Sequestro di 29 suini: i maialini ora cercano casa
SARONNO – C’è un limite a tutto, anche per i maiali: questo il concetto dal quale hanno preso spunto gli agenti del Sita, il Servizio interprovinciale per la tutela degli animali, che hanno compiuto un sequestro di ventinove suini tenuti in condizioni igieniche giudicate più che precarie. Ora il Sita cerca anche nel Saronnese qualcuno disposto ad adottare i porcellini.
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Infatti dopo gli accertamenti del Sita in un allevamento non autorizzato nel Comune di Morazzone, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Varese ha disposto il sequestro preventivo di 29 suini perché detenuti in condizioni incompatibili con la propria natura e produttiva di gravi sofferenze. Il proprietario, in accordo con i propri legali, ha già rinunciato alla proprietà degli animali e ora si cercano urgentemente delle adozioni per evitare la macellazione degli animali.
L’insolita operazione si è svolta lunedì 6 maggio nella vicina Morazzone, ed è riepilogata in un comunicato stampa dello stesso Sita.
Con il presente si comunica che in data 22.04.2013 il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Varese, Dott. Giuseppe Fazio, su richiesta del Pubblico Ministero Sara Arduini che aveva delegato le indagini a questo Servizio, disponeva il sequestro preventivo di n.29 suini detenuti presso una nota Azienda Agricola di Morazzone (VA), poi risultata anche priva delle necessarie autorizzazioni sanitarie, perché detenuti in condizioni incompatibili con la propria natura e produttiva di gravi sofferenze ex art. 727 com. 2 del Codice Penale.
In particolare durante l’ispezione igienico-sanitaria condotta da personale di questo Servizio in data 06.02.2013 alla quale ha altresì partecipato personale del Corpo Forestale dello Stato – Stazioni di Varese e Tradate, competente anche per Saronno – e della Asl di Varese, lo scrivente Servizio accertava diverse criticità che qui, con l’autorizzazione del PM, si riportano integralmente:
SUINI
1. Assenza di autorizzazione sindacale sanitaria per l’utilizzo dei ricoveri
In accordo con quanto precedentemente esposto a proposito della documentazione edilizia, la stalla prefabbricata autorizzata con concessione edilizia del 23.03.1978 per il ricovero dei bovini, risultava invece destinata in parte a magazzino ed in parte a ricovero per suini.
Durante il sopralluogo infatti, all’interno della predetta stalla venivano rinvenuti n.29 esemplari alloggiati
in box con pareti divisorie realizzate in massima parte con blocchi di calcestruzzo e con bancali di legno che però non risultano in alcun elaborato progettuale inerente la succitata concessione edilizia che ha invece per oggetto la realizzazione di n.65 ricoveri per bovini, sicché anche tali ricoveri, parimente ai quelli dei bovini, risultano privi dell’autorizzazione sindacale sanitaria di cui agli art. 17 del DPR 320/54 e 3.10.6 del Regolamento Locale di Igiene del Comune di Morazzone (VA) che indichi il numero massimo di capi detenibili.
Ai sensi degli art. 13 com. 2 della Legge 833/78 e 3 del DPR 31.03.1979, si darà dunque comunicazione della mancanza delle suddette autorizzazioni al Sig. Sindaco pro tempore quale Autorità Sanitaria Locale affinché disponga gli atti conseguenti.
2. Criticità strutturali e igienico-sanitarie.
In accordo con quanto asserito poco prima, all’interno della stalla prefabbricata originariamente realizzata per il ricovero dei bovini venivano invece rinvenuti n.29 suini tutti privi di qualsivoglia sistema identificativo (tatuaggio o marchetta auricolare) e come tali non registrati nella BDR (banca dati regionale), di cui 9 lattonzoli e 20 adulti; di quest’ultimi, sempre in riferimento al verbale redatto dal medico veterinario ASL presente in loco, Dott. Umberto COEREZZA del 07.02.2013 già versato in atti, 3 apparivano in condizione di estrema sofferenza poiché affetti da gravi problemi articolari e quindi impossibilitati alla deambulazione.
Ciò premesso, benché gli animali fossero alloggiati all’interno di n.13 box di dimensioni conformi alla normativa vigente (misure rilevate in loco) e disposti così come riportato nella tavola sinottica di cui sotto, le carenze strutturali accertate rendevano tali ricoveri comunque idonei per la detenzione dei medesimi.
Tutti i ricoveri infatti, contrariamente a quanto previsto dalla normativa vigente (Dlgs n.122/11) non
possedevano le dovute pavimentazioni drenanti e antiscivolo bensì fondi cementizi privi di un idoneo sistema di raccolta e allontanamento dei liquami, i quali, erano così presenti in gran quantità anche a causa dell’inadeguata opera di pulizia e igienizzazione da parte dei xxx omissis xxx così come si evinceva dall’esame visivo delle pareti perimetrali dei ricoveri stessi, le quali apparivano completamente sozze ed imbrattate da una copiosa quantità di feci ormai incrostatesi ovvero non recenti e come tali risalenti a diversi giorni addietro.
