Casa di Marta: “Con la cultura si fa vivere la città e si contrasta l’insicurezza”
SARONNO – Riceviamo e pubblichiamo integralmente il bilancio della fondazione Casa di Marta in merito al grande successo ottenuto dalla “Vergine delle Rocce del Borghetto” nella sua permanenza a Saronno.
Si è concluso domenica 8 Maggio l’evento artistico, promosso dalla Fondazione Casa di Marta Onlus, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale e la Comunità Pastorale, che ha visto esposto nella Chiesa di San Francesco il famoso dipinto della Vergine delle Rocce del Borghetto, attribuita a Francesco Melzi, allievo di Leonardo da Vinci.
L’evento, di altissimo livello culturale e artistico, è stato un successo sin dalla serata inaugurale del 22 Aprile, quando il Teatro di Saronno non è bastato ad ospitare le persone che sono accorse ad ascoltare l’intervento di Philippe Daverio.
Dal 23 Aprile all’8 Maggio oltre 10.000 saronnesi e non, hanno apprezzato il quadro esposto nella cappella di S. Antonio, all’interno della Chiesa di San Francesco, molti dei quali hanno potuto conoscere il dipinto e la sua storia grazie alle visite guidate gratuite, a cura del gruppo volontari che opera nell’ambito dell’iniziativa “Chiese Aperte”.
Durante tutte le giornate si è avuto un flusso continuo di persone che, organizzate in gruppi, hanno potuto accedere all’opera cinquecentesca .
Tantissimi anche gli studenti che hanno partecipato all’iniziativa: moltissime classi infatti, dalle scuole primarie alle superiori, sono riuscite a prenotare la visita garantendosi la presenza delle guide.
Degna di nota è stata anche la presenza di alcune personalità che si sono avvicinate al dipinto: Raffaella Ausenda, autrice del catalogo ufficiale, in occasione dell’inaugurazione ha raccontato il quadro svelandone gli aspetti più significativi; il duca Melzi d’Eril si è presentato senza preavviso incuriosito dall’evento; infine il Sindaco di Challans, in visita a Saronno, ha potuto apprezzare l’opera grazie ad una guida che, per l’occasione, lo ha presentato in lingua francese.
La quantità di persone non è stato l’unico successo dell’evento: l’iniziativa è stata la dimostrazione che Saronno è una città attiva, che in questo momento ha solo bisogno di essere rivitalizzata. Di fronte alla possibilità e alla curiosità di vedere un dipinto così importante, le persone non hanno esitato a mettersi in coda fuori dalla Chiesa e davvero tanti sono stati i ringraziamenti da parte dei visitatori per l’organizzazione dell’esposizione.
Promuovere cultura non è solo un modo per arricchire la città dal punto di vista artistico, ma si è dimostrato essere anche il modo migliore per dare vita alle strade e alle piazze: è stata un’opportunità di aggregazione e anche di contrasto ai problemi di sicurezza che sembrano affliggere i saronnesi.
Ma il grande successo dell’iniziativa è anche il successo della Casa di Marta, la Fondazione Onlus fondata da Enzo Volontè, e ormai prossima all’inaugurazione, in via Piave angolo via Petrarca: una “Casa” luogo dell’accoglienza, che saprà mettere al centro la persona nella sua complessità, i cui spazi saranno messi a disposizione per la realizzazione di finalità sociali e culturali, che si è presentata ai saronnesi anche come realtà capace di fare cultura e di proporre la bellezza alla città, perché, come scrisse Dostoevskij nell’Idiota, “La bellezza salverà il mondo”.
I ringraziamenti per quanto realizzato vanno prima di tutto alla Congregazione delle Suore Orsoline di San Carlo, proprietaria del dipinto, che gentilmente ha concesso l’opera; poi al gruppo di guide volontarie che hanno garantito le visite a ciclo continuo durante tutta la durata dell’evento e che hanno dato a tantissime persone la possibilità di apprezzare il quadro anche tramite il suo racconto.
