Liceali per il Pasta: “Il teatro serve alla città e ai saronnesi di domani”
SARONNO – Nel dibattito sul futuro del teatro Pasta, dopo che l’Amministrazione ha annunciato di voler sostenere solo i costi sociali, intervengono anche gli studenti del liceo scientifico GB Grassi di via Croci.
Alcuni ragazzi sono stati protagonisti di un momento di discussione nel corso di una delle lezioni del gruppo di teatro.
“Per prima cosa ci siano informati in base a quello che era emerso del consiglio comunale e delle varie prese di posizione – spiegano i ragazzi – e poi abbiamo dato vita ad un momento di confronto”. Diversi i temi di cui i ragazzi hanno dibattuto “dall’importanza di avere un teatro per una città al fatto che nessuna struttura teatrale sia in grado di “stare in piedi con le proprie gambe” come richiesto dall’Amministrazione. “E’ chiaro a tutti noi – continuano – che se non lo si sostiene un teatro finisce per chiudere i battenti e questo impoverisce anche il nostro futuro”. I ragazzi parlando partendo dalla propria esperienza personale: “Noi siamo fruitori del teatro non solo per la rassegna “Studenti in scena” ma anche come spettatori visto che le tariffe scontati per noi ragazzi ci consetono di assistere a spettacoli che sarebbe proibitivi come costi e logistica a Milano”.
Ma la discussione è stato solo il punto di partenza: hanno deciso di andare oltre anche perchè il futuro del teatro non interessa solo il gruppo di attori. Martedì 15 marzo è in programma un’assemblea di istituto e l’intenzione dei ragazzi è di organizzare un momento di confronto: “Vorremmo – spiega uno dei rappresentanti – organizzare un momento con qualcuno che venga dal Comune a fare il punto della situazione e che magari ascolti anche le nostre esigenze e proposte per salvare il nostro teatro”.
01032016
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Commenti
A tutti voi che disprezzate il teatro
l’avete mai frequentato?
-Se l’avete fatto, come potete non comprenderne il valore sociale, ludico e formativo? Dovete per forza essere ottusi.
-se non l’avete fatto: giudicare senza conoscere significa avere pregiudizi. Se avete pregiudizi, allora beh, siete ottusi.
Ma tutti voi che siete contro il teatro… avete mai provato ad andarci? O siete contro a priori?
Perchè
1) o siete contro a priori, e chiunque abbia dei pregiudizi su qualsiasi argomento è una persona ottusa
2)oppure ci siete stati e non avete saputo apprezzare, avete deciso di coglierne il valore. E quindi siete ottusi il doppio.
Vi farei notare che dei sedicenni liceali ragionano di gran lunga meglio di voi.
iniziate a fare la colletta cosi tirate fuori i vostri soldi e non di quelli a cui della ”cultura” non interessa granchè, facile fare i conti con i soldi di tutti…
Il teatro è un investimento per i bambini, per i giovani, per gli adulti e per gli anziani.
Le sagre dell’alborella padana invece sono un investimento (soprattutto in alcool) solo per adulti e anziani.
il Teatro ragazzi costa meno di un ingresso al cinema
Non ho capito la differenza di prezzo tra la riduzione under 25 e quella under 30, una riduzione unica under 25 al prezzo della under 30 non si poteva fare, gli under trenta sono ancora giovani ?
il biglietto intero costa 25 euro, ridotto over 65: 3 euro in meno, ora visto che gli over 65 devono ancora lavorare e quelli che sono in pensione (e che vanno a teatro) recepiscono pensioni più alte degli stipendi di chi lavora, non si può almeno alzare a 70 l’età delle riduzioni ?
il biglietto costa 25 euro, l’abbonamento costa 160 per 7 spettacoli di prosa rossa, 80 per 5 spettacoli di prosa blu, 100 per il variety (5 spettacoli), 50 per due ingressi all’opera … e così via , non si può che uno che paga il biglietto intero non ha diritto a stare nelle prime file, perchè le stesse sono occupate dagli abbonati ….
con tutti questi sconti, perchè igruppi organizzati dovrebbero avere uno sconto? forse perchè – l’isola che non c’è – va a teatro ?
Il teatro ragazzi costa meno del cinema perché se, come succede, una famiglia vuole andare a teatro spende al massimo 24 euro (2 adulti+2 bambini).
