Città metropolitana, per Tu@Saronno “Lega ancorata al passato”
Inizia così un intervento della lista civica di opposizione Tu@Saronno sulla decisione della maggioranza leghista di rinunciare ad una eventuale affiliazione con Milano.
La decisione ha un carattere fortemente politico: la Lega, al di là di qualsiasi ragionamento di opportunità e di merito, vuole rimanere ancorata a quello che resta della propria egemonia nella natia provincia di Varese nella quale – parole del sindaco Fagioli – “finalmente contiamo come Busto e Varese”. Quali siano le basi di questa affermazione, a oggi, nessuno lo sa, soprattutto dopo che provincia e relativo capoluogo sono ora gestiti dal centrosinistra. Saronno sotto Varese, in ogni caso, è una scelta imposta nel 1927, in pieno Ventennio, durante il quale la città lasciò la provincia di Milano e venne designata come polo aggregativo del territorio, annettendo i comuni di Uboldo, Origgio e Gerenzano sotto la propria giurisdizione.
La realtà, però, è che Saronno è rimasta sempre ai confini dell’impero, incastrata tra quattro province e con gravissimi problemi legati alla gestione di tutte le politiche sovracomunali. Non solo: la città, oggi più che mai, guarda a Milano per le attività lavorative, le università, la cultura, gli spostamenti e ha rafforzato negli anni lo storico ruolo di polo essenziale per i collegamenti sul territorio. Oggi anche internazionali, grazie al passaggio del Malpensa Express. La Saronno del XXI secolo avrebbe tutte le qualità per diventare una vera e propria “porta di accesso” per Milano, che è diventata nel giro di pochi anni una delle città più interessanti e ambite dal turismo internazionale al punto da superare Roma per ricettività turistico alberghiera.
Ma Saronno non potrà cogliere appieno il traino di Milano e dovrà lasciare per strada pezzi importanti dell’indotto – in termini economici – che un rapporto più stretto con essa avrebbe potuto portare. Purtroppo, infatti, resterà fuori da qualsiasi tavolo della “Città metropolitana” e non verrà coinvolta nei progetti che la riguarderanno. Niente infrastrutture, niente opportunità di sviluppo lavorativo, niente inserimento in percorsi culturali, turistici, ambientali. Saronno guarderà a Varese mentre la più piccola e vicina Caronno Pertusella passerà sotto Milano. Lo scenario in cui Saronno, Caronno e Solaro (quasi 80 mila abitanti in totale) avrebbero potuto unirsi sotto la stessa provincia e diventare forti capofila per il resto del territorio circostante (meno di 30 mila abitanti) non si verificherà. Per noi è un’occasione persa, e con ogni probabilità irrimediabile per i prossimi cinquant’anni. Quali siano i piani della giunta per rendere grande Saronno sotto Varese (cosa che evidentemente non è stata possibile per 90 anni) non ci è dato di sapere, ma a questo punto non possiamo far altro che stare a vedere. Noi voteremo contro, il resto sarà storia. Una storia i cui autori ci sono già oggi ben noti.
28102016