Calderazzo presenta la mozione sul Ddl autonomia che “ha confuso il Pd”
SARONNO – Riceviamo e pubblichiamo la nota di Giuseppe Calderazzo di presentazione della mozione contro il Ddl Autonomia di Caldiroli. Una mozione presentata ad ottobre ma che è arrivata in consiglio comunale solo a fine marzo.
Le ragioni per cui si chiede un voto favorevole alla mozione sono di ordine politico ma anche sostanziali, in quanto questo disegno di legge è contrario all’interesse nazionale, poiché incoraggia la frammentazione delle competenze e dei divari economico-sociali tra le Regioni. Tutti noi sappiamo che esiste una relazione e interdipendenza tra tutti i territori italiani, tali per cui il Paese cresce o arretra insieme. Di questo aspetto il decreto non tiene minimamente conto e, anzi, prefigura diseguaglianza e disparità di trattamento tra cittadini italiani, a seconda di dove si trovi la loro residenza, se in Veneto o in Puglia, in Piemonte o in Campania, e così via.
Ogni materia di autonomia differenziata comporterà necessariamente una sottrazione di ingenti risorse finanziarie alla collettività nazionale e la disarticolazione, in alcuni casi, di servizi e infrastrutture logistiche, come nel caso di porti, degli aeroporti, di strade di grande comunicazione, di reti di distribuzione di energia, l’Istruzione, la Sanità Pubblica, che per loro natura non possono che avere una struttura unitaria; tutto ciò provocherebbe delle grosse disfunzioni. Queste sono materie da maneggiare con estrema cura e attenzione coinvolgendo gli attori sociali, economici e territoriali e non affrontandoli con la superficialità che sta dimostrando in questo momento il Governo. Da come, quanto e cosa si insegna ai nostri ragazzi dipende l’identità culturale del nostro Paese. Al pari, le scelte sulle modalità di produrre energia devono rimanere fuori dal perimetro di un governatore regionale; ricordiamo tutti il tormentato iter del Price Cap europeo che ha sottolineato la necessità di una decisione corale e sovranazionale. Eppure in un contesto che tende a erodere dall’imperium nazionale valutazioni un tempo interne, questo disegno di legge guarda con nostalgia al feudalesimo medievale, rievocandolo. Molte Regioni e moltissimi Sindaci, sia del sud che del nord Italia, stanno manifestando contrarietà all’impostazione di questa norma ritenendo che se questa scelta di devoluzione si realizzasse sarebbe potenzialmente a rischio l’unità giuridica, economica e sociale della Repubblica con enormi complicazioni nel governo delle singole materie in danno dell’uguaglianza dei cittadini, delle imprese e delle Pubbliche Amministrazioni.
La frammentazione, come metodo di governo, l’abbiamo purtroppo già sperimentata negativamente con la sanità nel periodo della pandemia, dove ogni Regione procedeva per proprio conto, spesso a tentoni. Vogliamo forse vedere queste forme di frammentazione anche per l’istruzione? Per le professioni? Per i rapporti internazionali? Per la sicurezza sul lavoro? Per la ricerca scientifica e tecnologica? Per il governo del territorio? Per la previdenza e l’assistenza Sociale? Per la giustizia? Per la tutela dell’ambiente e dell’ecosistema e dei beni culturali? Noi no, questo non lo vogliamo vedere. L’ANCI Nazionale, ha espresso forti ed argomentate riserve su molti aspetti del disegno di legge Calderoli sottolineando che le disposizioni degli artt. 4, 5 e 6 del disegno di legge delineano un decentramento amministrativo dallo Stato alle Regioni andando a ledere l’art. 118 della Costituzione che assegna ai Comuni la titolarità della funzione amministrativa. Insomma, altro che sussidiarietà! Qui si parla di vero e proprio centralismo regionale. Da qui la richiesta di ANCI affinché la previsione dell’art. 116 sull’autonomia differenziata sia attuata nel rispetto e in sintonia degli artt. 114, 117, 118 e 119 della Costituzione, e cioè nel pieno rispetto dell’autonomia e delle prerogative costituzionali dei Comuni e delle Città Metropolitane. Inoltre, da più parti, si fa rilevare come l’art. 117 della Costituzione includa la determinazione dei LEP, Livelli Essenziali delle Prestazioni, concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, e che siano tra le materie di legislazione esclusiva dello Stato. Lasciare la determinazione dei LEP, come fa il disegno di legge Calderoli, a dati di normativa secondaria come DPCM con totale esclusione del Parlamento salvo che per la mera espressione di un parere, lascia spazio a profili di incostituzionalità della norma che includono anche la legge di bilancio nella parte in cui è regolato il solo procedimento per la loro determinazione e non la determinazione stessa. Questo salto dalla legge al DPCM comporta altresì uno slittamento della forma di governo, non più centrata sul Parlamento, in ragione dell’elezione popolare, ma sul premier e sul suo governo, che in una confusione di atti, cabine di regia, conferenze e commissari ad acta, spogliano gli eletti dal popolo di compiti incedibili.
Così facendo si aggira l’art. 94 Cost., in quanto il premier godrebbe di fatto di un’investitura popolare che gli darebbe il potere di scartare il Parlamento e agire in solitudine, rimanendo i suoi atti intoccabili anche dalla Corte Costituzionale. Infine, la garanzia dei Lep è la promessa di un Arlecchino che sa di mentire: non un euro, infatti, è previsto per finanziare il minimo sindacale dei diritti messi in campo, compromettendo, così, la funzione garantistica dei Lep, incapaci a ridurre i divari territoriali mancando la sabbia per riempire le voragini. Queste sono alcune delle ragioni, in sintesi, per cui auspico che il Consiglio comunale di Saronno si esprima favorevolmente al voto per questa mozione auspicando che non solo questo Consiglio comunale, ma anche molti altri si possano esprimere in tal senso.
Lascia un commento
Commenti
Gran dispendio di energie, chissà che fatica. Risultato della mozione:1 voto a favore, il suo
Quindi il DPCM non va bene se si tratta di non mandare soldi a pioggia alle Regioni specialiste del magna magna mentre andava bene quando lo usava il governo Conte per chiudere la gente in casa durante il Covid e ridurre la gente in povertà bollando chi andava in giro come untore? Ma fateci il piacere
A ri-commento inutile a fronte di una mozione inutile, visto che a livello comunale serve gestire una citta’, non disquisire del sesso degli angeli.
Se ne faccia una ragione se l’e’ cantata e suonata da solo, 1 voto il suo. Ne tragga suggeimento per il futuro cosi non fa perdere templo in C.C.
Probabilmente questo sarà apice della sua “carriera” politica…capisco ci tenga a celebrarlo…
Mozione inguardabile, neppure da presentare
Peccato che nessuno l’abbia votata, neppure Obiettivo Saronno
Pur di andare contro il sindaco obsar vota laqualunque. Sulla tua mozione sono pure usciti, Calderazzo. Ho detto tutto
Da gente che ha partorito idee come reddito e superbonus, fa ridere anche il solo pensiero che vogliano dire ancora la loro