Saronno, un progetto di educazione alla parità per i piccoli delle elementari
SARONNO – Riceviamo e pubblichiamo la nota di Patrizia Danieli Commissaria Pari Opportunità in merito ad un progetto attivato nelle scuole cittadine.
Il comune di Saronno, tramite l’assessorato alla Cultura e l’assessorato all’istruzione, ha offerto un’opportunità a insegnanti, famiglie, bambine e bambine delle scuole primarie dei tre istituti comprensivi. Si tratta del progetto Impari a scuola, (www.impariascuola.it) dell’agenzia di formazione milanese Afol Metropolitana.
Nato nel 2010, sulla spinta delle allora consigliere di parità di Monza e Brianza e di Milano, a distanza di più di 10 anni, vede oggi una rosa di istituzioni scolastiche che hanno aderito alla preziosa proposta di Afol Metropolitana (tra le quali le scuole di Seregno, Limbiate, Cesano, Monza, Pioltello, Milano e molte altre).
E’ importante sottolineare che l’Italia, proprio nel 2010 è stata annoverata da un organismo Onu tra i paesi sprovvisti di strumenti di educazione alla parità nel campo dell’istruzione e le ricerche di soli cinque anni fa sui libri di testo confermano immagini e narrazioni stereotipate e sessiste. E’ proprio dal 2010 che sono nate delle proposte strutturate per costruire un ponte tra il mondo accademico e le istituzioni scolastiche, senza dimenticare di creare una rete anche con le prime agenzie di socializzazione: le famiglie, culle di valori nella crescita di bambini e bambine.
Queste proposte in Italia sono ancora poche, si contano sulle dita di una mano, ma uno di questi progetti di eccellenza è senza dubbio Impari a scuola.
Ciò che spinge a formarsi alla parità di genere non è solo l’indicazione istituzionale (le indicazioni appaiono nel documento La Buona Scuola, 2015) ma la certezza che l’educazione è l’unico veicolo possibile per creare una cultura del benessere: un benessere che si possa tradurre nella vita di ogni giorno lontano da pensieri e pratiche violente. In occasione dell’otto marzo occorre ricordare i dati legati al gap salariale tra uomini e donne, alla scarsissima presenza di uomini nelle professioni di cura e nell’insegnamento, almeno fino alla scuola secondaria di primo grado. Ogni dato è segno di una mentalità dura a morire, figlia di una tradizione centenaria che ha visto uomini e donne divisi nel lavoro retribuito (nello spazio pubblico) e non retribuito (nelle case). Pensiamo dunque, ora, ai nostri figli e alle nostre figlie. Cambiare la mentalità significa chiederci cosa possiamo fare per aumentare i “campi di pensabilità” dei bambini e delle bambine, per fornire modelli virtuosi, esempi che permettano a loro di progettare un futuro, di immaginarsi, da grandi, presenti in molti più campi della vita sociale rispetto alla generazione chi li precede: la nostra generazione infatti, ci mostra dati migliori rispetto al passato, ma non sufficienti a essere modello di parità.
Tra gli esperti e le esperte che si occuperanno della formazione per insegnanti e famiglie, c’è Barbara Mapelli, saggista e pedagogista che ha collaborato con istituzioni europee, nazionali e locali, è stata consulente al Ministero Pari Opportunità. Ha insegnato Pedagogia delle differenze di genere, alla Facoltà di Scienze della Formazione, Università di Milano Bicocca.
Al progetto hanno scelto di aderire insegnanti di classi quinte che appartengono a due istituti comprensivi saronnesi, (I.C. Leonardo Da Vinci e I.C. Ignoto Militi). La partecipazione è su base volontaria. Questo è un punto fondamentale dell’iniziativa; riconoscere l’importanza di lavorare, formarsi e pensare alla parità è un elemento importante per creare una comunità attenta alla valorizzazione e al rispetto delle differenze. Forse è il primo passo poiché le donne sono metà del genere umano. Educazione alla parità è prevenire violenza, bullismo; è scardinare meccanismi legati ai pregiudizi, poiché “nella storia, i mutamenti fondamentali nelle società non emergono dai dettami dei governanti, né dal risultato delle battaglie, ma dal fatto che una gran quantità di persone cambiano il loro modo di vedere le cose, a volte anche solo un poco” (Willis Harman).
La responsabilità dell’educazione di bambini e bambine è della comunità. In questo appare lungimirante, la scelta dell’amministrazione comunale, di offrire un progetto volto alla parità: una strada, sicuramente una delle strade più preziose, per fare cittadinanza e democrazia.
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Commenti
Mi spiace. L’opportunità è stata offerta a tutte le insegnanti( e gli insegnanti sebbene c’è ne siano pochi) delle scuole primarie di saronno. Tra l’altro il progetto prevede anche degli incontri con le famiglie proprio perché introdurre il tema e fornire strumenti ai genitori, anche per questo è prezioso!
Mi spiace. L’offerta è stata data a tutte le maestre e i maestri (quei pochi che ci sono..e non è un caso!) di tutte le scuole primarie di Saronno. Tra l’altro il progetto prevede non solo incontri con le insegnanti ma anche con le famiglie. È proprio un progetto prezioso..
A scuola di mio figlio vengono fatte quotidianamente differenze tra maschi e femmine. In maniera pesante e pedante.
-le bambine possono andare in bagno insieme, i bambini no.
-le bambine possono giocare in giardino i bambini no
– alle bambine nei giochi sportivi si perdona qualsiasi errore, ai bambini no.
-se una marachella la fa un bambino viene punito, se la fa una bambina no.
Ogni santo giorno.
Ma naturalmente le maestre non parteciperanno a questi incontri.