Ex macello, Rc: “Inammissibile taglio dell’acqua, accordiamoci come a Milano”
SARONNO – “Non criminalizziamo il diritto alla casa e agli spazi sociali”: inizia così il comunicato di Rifondazione comunista sulla vicenda dell’ex macello comunale occupato, dove venerdì scorso è stata tagliata la fornitura d’acqua.
“A proposito della posizione assunta dall’amministrazione di Saronno riguardo l’occupazione di uno stabile in via Don Monza, prendiamo spunto da una situazione simile verificatasi in un altro comune italiano, gestita in maniera molto diversa dalla sua amministrazione cittadina; il vicesindaco in questione afferma, a proposito dello sgombero di un’area abbandonata da anni e occupata da un gruppo di giovani: “Se i proprietari di questo, come di altri edifici dismessi, fossero più lungimiranti si potrebbero trovare soluzioni diverse: nulla impedisce, ad esempio, che nei periodi di redazione ed approvazione di un progetto di riqualificazione si facciano accordi con associazioni e gruppi di giovani per utilizzare temporaneamente gli spazi per iniziative sociali e culturali. L’utilizzo di strutture altrimenti vuote è anche un modo per non farle ulteriormente decadere – rimarcano da Rc – In Comune, con il protocollo firmato con l’associazione Temporiuso e con il Politecnico, stiamo facendo proprio questo: sperimentare forme di riutilizzo temporaneo di aree abbandonate o in via di trasformazione. Sugli immobili pubblici vogliamo creare una centrale unica per la gestione di tutto il patrimonio demaniale che tenga conto anche della necessità di spazi per i giovani, e già finora sono 150 gli spazi assegnati”. Il Comune in questione, fanno notare dalla segreteria del Partiti della rifondazione comunista del Saronnese, “non è governato da pericolosi estremisti: parliamo infatti di Milano. Anche noi crediamo che il dialogo pubblico e trasparente sia la via maestra per risolvere i conflitti sociali, partendo dalle esigenze delle persone. E riteniamo inammissibile che un’amministrazione democratica arrivi a negare un diritto fondamentale come l’accesso all’acqua, un bene primario e pubblico di cui nessuno può essere privato”.
201113