Club Don Sturzo Saronno: “Papa esempio di santità”
“Le dimissioni di Benedetto XVI hanno un profondo significato storico, politico e teologico. Le reazioni di alcuni opinionisti e presunti “vaticanisti”, tuttavia, hanno quasi trasformato questo evento solenne in un’occasione di spettacolarizzazione a metà fra la parodia e il thriller.
Parodia perché alcuni usano toni e parole da funerale, ma… il Papa è ancora vivo e vegeto. Certamente la senilità ed eventuali cure od interventi non gli consentono di avere energie sufficienti per condurre adeguatamente il suo magistero, però è presumibile che avrà ancora molti anni in cui servirà la Chiesa in un altro ruolo, meno faticoso ma senz’altro autorevole.
Sotto un altro aspetto, la notizia è stata romanzata con canoni di un thriller degno di Dan Brown. Nell’ascoltare e leggere le ipotesi di sedicenti “esperti” sembra che stiano recensendo “Angeli e Demoni 2 – Il gran rifiuto”. E’ pur vero che nella curia romana (che ricordiamo è pur sempre composta da uomini con tutti i difetti), in certi casi, esiste un malsano “carrierismo” che Benedetto XVI ha più volte ammonito e contrastato. Non per questo bisogna mal interpretare il gesto del Papa in una chiave di “resa”, di “abbandono”, di “sconfitta” dovuta a forze occulte che vogliono conservare privilegi e potere mondano. Semmai è vero il contrario!
Se il Pontefice avesse abbandonato la sua battaglia per una Chiesa demondanizzata, ‘liberata dai fardelli e dai privilegi materiali e politici’ (discorso a Friburgo del 25/09/2011), sarebbe potuto restare sul soglio di Pietro, fino alla fine dei suoi giorni, scrivendo encicliche, pronunciando omelie ma delegando ad altri l’organizzazione della curia.
Nella ricerca a tutti i costi del sensazionalismo, invece, non si vuole accettare che un uomo di ottantasei anni, lucido di mente, anzi lucidissimo, voglia passare il testimone ad una persona più giovane, con le forze fisiche adeguate. Ecco allora nascere le più disparate e fantasiose dietrologie.
In realtà questa decisione del Santo Padre è di portata storica in quanto, sebbene oggi ci sorprenda, credo che sarà una prassi sempre più adottata in avvenire. Con l’aumentare dell’età media è logico pensare di avere anche dei Papa centenari, ma forse non con una forza fisica sufficiente per sostenere i ritmi del mondo odierno e futuro e quindi, con senso di responsabilità, lasceranno a braccia più robuste e giovanili il pesante timone della barca di Pietro.
Trovo poi poco coerente il paragone con le dimissioni del beato Celestino V; tutt’altra situazione, per cause e contesto, seppure sia plausibile che anche Benedetto XVI abbia avuto un simile travaglio interiore.
Questo fatto ci fa ricordare, in una dimensione più teologica, che la Chiesa non è ‘un centro di produzione […], un’impresa finalizzata al profitto ’ (cfr. “Luce del Mondo” conversazione con P. Seewald), bensì è retta dallo Spirito Santo e quindi il Papa non è il proprietario, ma Suo dolce vicario in terra e per usare le parole stesse di Benedetto XVI, che oggi comprendiamo con estrema chiarezza: ‘un semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore’.
Giovanni Paolo II preparò il terreno, arando un suolo drammaticamente secco, duro, arido. Benedetto XVI ha gettato i semi, ma ora c’è bisogno di braccia muscolose, di gambe veloci per raccogliere e proteggere il raccolto che sta maturando. Joseph Ratzinger che ha una grande fede in
Dio, quel Dio che ci ha spiegato con razionalità e amore, sa che questa decisione è frutto di altrettanta razionalità e amore e dobbiamo essere altrettanto fiduciosi che avremo sempre il nostro buon pastore nel corso della nostra vita, perché Dio, come mi ripete spesso un mio fraterno amico, è “il grande regista della storia”.
Si dice che la Chiesa sia rimasta indietro rispetto ai tempi, ma certamente questi otto anni di pontificato le hanno conferito una forte accelerazione e quest’ultimo atto di Benedetto XVI lo dimostra ancor di più e oserei dire che costituisce un esempio anche per la classe politica, specialmente italiana. Chi ha senso di responsabilità, chi sa leggere i segni dei tempi, chi ama il prossimo ed il bene comune, chi vive la propria missione, il proprio mandato come un servizio, chi ha a cuore le prossime generazioni, non sta attaccato alle poltrone del potere temporale fino all’ultimo respiro, ma prepara le condizioni perché chiunque gli succeda trovi una situazione migliore rispetto al passato e possa operare subito, pienamente e con efficacia, trovando ancora risorse.
Constatiamo altrettanto nell’attuale politica italiana?
Ho letto titoli di testate del tipo: “La Chiesa sotto attacco”! Verissimo. Ma dov’è la novità? E’ sotto attacco da 2013 anni e lo sarà anche per i prossimi secoli, ma senza dubbio ancora ci sarà, rinnovata e più solida, anche grazie a doni della Grazia Divina come Benedetto XVI.
Sono profondamente commosso da questa scelta del Papa poiché chi mi conosce sa che da oltre un decennio sono uno dei cosiddetti “Ratzinger-boy”, ma al contempo, oltre che aumentare i miei sensi di stima, mi incuriosisce vedere come si configurerà l’inedita situazione di un Papa “regnante” che, non solo sentirà il “peso” di giganti quali i suoi ultimi due predecessori, ma dovrà coesistere con un Papa “emerito”, sebbene, conoscendo la mitezza di Ratzinger, vivrà in assoluta riservatezza.
La santità non è una mera conquista umana bensì un dono di Dio, ma chiedendo fin d’ora perdono per la mia supponenza, alle ore 20 del 28 febbraio Joseph Ratzinger non sarà più Papa, ma nel mio cuore sarà già un esempio di santità.
Carlo A. Mazzola
Presidente Club Don Sturzo – Saronno