La riduzione under25 non esiste, esiste quella under20 per chi va ancora alle superiori e quindi spesso non ha introiti propri, quella under30 (qualche euro in più) è per chi studia o fa lavoretti saltuari quindi ancora non uno stipendio consolidato.
È normale che un abbonato paghi meno e abbia diritto al posto davanti, garantisce al teatro di occupare un posto per più spettacoli e soprattutto paga tutto subito, a settembre.
I gruppi organizzati hanno un piccolo sconto perché vengono incentivati appunto ad organizzarsi in più persone, ma questo accade ovunque, pure in un ristorante se vai dal gestore a chiedere un menù fisso dicendo che porti 20 persone.
1) Un teatro NON potrà mai essere in grado di reggersi sulle proprie gambe senza un aiuto comunale.
2) Se al posto di stare a casa a giocare al cellulare si cominciasse ad andare a teatro, si capirebbe il perché della battaglia per lasciarlo aperto e non considerare i soldi buttati in un “buco senza fondo” ; ma, in fondo, con la cultura non si mangia…
3) Gli studenti del GB sono sicuramente più di 600 ed una quarantina Buona frequenta il gruppo teatrale. La domanda su quanti sono Saronnesi credo non abbia ragione di esistere,in quanto il teatro di Saronno viene utilizzato anche da persone non residenti nel Comune di Saronno, come una gelateria può avere clienti che provengono da zone limitrofe e non. La domanda sull’ ISEE medio non ha motivo di essere presa in considerazione, dato che la tariffa ridotta del biglietto non si basa sulla situazione finanziaria, ma sull’età dell’acquirente.
Spero di aver chiarito molti dubbi. Grazie.
Una studentessa del GB e membro del gruppo teatrale.
LA GELATERIA …se non guadagna , CHIUDE…
La gelateria produce gelati…la festa della salamella produce panini e patatine. Teatri, Biblioteche, scuole e quant’altro altro producono Cultura… Ha presente? Quella in cui non si mette la panna sopra?
1) Un qualsiasi teatro NON può reggersi sulle sue gambe senza un aiuto comunale.
2) Se le persone al posto di stare a casa a usare il cellulare andassero a teatro, sicuramente non sarebbe considerato un “buco senza fondo”; ma, in fondo, con la cultura non si mangia…
3) Gli studenti del GB sono sicuramemte più di 600 ed una quarantina Buona frequenta il gruppo teatrale. La domanda su quanti sono Saronnesi credo non abbia ragione di esistere, visto che il Teatro di Saronno non viene usato solo dai cittadini del suddetto comune, così come un’ottima gelateria ha clienti di più paesi limitrofi e non. La domanda sull’ ISEE medio non ha motivo di essere presa in considerazione, dato che il prezzo ridotto del biglietto non dipende dalla situazione finanziaria, ma dall’età dell’acquirente.
Grazie mille. Spero di aver chiarito molti dubbi.
Una ragazza del gruppo teatrale del GB
Il teatro và benissimo che rimanga aperto, purchè si regga sulle proprie gambe e sia pagato dai fruitori, come è normale. Siamo stufi di dare i nostri soldi a questo buco senza fondo.
Certo come no…anche le scuole, i trasporti pubblici, la biblioteca, Saronno servizi….chiudiamole tutte dato che non camminano con le proprie gambe! Anzi giá che ci siamo chiudiamo anche il comune che è mantenuto da noi saronnesi. E poi eliminiamo tutti i servizi sociali! Perche sai…se uno no è in grado di mantenersi, che si arrangi Complimenti, che be modo intelligente di ragionare
purché poi con altrettanta coerenza valga in particolare per lo stadio, per il PalaDozio, per lo Sporting Saronno….e tante altre manifestazioni che è giusto camminino con le proprie gambe. (quanto costino alla comunità le varie sagre non è dato sapere, perché anche la Polizia locale e Saronno Servizi hanno un costo)
Guardi che allo sporting saronno c’è gente che si fa un mazzo così. Anche il teatro avrebbe bisogno come la manna di questo tipo di persone.
Per dire che saronno servizi ha un costo, bisognerebbe vedere i bilanci… Se i vigili sono un costo… allora lo sono anche tutti i dipendenti comunali? …tutto ciò che è pubblico? In effetti sì, ma sono “servizi che servono”, non si possono eliminare, ma, giustamente, i COSTI vanno tenuti sotto controllo. Se poi vogliamo dire come funziona in questo povero paese tutto ciò che è pubblico….allora continuiamo a pagare tasse per mantenere parassiti.
