25 aprile, Fdi non c’era: “Macchè festa di tutti”
SARONNO – “Il 25 aprile? Non è la festa di tutti e la maggioranza delle forze partigiani di allora avrebbero voluto instaurare una dittatura comunista che la democrazia avrebbe cancellato”. Questo, in estrema sintesi, il comunicato del consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Alfonso Indelicato, riguardo alla “Festa della liberazione”. Fdi non ha partecipato alle celebrazioni mattutine, e stigmatizza le contestazioni al sindaco Alessandro Fagioli.
Riportiamo integralmente l’intervento di Indelicato.
Diverse scuole psicologiche hanno da tempo indagato e messo in luce la cosiddetta “comunicazione paradossale”, insieme ai suoi effetti più o meno nocivi, e talora devastanti, per chi la subisce. In buona sostanza, essa consiste nel proporre o imporre ad un interlocutore una falsa alternativa, nel senso che, se questi sceglierà A, gliene deriveranno conseguenze spiacevoli, se sceglierà B, altrettanto (anche se diversamente) spiacevoli. Si tratta di una modalità comunicativa, dicono gli esperti, che spesso pratichiamo senza rendercene conto; talora, invece, del tutto consapevolmente e con intento malizioso. Chi volesse approfondire l’argomento può leggere il classico “Pragmatica della comunicazione umana” di Paul Watzlawick: noi invece ci limitiamo qui ad identificare i paradossi determinati dall’odierna celebrazione del 25 aprile, sia nella nostra Saronno che altrove.
Il primo riguarda la partecipazione del sindaco Alessandro Fagioli alle cerimonie. Avendo partecipato alle medesime, egli è stato oggetto delle manifestazioni villane ormai note a tutti i cittadini. Qualora, invece, non avesse partecipato, la sua assenza sarebbe stata stigmatizzata – col consueto tono pedagogico che accomuna in tali circostanze tutte le Sinistre – nei vari comunicati stampa pubblicizzati dai media, lamentandone la scarsa sensibilità democratica. Insomma, caro sindaco, se fai una cosa sbagli, se fai l’altra sbagli lo stesso.
Il secondo paradosso riguarda la definizione del 25 aprile come “festa di tutti” come pure si leggeva su molti manifesti appesi qua e là questa mattina in città. Ebbene, se si tratta davvero di una festa di tutti, non si dovrebbero esigere credenziali politiche da chi desidera parteciparvi, contestando ed insultando chi vi presenzia pur non possedendo – a parere dei manifestanti – il prescritto pedigree. Altrimenti il pedigree lo si esiga, ma non si dica che è una festa di tutti.
Il terzo è forse il più evidente, ed esula prepotentemente da quanto avvenuto a Saronno, applicandosi alla vicenda storica di cui la festa perpetua il ricordo: definiamolo, pertanto, il “paradosso fondamentale”. Si parla di festa della Liberazione, ma si dimentica di annotare che la stragrande maggioranza delle formazioni partigiane che oggi vengono celebrate non combattevano affatto per la libertà, ma per instaurare in Italia una dittatura almeno altrettanto spietata di quella nazista, cioè quella dittatura comunista che avrebbe goduto della direzione di Palmiro Togliatti, a sua volta teleguidato da Giuseppe Stalin (e non dal Mahatma Gandhi). Insomma si sarebbe trattato della libertà – ben paradossale – di languire e morire nel gulag.
Il quarto ed ultimo paradosso che intendo evidenziare è quello costituito dalla celebrazione delle Sante Messe in concomitanza di questa ricorrenza civile. Chissà se ci sono sacerdoti i quali, mentre pronunciano l’omelia parlando di libertà riconquistata, riflettono sul fatto che, se nel ’45 avesse vinto la Resistenza comunista, la Chiesa sarebbe stata perseguitata, i preti uccisi (ne vennero uccisi tanti lo stesso, tra il ’45 e gli anni seguenti), gli edifici sacri sconsacrati e usati come magazzini e case del popolo. Va però detto che la Chiesa possiede delle ottime giustificazioni: essa ha una missione che guarda lontano, alla fine dei secoli, pertanto non può, costitutivamente, essere troppo attenta a ciò che è attuale. Neppure troppo legata, e neppure troppo slegata a ciò che è attuale. Il suo occhio guarda lontano infallibilmente, ma da vicino è presbite.
Forse per questo, cioè per preservare i cattolici dalle sviste politiche della sua Chiesa, Nostro Signore volle salvaguardare l’autonomia della sfera civile dicendo ai farisei del suo tempo: “date a Cesare quel che è di Cesare”.
