4 novembre da Guzzetti 3 richiami e un pensiero ai terremotati
Nella Giornata in cui festeggiamo e onoriamo l’Unità Nazionale e le nostre Forze Armate il nostro pensiero grato si rivolge innanzitutto a tutti coloro che ogni giorno mettono in gioco la propria stessa vita per garantire a noi cittadini sicurezza, pace e libertà.
Queste tre parole garantiscono a tutti l’esperienza e l’espressione democratica nella nostra Italia e la possibilità di un confronto civile e costruttivo per un vivere armonioso.
Preparando questo discorso riflettevo proprio su questa parola: unità.
Festeggiamo l’unità d’Italia e quindi la possibilità per tutti noi italiani di convivere insieme in una terra meravigliosa. Essere Uniti significa darsi delle regole e proprio su queste regole saremo chiamati a esprimerci tra un mese nel referendum costituzionale ormai alle porte. Mi sembra la giornata giusta per fare 3 richiami e inviti a tutti per prepararci a questo appuntamento. Innanzitutto andiamo a votare.
La massima espressione democratica di libertà è proprio il voto e la nostra Unità Nazionale è stata pagata col prezzo del sangue di molti valorosi caduti nelle guerre che hanno segnato tragicamente la nostra storia. Per il rispetto che dobbiamo portare e mostrare a queste persone che si sono sacrificate per noi, l’andare a votare deve tornare ad essere un obbligo morale, un dovere civico, un sentimento comune.
E’ vero, la politica in molte sue espressioni non ha dato buona prova di se stessa, ma noi non dobbiamo scoraggiarci e dobbiamo continuare a perseguire il bene comune esercitando le prerogative che sono appunto state conquistate col sangue dei Caduti di tutte le guerre.
Il secondo richiamo e invito che vi rivolgo è quello di informarsi bene e di riflettere ancor meglio sulla scelta che siamo chiamati a fare.
Non lasciamoci trascinare nella lotta tra fazioni e personalismi e non presentiamoci alle urne pensando, bambinescamente, “di farla a qualcuno”. Il referendum costituzionale ci chiede innanzitutto di riflettere e rileggerci (o leggere per la prima volta…) la nostra Costituzione che è null’altro che la base delle regole del nostro vivere insieme.
Il voto, oltre che secondo coscienza, sia anche l’espressione di una consapevolezza.
Non possiamo far diventare questo voto il “Sì” o il “No” nei confronti di una persona.Ne perderemmo noi e tutta l’Italia.
Infine, e questo invito vale per il referendum ma anche per tutto il nostro vivere civile, dopo 20 anni in cui siamo stati costretti ad assistere a una costante delegittimazione l’uno dell’altro torniamo a pensare che la politica è la più alta forma di carità e che l’altro, anche se la pensa diversamente da me, è un bene per me.
E’ proprio perché esiste un’altra possibilità, un altro punto di vista, un’altra visione delle cose che si può crescere. Siamo in una fase in cui la politica non può più vivere di appartenenze o schieramenti estremi che si fronteggiano, ma occorre tornare a lavorare sul campo del confronto.
Lo scopo del “far politica” non può essere l’annientamento dell’altro ma deve essere la tensione al bene comune per dare al nostro popolo un Paese più bello dove vivere, lavorare e realizzare se stessi e la propria famiglia.
Infine ma non da ultimo, un pensiero commosso di fratellanza lo voglio inviare anche a tutti i nostri connazionali che vivono ormai dallo scorso 24 agosto dentro all’incubo costante del terremoto che squarcia e distrugge tante comunità e, purtroppo, anche molte meraviglie del nostro immenso patrimonio artistico.
Questi fratelli e sorelle, aiutati e supportati dalle nostre Forze Armate che stanno lavorando ormai senza sosta da due mesi in quelle zone, siano tutti compresi in un grande abbraccio di solidarietà, quella solidarietà che anche la nostra comunità tutta unita e compatta ha voluto dimostrare e che ci ha resi orgogliosi di essere uboldesi e italiani.
Che Dio possa sempre benedire noi, la nostra comunità e l’Italia.
Viva le nostre Forze Armate!
Viva l’Italia!
06112016