Uboldo ecatombe di negozi chiusi: 1 su 4
Come riepiloga Colombo
Uboldo va divisa in tre aree, quella che comprende via Iv novembre è l’arteria principale di collegamento tra Saronno e Busto Arsizio, dove transitano mediamente oltre 20 mila veicoli al giorno e dove si trovano supermercati e centri commerciali, pur non essendo direttamente sul territorio comunale ma alle porte, come Esselunga, Auchan, Grancasa o Bossi. La via a livello commerciale è molto vivace e con attività variegate, dai bar ai ristoranti, dalle edicole ai negozi di alimentari, a sale slot e scommesse, su due chilometri e mezzo “uboldesi” con posti per posteggio su entrambi i lati ma senza pista ciclabile e pedonale.
La seconda sezione è quella oltre via Iv novembre e la periferia con le Cascina, Regusella, Girola, Soccorso e Malpaga: ci sono solo 10 esercizi commerciali aperti. La terza sezione è quella del centro storico: da via Ceriani a via Italia e le arterie laterali, per quasi due chilometri. Qui conviene suddividere: nei 900 metri fra via Ceriano e via San Martino, comprendendo via Raffaello Sanzio, ci sono la maggior parte degli esercizi commerciali ed i servizi, dalla chiesa al cinema teatro, alla biblioteca al municipio, alle associazioni. Con strade a doppio senso e oltre 220 posti auto ed un piccolo tratto di ciclopedonale per 150 metri. Mentre negli ottocento metri fra via San Martino e la fine di via Italia comprendendo piazza San Pietro, via Roma piazza San Giovanni Bosco e via Magenta ci sono 60 posti e 200 posti auto in zona cimitero a 300 metri ed una ciclopedonale di 600 metri. Qui ci sono 69 esercizi commerciali, 39 aperti e 30 chiusi, il 43 per cento!
Emerge un dato inequivocabile: il centro del paese oggi si è spostato nell’area compresa fra via Ceriani e l’inizio di via San Martino mentre il “vecchio” centro è diventato periferia con edifici abbandonati, nessun servizio pubblico, strada stretta, pochi posti auto, marciapiedi inadeguati, fermi a cinquant’anni fa. Il peggio in via Italia: 12 negozi aperti contro 13 chiusi. A conclusione di questa analisi, senza voler dare giudizi e senza la presunzione di “avere la verità in tasca”, desideriamo però trarre alcune considerazioni. La zona coincidente con la via Iv novembre – la vecchia provinciale – fa vita a sé e la presenza degli esercizi commerciali, sebbene con frequente ricambio, è significativa. D’altra parte gli oltre 20 mila veicoli al giorno che transitano su via Iv novembre e la presenza di parecchi posti auto che facilitano la sosta sono un buon viatico per il commercio. Poco significativa – per lo scarso numero di negozi – la presenza di esercizi commerciali nelle zone periferiche del paese. Un dato però emerge: il fatto che al di là della via Ib novembre (verso Gerenzano), nonostante la presenza di tante abitazioni e di una scuola elementare, esistano solo un paio di esercizi commerciali. Degna di nota a livello commerciale è invece la zona centrale del paese. Questa, però, come emerge dai dati, risulta spaccata in due. La zona dall’incrocio di via San Martino con via Raffaello Sanzio fino alla fine di via Ceriani e la zona dall’incrocio di via San Martino con via Raffaello Sanzio fino alla fine di via Italia. Due realtà completamente diverse, addirittura due paesi diversi.
La prima ricca di servizi pubblici, con strade a doppio senso di marcia e molti posti auto conta l’82 per cento di esercizi commerciali aperti, la seconda con un solo servizio pubblico, strade strette e a senso unico di marcia conta il 43 per cento di esercizi commerciali chiusi. In questa seconda parte di paese vi sono addirittura vie dove è maggiore il numero di esercizi commerciali chiusi rispetto a quelli aperti (via Italia, via San Martino, piazza San Pietro). E stiamo parlando dello stesso paese, della stessa gente e, più o meno, dello stesso tipo di esercizi commerciali. Ciò significa che negli anni (almeno negli ultimi 15-20 anni) la prima parte del paese – quella verso Saronno – ha avuto uno sviluppo positivo per il commercio, mentre l’altra parte del paese è rimasta ferma.
01032016