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Vorrei usare la matematica per comprendere meglio: quanti sono gli studenti del G.B. Grassi? quanti di questi in ragione percentile frequentano il laboratorio teatrale? e di questi quanti risiedono a Saronno? e per comprendere se possono o meno pagare un biglietto più correlato ai prezzi di gestione qual’è il loro Isee medio?
Sì, condivido, è proprio così… tutti quelli che hanno sostenuto la questione teatro postata su FB , ho constatato che sono alunni o ex del GBG ,tutti quanti nemmeno di saronno, ma dei paesi circostanti. Se il teatro deve esistere per questi scopi , allora non credo che debbano essere i cittadini di saronno a farsi carico, ma magari la regione.?E perchè no…? Certamente non si può pretendere che siano i saronnesi i soli a pagare…
Se il partito Lega Nord di Varese ordina di chiudere il liceo di Saronno per “rinforzare” i licei dei “cari amici” di Busto Arsizio e Gallarate, spero vivamente che Fagioli non obbedisca.
Ci vuole un po’ di orgoglio saronnese, anche e soprattutto per l’ospedale.
Forza Fagioli, fatti sentire e smettila di perdere tempo.
Cresce la mia convinzione che qualche ora di economia al liceo farebbe solo bene e forse aiuterebbe anche a far capire che il Comune sarebbe meglio sostenesse spese per cose ben più importanti del teatro, con buona pace dei radical chic…
Chiaro che un’opinione in cui si definiscono con sprezzo degli studenti che hanno avuto la determinazione di riunirsi e prendere una posizione dei “radical chic” debba essere formulata in maniera anonima.
Non credo proprio che tu sia un ex-studente del G.B. Grassi – come me – perché noi studiavamo Comte, Spencer e Durkheim, nelle ore di Educazione Civica.
Che poi è la ragione per cui questi ragazzi riescono a dire cose intelligenti sul tema mettendoci la faccia, mentre molti altri no.
Checchè Lei ne dica, credo di conoscere abbastanza bene il Liceo G.B. Grassi, avendo conseguito il diploma solo tre anni fa, nel 2013. Proprio per questo mi sono permesso di esprimere un giudizio, non certo di sprezzo verso gli studenti, come Lei ha voluto malignamente interpretare, ma nel merito del tema discusso nell’articolo. So bene dunque come si svolgono le assemblee di istituto, con gruppi di discussione e ospiti che remano tutti da una stessa parte, con il divieto non scritto di invitare persone esterne “non allineate” (e infatti finivo sempre per rifugiarmi a vedere qualche film o in qualche aula a studiare). Per concludere, aggiungo che invece che studiare Comte, Spencer e Durkheim, sarebbe meglio, secondo la mia modesta opinione, spendere qualche ora per parlare di economia reale.
Occhio che Fagioli vi chiude il liceo: non cammina con le proprie gambe…con la cultura non si mangia!
ricordatevi quello che diceva Goebbels ” quando sento la parola cultura, metto mano alla pistola”
Se tu avessi un minimo di cultura, non avresti perso un occasione per tacere… la frase che hai erroneamente citato non è mai stata pronunciata da Goebbels.
Invece che a teatro, torna a scuola (e niente okkupazioni stavolta, mi raccomando).Valerio visto che sei su Internet, prima di fare affermazioni false, digita la frase di cui sopra e vedrai immediatamente a chi viene attribuita
Fatto, ovviamente: “…[motto] spesso ERRONEAMENTE attributo a Joseph Goebbels o Hermann Goring” (su quest’ultimo ho varie riserve, sarebbe certamente una frase attribuibile al personaggio).
Trattasi di falso (o errore) storico… comunque corretto nella sua essenza (può non averlo detto -troppo intelligente per farlo, a differenza di Goring- ma non dubito lo pensasse).
Caro Valerio,in qualità Laureato in storia, ribadisco che l’affermazione di cui sopra è da tutti ascritta a goebbels.
A parte le doverose scuse per il tono eccessivo della mia precedente risposta, insisto nell’affermare che la frase in oggetto ufficialmente non risulta essere mai stata pronunciata da Goebbels. Non essendoci registrazioni in merito, comunque, la questione è e resterebbe opinabile, per cui direi di lasciar perdere.