Nuova occupazione in via Caduti Liberazione
SARONNO – Nuova occupazione dei “predoni della notte nera” che ono entrati in un negozio in via Caduti della liberazione 17 poco prima dell’incrocio con via Caronni.
Ecco la nota con cui annunciano e spiegano l’azione
Sabato 12 dal pomeriggio e per tutta la notte il centro di Saronno sarà invaso da migliaia di persone.
I saronnesi e gli abitanti delle cittadine limitrofe per una sera decideranno di spegnere la Tv, di scollarsi dal divano, e di scendere per le strade, animandole di movimento, di rumore, di vita. Finalmente la nostra non diventerà, al calar del sole, una città fantasma, silenziosa e vuota, come fosse coperta dal coprifuoco militare. Solitamente la sera diventa difficile girare per le strade di Saronno senza aver paura. Paura a pensare a tutte quelle migliaia e migliaia di persone chiuse nelle loro case, sempre più isolate, rinchiuse in quelle vite dove costruire relazioni sociali, trovare piacere nella vita, dare un senso alle proprie giornate che non sia l’andare e tornare dal posto di lavoro, è sempre più difficile.
Purtroppo sappiamo bene cosa richiamerà le migliaia di cittadini a liberarsi dalla loro quotidianità rassicurante. L’evento che porterà molti ad abbandonare le mura domestiche per alcune ore sarà la tanto osannata “notte bianca”. E cosa c’è di male in tutto ciò? Di male c’è il fatto che la routine casa-lavoro è spezzata unicamente da momenti dedicati al consumo. All’acquisto di merci, al consumo di beni, alla spesa di denaro. Ogni evento mondano è oggi organizzato con l’unico fine di far spendere e far guadagnare dei soldi. In questo senso la “notte bianca” rappresenta un massimo nel suo genere, dato che per una notte vuole trasformare l’intero centro della nostra città in un grosso centro commerciale. Se originariamente le notti bianche avevano l’intenzione di diffondere cultura, tramite l’apertura dei musei, l’organizzazione di eventi musicali e artistici, oggi, in particolare in piccole città come la nostra in cui produrre è tutto e la cultura appare quindi come un orpello inutile, un vezzo per pochi, queste iniziative non sono che occasioni per i commercianti della zona centrale di cercare di far cassa, per cercare di convincere i cittadini a spendere i pochi soldi che ancora si trovano nelle tasche.
Sono questi stessi commercianti che sperano di racimolare qualche soldo in questa maniera che continuano a chiedere con insistenza all’Amministrazione Pubblica di “ripulire” il centro da tutte quelle persone e quei comportamenti che loro giudicano come motivo di “degrado”. Sarebbe questo degrado che, a loro avviso, spingerebbe sempre meno gente a spendere soldi nei loro negozi. Ed è dietro a queste richieste che si sono accodati i benpensanti e, di conseguenze, i politicanti saronnesi. Ecco allora che la Giunta Comunale ha da poco approvato delle nuove leggi per il Regolamento di Polizia Urbana, che prevedono la sanzionabilità di azioni e comportamenti fino a ieri considerati completamente normali, come bere una birra in piazza, sedersi sui gradini di una chiesa o per terra, mangiare un panino in un parco, sciacquarsi in una fontana o arrampicarsi su un albero… Tutto questo ovviamente a meno che non vi sia un Evento organizzato da commercianti e Comune a rendere possibile tutto ciò che ogni giorno non lo è.
Ma che logica è quella che perseguita la vita vissuta nelle strade, tutto l’anno, per poi lamentarsi della mancanza di vitalità delle vie cittadine, per poi organizzare giornate in cui tutto è permesso, per cercare di convincere i cittadini a vivere per un poco nelle strade?
