Che differenza c’è tra un sensore e una sonda
Quando si parla di sonde si fa riferimento a interruttori che, nel momento in cui entrano in contatto con una superficie, producono un segnale ripetibile e accurato. In virtù di tale caratteristica, esse sono in grado di garantire dei dati geometrici. Si usano le sonde, in un processo produttivo, per sfruttare la loro capacità di elaborare dati, affinché possa essere assicurata la conformità dei pezzi in funzione delle specifiche desiderate. Il livello di accuratezza è garantito entro limiti di deviazione da un campione standard accettabile; la ripetibilità è sinonimo di precisione, per ciò che concerne l’esecuzione e le prestazioni.
I sensori
Esistono diverse tipologie di sensori: i sensori di corrente, i sensori acustici, i sensori di vibrazione, gli estensimetri e i sensori di temperatura, giusto per citare alcuni dei più noti. Indicati anche con il nome di trasduttori, sono dispositivi che hanno la capacità di rilevare i cambiamenti che si verificano nell’ambiente circostante e che rispondono tramite output su un sistema diverso. In pratica i sensori convertono un determinato fenomeno fisico in un segnale digitale o in una tensione analogica che può essere misurata. Il dato viene dunque trasmesso o convertito in un display che possa essere letto dagli utenti.
I sensori e la vita quotidiana
Anche se non lo sappiamo, i sensori fanno parte della nostra vita quotidiana in tanti oggetti che siamo abituati a usare. Un microfono, per esempio, non è altro che un sensore, e il suo compito è quello di convertire l’energia che caratterizza l’onda acustica in un segnale elettrico, il quale può essere riprodotto, registrato, trasmesso o amplificato. Anche il classico termometro a mercurio è a suo modo un sensore, in quanto il mercurio contenuto al suo interno ha una reazione lineare e coerente alle variazioni di temperatura.
Le tipologie di sensori più diffusi
La misurazione di molti fenomeni fisici al giorno d’oggi è affidata ai sensori: per esempio la misurazione del peso e del carico avviene attraverso le celle di carico, mentre la temperatura può essere misurata tramite i termoresistori, gli RTDs e le termocoppie. Le fotocamere sono munite di sensori che servono all’acquisizione di immagini continue e singole, mentre i trasduttori di tensione permettono di misurare i potenziali di alta tensione. Le misure di urti e vibrazioni vengono garantiti dagli accelerometri, mentre strain gauge e sensori LVDT servono rispettivamente per la misurazione della deformazione su un oggetto e della distanza di spostamento. Ancora, vale la pena di citare i sensori di GPS, sfruttati per conoscere la posizione attraverso il GPS, e i sensori digitali, che sono impiegati per misurazioni di posizione e codifiche lineari e rotative.
Che differenza c’è tra un sensore e una sonda
Che cosa cambia, dunque, tra un sensore e una sonda? Molto semplicemente, una sonda non è altro che un sensore che ha caratteristiche costruttive ed elettriche tali da consentire l’utilizzo in campo. Il ricco assortimento delle sonde include le sonde di bolle, quelle di umidità e temperatura, quelle di viscosità, quelle di pressione, quelle di densità, quelle di anidride carbonica e quelle di ossigeno. Uno dei marchi di riferimento in questo settore è Repcom, fornitore di sonde e sensori per l’industria di comprovata affidabilità.
Un esempio: le sonde di flusso liquidi
Le sonde di flusso liquidi si rendono necessarie in tutte quelle applicazioni che sono caratterizzate da processi in cui vengono trattati liquidi non contaminabili e puri o liquidi particolarmente aggressivi: si pensi, per esempio, all’industria chimica, al mondo del food, ai processi medicali e a quelli farmaceutici. In situazioni del genere c’è bisogno di misuratori di portata. In particolare, le sonde che sono dotate di tecnologia termica offrono la possibilità di misurare i microflussi, mentre le sonde ultrasonore consentono di misurare i flussi di entità più elevata. In ogni caso tutto questo avviene in maniera non invasiva, senza che ci sia contatto tra l’elemento sensibile e il liquido.
Le termocoppie
Nel novero dei sensori, e in particolare dei sensori di temperatura, vanno menzionate le termocoppie, che si fanno apprezzare per la loro affidabilità e per il loro costo ridotto. Il loro funzionamento si fonda sul cosiddetto effetto Seebeck, in virtù del quale si crea un potenziale di tensione ogni volta che due metalli differenti connessi l’uno con l’altro sono esposti alle estremità a variazioni di temperatura. Un isolamento potente si rende necessario per evitare le interferenze e i disturbi elettrici, quasi inevitabili vista l’uscita molto piccola millivolt e microvolt. Grazie all’isolamento è possibile prevenire le tensioni e impedire che intervengano nella catena del segnale; al tempo stesso è utile far sì che il sistema sia collocato il più possibile vicino al sensore.