Esternalizzazione del nido comunale: la posizione di Uboldo Civica
UBOLDO – Riceviamo e pubblichiamo dichiarazione di voto letta dal consigliere comunale di Uboldo civica Enrico Testi, sulla proposta dell’Amministrazione di affidare a un soggetto privato la gestione dell’asilo nido comunale L’Aquilone, approvata nella seduta del 22 marzo. Uboldo Civica ha ribadito di essere contraria, e insieme a Progetto per Uboldo ha presentato un emendamento per mantenere attivi gli organi di partecipazioni di genitori, lavoratori e forze politiche alla vita dell’asilo, l’assemblea dei genitori e il comitato di gestione, adeguandone funzioni e composizione alla nuova modalità gestionale. L’emendamento è stato approvato all’unanimità: un successo per Uboldo Civica e Progetto per Uboldo, ma soprattutto per cittadini e famiglie.
Ecco il testo integrale
Premesso che Uboldo civica, per le ragioni già affrontate in Consiglio, rimane contraria all’ipotesi di esternalizzare la gestione dell’asilo nido comunale Aquilone, che ricordiamo essere parte dei servizi sociali di Uboldo.
Nella proposta di delibera, dopo la discussione generata a seguito dell’interrogazione congiunta presentata da Uboldo Civica e da Progetto per Uboldo, l’Amministrazione chiarisce una volta per tutte che la modifica gestionale del nido è una scelta politica, non legata ai costi del servizio in sé che rimangono e nemmeno legata alla problematica relativa la riorganizzazione del personale negli uffici, di cui qui non si parla più. Si legge infatti che l’Amministrazione ha deciso:
“Ritenuto di dover modificare la forma di gestione sostituendo quella diretta con la concessione a terzi che si ritiene essere uno strumento al passo con i nuovi orientamenti di gestione dei servizi pubblici”.
Si chiude pertanto una storia educativa con oltre quarant’anni di servizio considerato ottimo, per aprire una fase nuova e sostanzialmente nel solco della c.d. “Buona scuola” (questo è ciò che è stato presentato con tanto di slide), una riorganizzazione della scuola in generale che certamente non ha brillato.
Tuttavia, rispetto alla valutazione delle proposte inserite nel deliberato, non si possono eludere alcune buone intenzioni dell’amministrazione nelle c.d. «condizioni inderogabili», in particolare laddove si indica:
«Il Comune fisserà il livello massimo delle rette da pagarsi dagli utenti al concessionario; Il Comune detterà i criteri e i principi educativi che dovranno sovraintendere alla gestione».
Condizioni però, che dovranno necessariamente scontrarsi con le esigenze di chi avanzerà la proposta di gestione (soggetti di diritto privato) e con la realtà di gestione stessa.
A questo proposito è utile ricordare e considerare una delle problematiche che la Direzione Generale Famiglia e Solidarietà Sociale della Regione Lombardia richiamava già all’inizio di questi percorsi di esternalizzazione:
«Qualora, per le prestazioni dovute e specifiche dell’unità d’offerta, ci si avvalga di personale dipendente da soggetti terzi, particolare attenzione va riservata al fenomeno delle anomalie contrattuali e salariali che vigono per le diverse tipologie di lavoratori operanti presso la medesima unità di offerta».
Situazioni queste, aggiungiamo noi, che portano dritti al fenomeno del turn over continuo, pregiudicando la continuità didattica, estremamente importante per l’educazione dei bambini.
Infine, non possiamo che essere del tutto contrari, rispetto alla questione dipendenti di ruolo e loro ricollocazione in altri uffici o servizi.
Lo voglio dire, prima ancora che da Consigliere comunale, da lavoratore dipendente: non si può considerare una buona cosa il vedersi trasferiti nel luogo di lavoro e con conseguente cambio di mansioni, dopo che si è deciso nella vita di impegnarsi, magari anche attraverso percorsi di studio e con molti anni di esperienza, nel compito preziosissimo dell’educazione dei bambini nella prima infanzia. Non la si può considerare una libera scelta, laddove la contropartita proposta e raccontata è stata quella della perdita del lavoro”
01042018