Una lettera aperta per ringraziare e elogiare l’ospedale di Saronno. A partire dagli infermieri
GERENZANO – SARONNO – Una lettera aperta per ringraziare l’ospedale di Saronno.
Ecco il testo integrale.
sono un medico di famiglia ed esercito nel comune di Gerenzano (VA).
Preciso subito lo scopo di queste righe: vorrei ringraziare ed elogiare l’ospedale di Saronno.
Sono nata e cresciuta a Saronno: è l’ospedale di casa mia.
In Aprile sono stata ricoverata per sintomi cardiologici comparsi alcuni mesi prima, in piena seconda ondata Covid. Nonostante le immaginabili difficoltà di un ricovero per patologia non-covid, i colleghi della Cardiologia sono riusciti a organizzare tempestivi accertamenti e conseguente ricovero in Unità di Cura Coronarica. La mia degenza è durata 9 giorni: qualche giorno in più del previsto poiché sono insorte complicanze all’intervento avvenuto a Busto (la solita fortuna dei sanitari quando diventano malati!).
In nove giorni si vivono tante cose. Così sono passata “dall’altra parte della barricata”, come si dice, ma con l’occhio di chi ha sempre svolto questa bellissima professione “da questa parte”.
Conosco le difficoltà di chi esercita la Medicina: perché le vivo direttamente sul territorio e di riflesso dall’ospedale dove lavorano colleghi – amici.
È stata una esperienza forte. Tralascio in questa sede di raccontare l’intensità del suo valore personale dal punto di vista fisico, psicologico e spirituale.
Qui vorrei raccontare della professionalità incontrata, della organizzazione e disponibilità tecnologica messa in atto, ma soprattutto della carica umana incontrata.
La risorsa umana mi ha profondamente colpita: vorrei soprattutto ringraziare gli infermieri. A Saronno abbiamo medici e infermieri tutti eccellenze nella loro professione, ma il malato è a stretto contatto con l’infermiere. È nelle sue mani h 24: fisicamente, totalmente.
I sanitari sono sempre troppo pochi (paghiamo oggi e per i prossimi anni le scelte senza progettualità degli ultimi decenni), hanno ritmi di lavoro massacranti, zero riposo (con il Covid meno di zero!)..- eppure mantengono (e parlo soprattutto degli infermieri) una vicinanza e una carica umana con il paziente che mi hanno commossa in più di una occasione. E questa certezza mi è stata confermata da altri malati come me che arrivavano da Saronno e che ho incontrato poi al Maugeri di Tradate dove ho fatto la riabilitazione.
Ringrazio per questo “dono” Raffaella Banfi e i suoi infermieri.
Ringrazio Daniele Nassiacos e con lui i suoi medici. Vorrei augurare alla Cardiologia di Saronno (e a tutto l’Ospedale) di crescere sempre di più, soprattutto in persone.
I professionisti della Medicina sono la sua vera ricchezza.
La Lombardia dovrebbe investire a tutto tondo per la salute dei suoi cittadini : in strutture, in tecnologie.. e in persone!
Come medico e come cittadino mi rimane il rammarico di un trasporto a Busto per fare una coronarografia.. (i saronnesi meritano la possibilità di farla qui!)
Un abbraccio grande e affettuoso al mio Ospedale. Al nostro Ospedale.
Maria Enrica Marazzi.
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Commenti
Vogliamo indietro i reparti che si sono scippati a Busto Arsizio. Qualcuno deve pagare per queste scelte dissennate.
E’ stato un delitto , un delitto premeditato da tempo, da molto tempo. Vergognoso questo fatto.
L’ospedale deve tornare ad essere un Ospedale.
Devono essere assicurati i servizi di emergenza, di P.S., di rianimazione. I reparti devono riaprire: punto nascite, ginecologia, pronto soccorso pediatrico ecc. ecc…
Nei casi più gravi (e ce sono tutti i giorni) la gente rischia di morire per strada mentre va in altri ospedali per essere soccorsa.
Restituiteci l’Ospedale di Saronno, funzionante e funzionale.
Mi unisco ai complimenti della dottoressa Marazzi perché è vero, è il nostro Ospedale.
Quindi care teste (poco)pensanti, capoccioni politici, cementificatori, amici della sanità solo privata, demolitori e smantellatori: GIU’ LE MANI !!!!
Rispondo con un grazie a lei dott.ssa
Per i suoi ringraziamenti io sono uno degli infermieri che ha avuto modo di conoscere e colgo l’occasione per ringraziarla per la sua conoscenza e ricambio perché nelle ns chiacchierate durante la terapia ho potuto cogliere la sua umanità e sensibilità professionale…
Piacere di averla conosciuta…