Arrestato l’assassino di Mozzate, il movente è la gelosia
Fin dalle prime ore i sospetti degli inquirenti si sono diretti verso la tesi del delitto passionale e la posizione dell’uomo con un alibi fornito dal datore di lavoro, accusato ora di favoreggiamento, è subita parsa sospetta. Raggiunto domenica mattina dai cronisti il 29enne ha finto di non sapere nulla dell’accaduto ma non ha evitato un duro commento sull’ex convivente: “Mi tradiva con mio cugino poco più che ventenne che per me era come un fratello, e poi se n’era andata – ha dichiarato davanti ai microfoni spianati – Voleva rifarsi una vita e invece ha trovato la morte”.
La 35enne era nata a Garbagnate ma si era presto trasferita a Rimini dove aveva vissuto fino a pochi mesi fa quando, forse proprio a seguito di una nuova relazione, aveva deciso di trasferirsi a Mozzate da alcuni parenti per cercare di rifarsi una vita.
L’ex compagno però l’ha cercata: sabato serata è arrivato in auto da Rimini alla stazione di Mozzate. Nascondendosi con un ombrello allo sguardo delle telecamere l’ha attesa nel sottopassaggio e poi l’ha presa da dietro. L’ha accoltellata più volte alla schiena all’altezza dell’addome e mentre la donna si accasciava a terra ferita a morte ha iniziato la sua fuga. E’ tornato a Rimini e si è accordato con il proprio datore di lavoro in modo che gli fornisse un alibi e quindi è tornato a casa.
Il 29enne ha collaborato con gli inquirenti fornendo molte informazioni sull’ex compagna ma le tante incongruenze tra le sue dichiarazioni hanno portato gli inquirenti comaschi e di Rimini a sospettare di lui. E’ stato fermato domenica sera e dopo qualche ora d’interrogatorio ha confessato ammettendo le proprie responsabilità.
03032014