Il fatto è che si cerca di allontanare dal centro, con l’intenzione di trasformarlo in un centro commerciale, le persone indesiderate. Indesiderate in quanto incapaci di spendere, dato che il degrado portato dal denaro non viene mai criticato in nessuna maniera. Ma in questo modo si finisce per svuotare la città, sempre più patinata quanto inadatta alla vita. Niente panchine, niente fontane, niente parchi, niente aggregazione libera…
Noi ci siamo da sempre opposti a questa logica. La logica del profitto e della privatizzazione di ciò che nasce come di tutti uccide a nostro avviso la vita libera. La criminalizzazione di ogni atto non idoneo al consumo avviene perché siamo pensati sempre più come consumatori e non come individui.
E’ per questo motivo che abbiamo deciso di occupare uno spazio abbandonato a ridosso del centro, per farne uno spazio di libera aggregazione, discussione e confronto. Facciamola finita con la noia della notte bianca e del mondo che rappresenta, riappropriamoci delle nostre vite, facciamolo subito!
Il nuovo spazio si trova in via Caduti della Liberazione 17, venite a vederlo, ci sarà un po’ di musica.
Domenica alle 21 presentazione con gli autori del libro 20ZLN, lunedì alle 21 assemblea di presentazione del nuovo spazio, martedì alle 21 presentazione di editricecirtide, seguiranno altri appuntamenti.
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Commenti
Che palle sti CapitalComunisti.
Se fosse una tua proprietà parleresti così?
Io non so se è meglio occupato o abbandonato, so solo che se viviamo in una società ci sono delle regole da rispettare, altrimenti renderebbe il caos più totale.
E non solo per colpa di questi che occupano,
ma perché poi ognuno si sentirebbe libero di non rispettare nessuna regola! Questo è il punto. Questo significa vivere in una società.
Le persone si uniscono in base a dei valori comuni che condividono in maggioranza. La minoranza o si adegua, o cerca di cambiare le regole con gli strumenti messi a disposizione dalla maggioranza, o va altrove, o viene isolata.
Ora potete dire quello che volete, ma una minoranza, per definizione, non può prevalere sulla maggioranza che preferisce vivere “dentro il recinto”.
Se non piace il “recinto” liberi di andare altrove.
Sono passato a vedere l’edificio occupato. Non ho capito se l’occupazione era solo dimostrativa, per ieri sera, o se ci vogliono restare. L’edificio era abbandonato da tantissimo e sarebbe bello che questi ragazzi ci facessero qualcosa di utile per la città… boh… io non so cosa ci vogliono fare. In Via Milano non mi pare facciano molto altro che concerti e cene esotiche.
Comunque sempre meglio che l’abbandono e della speculazione che ha portato gli affitti alle stelle a Saronno.
Comunque ripeto, sono passato a dare un’occhiata: secondo me si tratta di un edificio tenuto vuoto in attesa di marcire completamente per effettuare poi una speculazione…
Ma quale “frutto di sacrifici e mutui”!!
Ma andate almeno a vedere prima di sentenziare su internet.
Qui ogni commento è un tribunale e tutti i commentatori si sentono giudici.
Nessuno vuole invece andare a conoscere e capire.
Questi avvenimenti “fuori dal normale” dovrebbero essere sfruttati come occasione per capire qualcosa e non per emettere sentenze da dietro uno schermo.
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Marzia , visto che pensi d’avere la verità in tasca ….come siono stati, a tuo parere ACQUISTATI tali spazi o negozi ?
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Ti firmi con nome di donna e scrivi al maschile , mahh!!
Già non fanno nulla di male ma sono abusivi , che si affittano un locale e si mettono in regola pagando le tasse
l Consumatore-Persona è un individuo conscio del fatto che, nella sua contemporaneità, consumare significa innanzitutto esercitare i suoi diritti di cittadino ed attuare i suoi doveri etici nei confronti della società intesa come sistema mondo.
Dietro l’acquisto di un prodotto o la fruizione di un servizio, non solo è teso a scegliere la qualità del prodotto in sé, ma intravede la possibilità di incidere sulle condizioni lavorative e sociali di una larga fascia della popolazione, sul rispetto dell’ambiente e sulla diffusione e la difesa di identità culturali locali così come globali.
