via, e gli ho voluto bene. Credo che di questi tempi al mondo non ci siano solo le vittime del lavoro ma anche quelle del “non lavoro”, più nascoste e difficili da scoprire ma non per questo meno tragiche.
Gabriele sta proprio nelle file di questi ultimi e la sua storia va raccontata non solo in quanto esempio di dignità di fronte al lavoro ma anche in memoria di tutte le quelle altre vite spezzate da un sistema economico spietato capace di metterti da parte e farti sentire inutile facendoti precipitare in un abisso senza fine. Gabriele era un eterno ragazzo allegro, mite e buono ma soprattutto aveva, come tanti della sua generazione, un’attenzione speciale per gli ultimi e la passione dei giusti: va ricordato così.
20082018
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Commenti
Non si può trascurare anche il tempo e l’impegno che Gabriele ha dedicato ad un bel gruppo di “genitori di Scout”, ne è stato promotore ed animatore facilitando la loro partecipazione, senza mai interferire, alle attività e al cammino educativo dei ragazzi. Grazie Gabriele! Sei stato prezioso!