Dama con l’Ermellino: un’opera unica per la contessa di Saronno
SARONNO – La mostra “Leonardo3 – Il Mondo di Leonardo” fornisce approfondite informazioni storiche su Cecilia Gallerani, Ludovico il Moro e la corte milanese dell’epoca e con un albero genealogico interattivo che consente di comprendere pienamente la storia della nobildonna ritratta da Leonardo.
In pochi sanno che la celebre Cecilia Gallerani era contessa di Saronno. Una circostanza documentata e racconta anche sul sito internet comunale
Nel 1450 il ducato Milanese passò dai Visconti agli Sforza e nel 1471 il duca Galeazzo Maria Sforza infeudò il borgo di Saronno in favore del fratello Ludovico Maria Sforza, il Moro, il quale alla morte del fratello assassinato nel 1476, si assicurò la reggenza per conto del nipote Gian Galeazzo figlio appunto di Galeazzo Maria. Il Moro divenne subito, di fatto, il vero sovrano di Milano e nel 1479, alla morte di un altro fratello, Sforza Maria, ereditò il titolo di Duca di Bari. Ludovico il Moro come abbiamo visto era l’amante di Cecilia Gallerani, dalla quale nel 1491 ebbe un figlio che prese il nome di Cesare Sforza Visconti. Nello stesso anno per la “ragion di Stato”, Ludovico sposò Beatrice d’Este. Per garantire una rendita all’amata Cecilia e una dote al loro figlio, due settimane dopo la nascita di questi, il Moro donò a “la Gallerana”, in dotazione del figlio Cesare, il borgo di Saronno e i suoi territori, vita natural durante, col diritto di riscuotere i dazi su pane, vino e carni. Essa assunse il titolo di “Contessa di Saronno”.
A immortalare nei secoli la bellezza di Cecilia Gallerani è stato Leonardo da Vinci che con la sua “Dama con ermellino” ha realizzato un’opera unica.
Il dipinto ad olio su tavola – databile tra il 1488 e il 1490, oggi conservato a Cracovia in Polonia – si caratterizza per la straordinaria
capacità introspettiva dimostrata da Leonardo e la qualità della stesura pittorica. La stessa Cecilia Gallerani, evidentemente soddisfatta
del proprio ritratto, in una lettera destinata alla marchesa di Mantova Isabella d’Este, definì Leonardo “un maestro tanto bravo che è difficile trovarne uno uguale”.
Il ritratto propone un’iconografia di grande interesse e originalità.
Cecilia Gallerani non è ritratta né frontalmente né di profilo come nella tradizione ritrattistica dell’epoca, ma leggermente di tre quarti, con il viso e lo sguardo protesi verso destra, introducendo movimento e azione in un genere pittorico solitamente statico e privo di elementi narrativi. Il ritratto non si limita alla semplice documentazione dei bei lineamenti della giovane, ma sembra narrare un episodio. Osservando la donna si può immaginare l’istante prima di quello ritratto, mentre Cecilia è ancora rivolta verso Leonardo, con l’ermellino tranquillamente adagiato sul braccio. All’improvviso accade qualcosa: l’animale si solleva nervoso e Cecilia si volta mentre con la mano trattiene delicatamente l’ermellino, il cui scatto viene descritto minuziosamente da Leonardo attraverso una resa anatomica molto dettagliata. La virtuosa tecnica artistica di Leonardo è così in grado di regalarci uno stupefacente scorcio sulla vita di corte milanese degli ultimi decenni del XV secolo.
È ragionevole supporre che a commissionare il ritratto della bella Cecilia, amante di Ludovico il Moro, fu lo stesso duca di Milano.
Dell’amore tra Cecilia e Ludovico si conservano numerose testimonianze documentali. Lo stesso Ludovico in una lettera del 9 luglio
1485 al fratello Ascanio Sforza, scrisse: “Da qualche giorno ho il desiderio di darti una buona notizia. Ho iniziato a frequentare una giovane milanese, dal sangue nobile, molto onesta e dall’aspetto più bello di quanto potessi immaginare”. Le cronache del tempo raccontano di Cecilia come di una donna dall’inconsueta eleganza e bellezza. Il poeta Bernardo Bellincioni dedica alla giovane donna alcuni noti versi: “Di cosa ti arrabbi? Verso chi provi invidia? Invidi forse Leonardo da Vinci che ha ritratto la tua stella Cecilia, oggi così bella da avere occhi così belli che al loro confronto la luce del sole pare ombra scura. Ludovico puoi dunque ora ringraziare L’ingegno e la mano di Leonardo Che con questo ritratto dona ai posteri l’immagine di Cecilia”.
29122014