Esposto alla Procura sulla Sessa, Fagioli: “Ho agito in modo responsabile”
SARONNO – Oltre alla Corte dei Conti anche la Procura di Busto Arsizio è stata chiamata a verificare la vicenda dei compensi anticorruzione e trasparenza della Sessa partecipata del Comune che gestisce parte del patrimonio di edilizia popolare.
A dare la notizia Franco Casali (Tu@Saronno) durante la discussione della mozione presentata dai consiglieri di minoranza di Pd, M5s e Tu@ che ha animato la seduta di giovedì del consiglio comunale.
La vicenda è nota. Nel luglio 2016 il cda ha assegnato i ruoli di responsabili della trasparenza e anticorruzione per far fronte a quanto previsto dalla normativa. Nella seduta del 13 settembre sono stati definiti i compensi: 2 mila euro lordi mensili per ciascun dei due incaricati. Dopo 9 mesi nella primavera scorsa il cda è stato revocato e gli incarichi dell’anticorruzione non sono più stati rinnovati. Sono stati di oltre 36 mila euro i compensi ai due incaricati. Una cifra considerevole se si considera i 140 mila euro di fatturato della società. Da qui la mobilitazione di Pd, Tu@Saronno e Movimento 5 stelle che, con una lunga e dettagliata mozione, hanno ricostruito l’accaduto e chiesto al primo cittadino Alessandro Fagioli di fare chiarezza sull’accaduto e intraprendere tutte le azioni del caso. Una posizione respinta dal sindaco che ha letto una lunga nota che ricostruisce la vicenda.
“Non appena sono venuto a conoscenza dei fatti, ho agito in maniera responsabile e prendendomi la responsabilità politica non riconfermando il precedente Cda. La società ha lasciato dei debiti, ma sarà compito del nuovo cda recuperare i quattrini”.
Durissime le repliche dell’opposizione con Franco Casali (Tu@Saronno) che ha rimarcato come gli esposti presentati a Corti dei Conti e Procura avrebbero dovuti essere fatti dall’Amministrazione, con Francesco Licata (Pd) che ha ricordato al sindaco i propri compiti di vigilanza sui cda nominati.
“E’ mancata la trasparenza – ha sottolineato Casali – non sono stati informati i cittadini, la vicenda è stata resa pubblica solo con il mio esposto”.
“Sono stati spesi soldi dell’Amministrazione per lavori che poi hanno dovuto essere fatti da altri – ha rincarato Nicola Gilardoni – E’ doveroso che il Comune faccia chiarezza”.
A favore della mozione anche i consiglieri indipendenti Francesco Banfi e Alfonso Indelicato che hanno sottolineato: “Si chiede solo di fare chiarezza: se è stato fatto tutto il necessario perchè non approvarla?”.
A chiudere il dibattito il capogruppo della Lega Angelo Veronesi: “Non ha senso votare questa mozione: si farà quello che l’avvocatura comunale consiglierà di fare e si continuerà ad agire in questi termini”.
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Commenti
Intanto si giudica (e si giudicherà nellle urne tra non molto) l’amministrazione corrente…
Correttezza e trasparenza sono dovute da qualsiasi Amministrazione seria, questa non lo e’.
Il Sindaco era a conoscenza degli illeciti e non ha chieso le dimissioni dei due incaricati che lui stesso aveva nominato. Se il leghista Anonimo avesse l’accortezza di leggere la mozione e capire quanto e’ successo, dovrebbe solo vergognarsi e star zitto.
Ma non se ne doveva andare anche la giunta precedente, la precedente della precedente e la precedente della precedente della precedente ……
Se sei così bravo a giudicare, fatti avanti e candidati come sindaco alle prossime elezioni.
Alegher
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Eh ma questa è la peggiore degli ultimi 50 anni. Ponticelli, Sessa, nomadi eccetera, c’è la scelta più ampia, povera Saronno, ancora due anni di sofferenza
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e che dire del silenzio sul caso ospedale-cazzaniga? manco un commento, una parola…
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A volte la legge impone l’obbligo di compiere una determinata azione: omettere la condotta doverosa può voler dire commettere un reato. Il reato omissivo è l’illecito posto in essere da un soggetto che, pur avendo l’obbligo di compiere una determinata azione, rimanga inerte. La nostra dottrina ha postulato nascente l’obbligo giuridico da una c.d. posizione di garanzia
che può trovare fonte nella legge. Determinati beni giuridici rivestono una tutela rafforzata stante “l’incapacità dei loro rispettivi titolari a proteggerli adeguatamente”. Gli obblighi di garanzia hanno un carattere esclusiva e ben perimetrata perché incombono soltanto su alcuni soggetti e non sulla generalità dei cittadini. Gli obblighi di garanzia non rilevano in linea generale per il c.d. quisque de populo. Un’accorta lettura del dettato della legge 6 novembre 2012, n. 190, avrebbe dovuto porre in allerta il sindaco per le azioni da pore in essere a seguito degli inadempimenti del CDA della Sessa
giunta e amministrazione inqualificabili. se ne devono andare sanno fare solo disastri
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hai proprio ragione….non ne fa una, che sia una, giusta. Mai visto un sindaco peggiore.