Si ringrazia poi l’Ufficio Cultura del Comune e il Prevosto Don Armando, per la disponibilità e la preziosa collaborazione.
Un ringraziamento importante anche alla Associazione Nazionale Carabinieri in Congedo, che, affiancati dalla Protezione Civile, hanno garantito sicurezza e ordine nello svolgimento dell’evento; infine, ma di certo non meno importante, un ringraziamento a tutti gli sponsor che con il loro contributo hanno reso possibile l’esposizione della Vergine delle Rocce del Borghetto .
11052016
Lascia un commento
Commenti
Come mai chi “non ne può più” continua a nascondersi nell’anonimato? Si vergogna per quello che scrive?
Michela e Doma, anch’io non ne posso più di voi, se vi piacciono i clandestini potete andarvene con loro al loro paese, magari là sarete anche voi delle risorse.
Eh, ciitadino che non ne può più! Ha ragione Martina Burattii, un pò hai scocciato, è un anno che ripeti le stesse cose.
Quasi quasi non ne possiamo più nemmeno noi.
Cittadino che non ne può più, anche noi non ti sopportiamo più con le tue lagne, la banalità, le illazioni, i SE e i MAGARI da asilo nido.
Siamo in trepidante attesa dell’apertura della famigerata Casa di Marta, che immagino il prevosto e i simpatizzanti provvederanno a riempire di clandestini, dei quali magari qualcuno poi si rivelerà essere un criminale, e se siamo molto fortunati magari qualcun’altro si rivelerà un aspirante terrorista. Evviva, bravi!
Non date più un centesimo alla chiesa cattolica, alla caritas e alla casa di Marta!
Che ci sia fame di cultura lo dimostrano le code per il “pane” che le persone sono disposte a fare. Anche l’offerta non manca, ma molto va cercato e raggiunto, altro viene offerto al “supermercato”. Quale sia il reale bisogno, quale il giusto modo di alimentare ed alimentarsi non è poi così evidente e soprattutto non sembra sia sempre il vero interesse di chi offre. Persino sofisticate offerte come le conferenze di Daverio sembrano attirare sempre e comunque, come un prodotto di moda. Sono andata ad ascoltare Daverio, ho visitato tra i primi il quadro esposto, perché tutto “serve” ma soprattutto devo sapermi alimentare e saper digerire. Non ho avuto la fortuna di ascoltare la miglior guida, ho persino dubitato che avesse ascoltato Daverio: nessun accenno alla prospettiva aerea, molti accenni ai vangeli apocrifi .ecc. ..forse facendo un altro giro avrei raccolto altre informazioni … Come ho detto pubblicamente il 25 aprile: “L’arte non è solo da ammirare, non è solo da conoscere e tantomeno da consumare o usare, ma soprattutto l’arte è cultura e per la cultura bisogna faticare”. Fatica mentale, ovviamente, non fisica. Il fatto che fosse esposta in una chiesa vicino alla stazione ha facilitato. Liberi dalla fatica di andare a Milano, e pronti ad ascoltare la lezione di Daverio, quanti, a partire dagli organizzatori, hanno fatto la fatica mentale di capire quanto Leonardo abbia contribuito a cambiare la storia e non solo quella dell’arte ? Forse la cultura si costruisce a partire dalla storia perchè solo nella storia le cose acquistano valore. Niente è Bello in sé, perché non esiste la “Bellezza” ma la storia dell’ Arte. MI piacerebbe infine sapere se quei cafoni, ignoranti, che al discorso di don Armando sull’ accoglienza, hanno replicato dicendo che andranno a pescare piuttosto che a messa, se quei signori abbiano, per questa occasione, messo ancora piede in chiesa. Io penso di si, ma sono altrettanto sicura che neanche stando lì davanti alla Vergine quanto per una seduta di pesca abbiano potuto cogliere molto.
La cultura apre le menti…… Di questo ha bisogno Saronno in questo momento, tanta cultura. Speriamo che il messaggio venga recepito.
Evento molto caldo impegnativo da organizzare e da gestire. Un grazie a tutti
Grazie a tutti, gran bella iniziativa.