E la paglia che avevano apposto sul fondo dei box a mo’ di lettiera risultava del tutto inutile e anzi controproducente poiché con il mancato drenaggio dei liquami questa si impregnava di urina rimanendo bagnata mescolandosi alle feci stesse rendendo ancor più difficile la pulizia dei ricoveri.
Sicché gli animali erano costretti a stabulare tra i propri escrementi e su una superficie resa umida, viscida e scivolosa dalle minzioni con conseguenti rischi sia per la loro incolumità fisica (traumi, lesioni e contusioni da caduta) sia per la loro salute (contaminazione fecale) con conseguente sofferenza e patimento per tutti i soggetti ivi detenuti poiché ciascun box era privo di giacigli caldi e asciutti per la sosta ed il riposo.
Tavola Sinottica n.2 – xxx omissis xxx
Nel caso poi dei suini alloggiati nei box n.1, n.2, n.3 e n.4, essendo questi box realizzati con bancali di legno legati verticalmente l’un l’altro meramente appoggiati al terreno (no ancoraggio e/o fissaggio) con conseguente presenza di sporgenze e superfici irregolari taglienti/contundenti, il rischio per la loro incolumità risultava quindi accresciuto specie quando tentano di sottrarsi agli operatori durante le operazioni di movimentazione.
A tutte le problematiche sopraesposte si assommavano quelle derivanti dalla mancanza di idonee aperture lungo le pareti e/o sulla copertura della stalla per l’illuminazione e il ricambio d’aria all’interno della stessa.
La mancanza di luce oltre a creare una condizione di oscurità pressoché totale, non consentiva neanche il riscaldamento della massa d’aria presente all’interno della struttura con conseguente innalzamento incontrollato del tasso di umidità relativa.
Gli animali erano dunque costretti a stabulare al buio e in presenza di una massa d’aria costantemente fredda e umida e altresì contaminata dalle fastidiose e nauseabonde esalazioni di metano e ammoniaca prodotte dalla rilevante presenza di feci e minzioni. Relativamente a queste, si fa poi presente che la situazione era aggravata dalla condotta dei xxx omissis xxx i quali, quando rimuovevano lo sterco presente nei box anziché portarlo all’esterno della struttura, solevano accatastarlo in gran quantità dinnanzi ai box stessi e quindi all’interno della stalla in prossimità degli animali medesimi così come illustrato nell’allegato fascicolo fotografico.
L’assenza di qualsivoglia impianto aeraulico ed illuminotecnico rendeva la situazione sopra descritta permanente con conseguente disagio e patimento anche psichico degli animali così come oggettivamente accertato durante l’ispezione del box n.13, quando i n.3 suini adulti ivi detenuti tentavano di assicurarsi, ripetutamente e con foga, calpestandosi e sdraiandosi persino l’uno sopra l’altro, la poca luce solare nella loro disponibilità (piccola apertura realizzata nel muro perimetrale esterno del box suddetto) ovvero il tepore della tarda mattinata.
3. Criticità relative alla somministrazione di acqua e cibo
Stante l’assenza di attrezzatura per la somministrazione automatica di cibo e acqua, gli animali venivano alimentati ed abbeverati manualmente mediante l’uso di mangiatoie e abbeveratoi apposti all’interno dei box stessi con conseguente contaminazione da sporcizia e liquami sia del foraggio sia dell’acqua per l’abbeverata che in tutti i ricoveri era divenuta ormai fangosa.
Infine, la presenza, sul fondo degli stabulari, di foraggio frammisto a feci e urina richiamava in loco sia i roditori, così come attestato dalla presenza di alcune carcasse di ratto rinvenute in prossimità dei ricoveri sia una notevole quantità di insetti (mosche) con conseguente nocumento e fastidio per gli animali stessi.
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Per concludere, sebbene il veterinario della ASL di Varese presente in loco, Umberto Coarezza, con nota del 07.02.2013, abbia suggerito alla Procura il totale abbattimento dei suini per porre fine alle sofferenze dei medesimi, il Pubblico Ministero ha invece autorizzato questa PG a cercare degli stalli (gestiti da associazioni per la tutela degli animali o da singoli privati) ove trasferire gli animali poiché settimana scorsa, assistito da due legali, l’indagato ha ammesso le proprie responsabilità e contestualmente rinunciato alla proprietà degli stessi. Riguardo adozioni e trasferimento nelle prossime ore verrà quindi emesso un apposito comunicato esplicativo. Spostati i suini, in accordo con il Comune di Morazzone, la stalla di sosta nella disponibilità dell’Azienda Agricola verrà chiusa a tempo indeterminato mediante apposita procedura amministrativa (già avviata) ovvero fintantoché non sarà resa conforme alle normative vigenti.
070513