Bergamaschi risponde ad Indelicato: “La fede si alimenta in modi sempre nuovi”
SARONNO – “L’intervento dell’esimio professor Indelicato mi induce a qualche considerazione sul tema del giorno: a Pasqua messa sì o messa no?”
Inizia così la nota di Lucio Bergamaschi in replica alle parole del consigliere comunale indipendente Alfonso Indelicato.
Chi invoca la riapertura delle chiese (in realtà mai chiuse) o meglio la riammissione dei fedeli alle messe almeno per Pasqua apparentemente non ha tutti i torti: se si può andare al supermercato o dal tabaccaio con le adeguate precauzioni perché non a messa? C’è una risposta meramente logistica: non potendo entrare tutti contemporaneamente con quale criterio selezionare i fedeli? Andiamo a sorte? O usiamo i numerini come in posta? Sarebbe imbarazzante e fonte di inevitabili tensioni e malcontento.
Ma la questione di fondo è un’altra: senza messa un cattolico come può nutrire la sua fede? E la messa stessa ha senso senza la presenza dei fedeli? Partiamo da quest’ultima domanda e per rispondevi usiamo le parole dell’enciclica Mediator Dei di Pio XII “Erroneamente si fa appello alla indole sociale del Sacrificio Eucaristico. Ogni volta che il sacerdote ripete ciò che fece il Divin Redentore nell’ultima cena, il sacrificio è realmente consumato, ed esso ha sempre e dovunque, necessariamente e per la sua intrinseca natura, una funzione pubblica e sociale, in quanto l’offerente agisce a nome di Cristo e dei cristiani….
e ciò si verifica certamente sia che vi assistano i fedeli sia che non vi assistano, non essendo in nessun modo richiesto che il popolo ratifichi ciò che fa il sacro ministro.” Dunque è chiaro: la Messa celebrata in privato dal sacerdote è pienamente valida ma lo è anche quella ascoltata in TV se non possiamo andare in chiesa? Lo stesso Pio XII ha dedicato alla tv una bellissima enciclica (la Miranda Prorsum del 1957) dove non si dice esattamente che la messa in tv sostituisce quella partecipata di persona ma che in caso di impossibilità fisica ne rappresenta un validissimo surrogato spirituale. Personalmente sto offrendo il sacrificio di non potermi accostare fisicamente ai sacramenti come una sorta di fioretto quaresimale pensando ai milioni di fratelli cristiani che hanno permanenti e gravi difficoltà ad andare a messa o perché vivono in luoghi sperduti o perché mancano sacerdoti o perché come nel Nord Nigeria andarci vuol dire mettere a rischio seriamente la vita propria e dei propri familiari.
Ecco pensiamo ai rischi a cui sottoporremmo i nostri familiari conviventi più fragili se con la nostra uscita li contagiassimo, non sarebbe forse la nostra una forma di narcisismo spirituale? Trovo peraltro che la messa del papa alle 7 di mattina sia un modo bellissimo di cominciare la giornata e anche quello che i nostri sacerdoti saronnesi hanno organizzato per Pasqua tramite Radio Orizzonti e il web sia di tutto rispetto. Tra le tante negatività di questa emergenza Covid vedo con gioia che sta rinascendo in tanti anche lontani una grande attenzione alla vita spirituale che si alimenta per vie magari nuove ma altrettanto efficaci. Buona Pasqua a tutti in attesa di scambiarci di nuovo e di persona il segno della pace!