Lara Comi: Interrogazione all’Europa sulla Giustizia italiana
“Nel penale – spiega Comi – il termine ragionevole si fa decorrere dall’acquisizione della qualità di imputato o dalla conoscenza legale della chiusura delle indagini. Nella realtà, però, già durante le indagini il cittadino può essere sottoposto a misura cautelare preventiva e da questo momento fino alla conclusione delle indagini o il rinvio a giudizio possono trascorrere anche anni. Eppure ogni persona ha diritto che la sua causa sia esaminata entro un termine ragionevole ai sensi dell’articolo 47 della carta dei Diritti fondamentali dell’Unione europea”.
“Il nostro Paese – prosegue Comi – è stato purtroppo condannato innumerevoli volte dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo per l’eccessiva lunghezza dei processi. La legge Pinto del 2001, di recente modificata, prevede infatti la possibilità di adire la Corte di Appello competente per ottenere un’equa riparazione in caso di violazione del termine ragionevole del procedimento che è di tre anni per il primo grado, due per il secondo e uno per l’ultimo grado di legittimità”.
“Come ha anche affermato il capo dello Stato – conclude Comi- la riforma della giustizia in Italia è necessaria. Siamo fuori tempo massimo. La sentenza pilota Torreggiani della Corte europea (gennaio 2013) ha dato tempo un anno all’Italia per risolvere il sovraffollamento carcerario, attuare misure alternative alla detenzione, velocizzare e semplificare i processi. Senza dimenticare la recente decisione della Commissione Ue di aprire una procedura d’infrazione contro l’Italia per i limiti posti alla responsabilità civile dei giudici nell’applicazione del diritto europeo”.
021013