25 aprile, Airoldi: “Cattiva educazione dai contestatori. Troppe assenze dai consiglieri”
Ecco il testo integrale
Questa mattina, la città di Saronno, era invitata a celebrare la ricorrenza del 25 Aprile, festa della liberazione dall’oppressione nazifascista. Celebrazione che, al valore fondativo della libertà repubblicana e della nostra Carta Costituzionale, associava un significato di particolare pregnanza per la città di Saronno: in collaborazione con la città di Feltre, la festa odierna, è stata dedicata alla memoria di Paride Brunetti, l’indimenticato comandante Bruno, che tanto si è speso sia da partigiano che nella vita civile per la libertà e la democrazia.
Non so se coloro che oggi (ieri ndr) hanno tentato in tutti i modi di impedire che queste celebrazioni rendessero degno omaggio alla resistenza e al comandante Bruno, conoscessero quest’ultimo. Mi auguro di no. Mi auguro di no perché oggi (ieri ndr) non abbiamo assistito ad una contestazione dal contenuto politico, sempre ammessa e perfino benvenuta in un regime democratico. Abbiamo assistito, purtroppo, a ripetuti dileggi, insulti, cori ed epiteti volgari all’indirizzo del Sindaco di Saronno. Abbiamo assistito al tentativo di impedire, a chi è stato eletto democraticamente dai cittadini, perfino di parlare. Nulla a che vedere con il confronto politico. Nulla a che vedere con le celebrazioni del 25 Aprile. Nulla a che vedere con la commemorazione del comandante Bruno. Nulla a che vedere con la democrazia. Solo pessimo gusto e cattiva educazione. Chi tra il 1943 e il ’45 ha combattuto se non dato la vita perché oggi potessimo vivere liberi, meritava sicuramente di meglio.
Quanto ho fin qui scritto sono valutazioni di carattere strettamente personale.
Da Presidente del Consiglio comunale della Città di Saronno non posso, però, non sottolineare, con profondo rammarico, quanto poco numerosa sia stata la presenza dei consiglieri comunali. Sono convinto che la memoria storica di tragedie come quelle che hanno condotto alla lotta partigiana e alla liberazione, vada continuamente alimentata per scongiurare che queste abbiano a ripetersi, soprattutto quando il trascorrere inesorabile del tempo riduce progressivamente il numero dei testimoni diretti. Chi, se non coloro che sono stati eletti dai cittadini grazie alla democrazia conquistata così duramente, deve sentire il dovere di darne testimonianza?
25042014