Papà di un 19enne rapinato scrive al sindaco
E’ quanto successo ad un papà saronnese che ha scritto una lettera aperta al sindaco Luciano Porro, iniziando con una dettagliata descrizione dell’aggressione di cui è stato vittima il figlio: ”Stavamo parlando quando ho sentito delle voci concitate, sembravano nordafricani (li incrocio ogni sera, tornando a casa) e poi il telefono di mio figlio si è spento . Intuisco che è successo qualcosa, intuisco che probabilmente è stato aggredito: lo richiamo ma il suo telefono continua ad essere spento. Esco di corsa dall’ufficio per salire sul primo treno per Saronno: è un viaggio che faccio da più di 30 anni, ma pochissime altre volte l’ho fatto con tanta rabbia, preoccupazione e angoscia”.
Fortunatamente arriva una telefonata: ”Durante il viaggio un gentile sconosciuto mi chiama e mi informa che mio figlio è stato derubato del cellulare e dell’ipod, ma sta bene e sta tornando a casa”. Il ragazzo racconta poi al padre che “quattro giovani nordafricani lo hanno aggredito a spintoni e manate mentre parlava al telefono, derubandolo di cellulare ed ipod, ed al suo tentativo di difendersi e di reagire hanno cercato di colpirlo (senza riuscirci) e gli hanno sputato addosso”.
Dopo tutto l’iter, denuncia dai carabinieri e controlli al pronto soccorso, il padre del 19enne decide di scrivere al sindaco Porro: “L’aggressione è avvenuta alle 19,15 mentre tanta gente usciva dalla stazione per tornare alle proprie case ed alle proprie auto, ma nessuno ha mosso un dito per aiutare mio figlio”. “Addirittura – conclude – le prime persone a cui ha chiesto aiuto per telefonare se ne sono andate voltando il capo”. Dura la chiosa: ”Il centro della città di sera è diventato spettrale, non vissuto. Dopo le 19 c’è il coprifuoco: siamo stranieri a casa nostra. E perché la sicurezza dei cittadini deve essere oggetto di speculazione politica (destra vs sinistra, sinistra vs destra) e non un bene pubblico da tutelare?”.
29112013