Il Consumatore-Persona dona, o più spesso restituisce, un valore etico e sociale ai suoi consumi, valorizza e promuove l’intellighenzia che è dietro l’oggetto del suo consumo ma prima di tutto rende dignità e spessore alla sua persona.
Ci sono spazi, raccoglitori di informazioni, idee e riflessioni per chiunque voglia approcciarsi alla società secondo i valori della Decrescita Felice: riscoprire antichi sapori e saperi nascosti dietro cibi e bevande, promuovere il capitale umano ed individuale, viaggiare come mezzo per venire a contatto con culture diverse e per conoscere l’altro e sé stessi, godere del contatto con la natura, uscire da dinamiche produttive di massa per riscoprire la bellezza dell’unicità, dell’inimitabile, ma soprattutto vedere un consumo come un possibile momento di socializzazione e contatto umano in un mondo che sempre più disorienta e isola.
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A mio avviso, il problema è proprio l’esistenza di una categoria che tu chiami “consumatore-persona” che, seguendo il tuo discorso, “è un individuo conscio del fatto che, nella sua contemporaneità, consumare significa innanzitutto esercitare i suoi diritti di cittadino ed attuare i suoi doveri etici nei confronti della società intesa come sistema mondo.”
Io non riconosco come positivo nè il fatto di essere “consumatori” (più o meno critici, responsabili, biologici o quant’altro), perché si aderisce comunque ad un modello economico altamente distruttivo e sfruttatore, nè lo status di “cittadino”. Pure riguardo ai “doveri etici” ho qualche perplessità.
Certamente, il mercato “equo solidale” ha qualche pregio in più rispetto alla grande distribuzione intensiva, forse paga di più i lavoratori, forse è più sana, ma rientra comunque all’interno del capitalismo fagocitante e globale. Ne è semplicemente un ramo, seppure alternativo.
Il “Consumatore” è il prototipo dell’individuo occidentale privato di qualsiasi scelta o potere decisionale autonomo, che aderice ligio soltanto alla gamma di variabili che il capitalismo gli offre. Qualunque offerta, anche le più “esotiche”.
E’ incapace, peraltro, di andare oltre tale aspetto, ma non è affatto infelice all’interno del suo recinto, anzi, è soddisfatto. Così soddisfatto che gli pare di essere libero, perché gli sembra di avere varie possibilità di realizzare la sua vita in maniera davvero indipendente.
Non realizza un bel niente, non dona valore etico ad alunchè, ma soprattutto non dona spessore alla sua persona. Sono fandonie e apparenze, perché è la merce a non possedere alcun valore, nè diretti nè indiretti.
La merce è il cibo del consumatore che, o lentamente o più velocemente, ne assume il controllo e ne siamo invasi.
Secondo me non si dovrebbe incitare al diventare “consumatore”, seppur critico, ma bisognerebbe riflettere come annientare questa nuova categoria che, tra i suoi significati nemmeno troppo distanti dal significante, ha il concetto di “schiavo”.-
Cannibale : comunque la giri tu sei un cittadino-consumatore
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“La logica del profitto e della privatizzazione di ciò che nasce come di tutti uccide a nostro avviso la vita libera”
Nella “logica del profitto” rientra l’occupazione abusiva di spazio che appartiene ad altri, acquistato con sacrifici mutui …frutto di un lavoro ?
Nella “logica della privatizzazione” rientrano le case di “famiglia” ( villette con giardini…. Appartamenti in centro…) di coloro che occupano abusivamente spazi altrui ?
Nella logica PROPRIA ” della vita libera” si “uccide” la libertà altrui ?
con una città cosi degradata e dismessa con una quantità enorme di edifici abbandonati, questi signori avranno lavoro per 20 anni…. e a furia di occupare diventeranno i padroni!
Bloccate sul nascere questa occupazione… Che non serve a niente … Avete già la “casa/stalla” in via Milano… Che vi basta… E avanza!
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Muuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu!
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Bloccate sul nascere questi commenti… Che non servono a niente …
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Ma come? Ma non siete i paladini della libertà di parola?
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solo se la pensi come loro
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