Alfonso Indelicato
Consigliere comunale di Fratelli d’Italia Alleanza nazionale
25042016
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Commenti
Il paradosso più grande è che questo signore può liberamente scrivere qualsiasi cosa su questo libero giornale grazie anche a chi ha combattuto i fascisti.
A chi è stato dalla parte giusta.
Il Sig. Indelicato vada a rileggersi la Legge 31 dicembre 1925, n. 2307 la quale (in breve) diceva che i giornali potevano essere diretti, scritti e stampati solo se avevano un direttore responsabile non sgradita al governo (fascista), pena l’impossibilità a pubblicare.
Se non si vuole festeggiare il 25 Aprile si può liberamente fare, si può anche liberamente tacere se altri vogliono festeggiare.
Non c’è fine, la cosa incredibile è che i comunisti sono indistruttibili…però solo in Italia…
abbiamo recuperato l’orgoglio nazionale con questi signori? bella questa…
Caro Lucio apprezzo il tuo intervento. Solo per Tua informazione, l’ANPI di Ferrara ha chiesto la rimozione dalla locale biblioteca dei libri di Pansa che tu citavi. Un cordiale saluto
Caro Alfonso, converrai che in questi ultimi 10/15 anni grazie soprattutto al coraggioso lavoro di Giampaolo Pansa è stato alzato finalmente il velo di silenzio sul lato oscuro della Resistenza, quello delle vendette, dei regolamenti di conti, delle faide interne all’allora Partito Comunista o delle lotte tra la componente comunista e quella cattolica della resistenza che portarono per esempio alla strage di Porzius. Quindi la ricerca storiografica e la pubblicistica ci restituiscono oggi una visione più equilibrata e corretta del periodo ’43-’45. Ma questo non vuol dire disconoscere il ruolo che la lotta antifascista ha giocato nel ripristino delle libertà civili e politiche nel nostro Paese, nell’instaurazione di un regime democratico, nella stesura largamente condivisa di una Costituzione ancor oggi valida e attuale almeno nelle sue linee guida. Grazie alla lotta partigiana – cui i cattolici come Mattei, Taviani, Sereni, Dossetti e tanti altri hanno dato un fondamentale contributo – abbiamo recuperato l’orgoglio nazionale e abbiamo scritto insieme le regole in base alle quali siamo riusciti a convivere democraticamente per settant’anni. Direi che basta e avanza per tramandare alle giovani generazioni questo lascito anche attraverso la celebrazione la più dignitosa e unitaria possibile del XXV aprile. Un abbraccio
la censura su questo sito la dice lunga sul vostro schieramento
L’assessore Castelli mi risulta non essere di fratelli d’Italia, bensì di una lista civica…
Ma se gli esponenti di Fdi non hanno partecipato alla commemorazione, perché l’assessora Castelli era presente?
Non vorrei vi foste perso un assessore in questi mesi…
1+1=2
la Castelli non è di Fratelli d’Italia, si è presentata con una lista civica ( precisamente quella guidata Lucano) , informati e studia la matematica!!!
E’ già’…. Complimenti vivissimi, una lezione di storia ottima, equilibrata, senza sbavature. Forse per una dimenticanza sicuramente non voluta l’esperto della resistenza ha omesso di elencare i massacri, le barbarie, le vendette e le atrocità commesse dai liberatori….
Si è anche dimenticato di affrontare il significato del termine “resistenza tradita”.
Si è anche dimenticato di raccontare le faide che si sono sviluppate anche a Saronno fra partigiani comunisti e partigiani cattolici…..
Caro erede la sua memoria e’ molto discutibile.
Ovvio che non è la festa di tutti, voi avete perso.
Indelicato segue i suoi incubi … Peccato che li vuol fare diventare storia.
La Costituzione Italiana fu scritta dai liberali, dai cattolici, dai socialisti, dagli Azionisti…. e anche dai comunisti italiani.
La Costituzione è Antifascista, nella lettera e nei principi che la ispirano…
Se ne faccia una ragione.
Se ne faccia una ragione anche Fagioli…
Che ha fatto male, malissimo non ad essere in piazza il 25 Aprile
ma ad esserlo dopo aver sponsorizzzato i neofascisti amici di Indelicato, le bufale transgender con tanto di saluto romano dell’ Indelicato stesso, dopo aver disdegnato le associazioni saronnesi per la giornata della memoria, dopo aver definito i profughi clandestini…
Che ha fatto male, malissimo a fare un discorso dove ha negato che il 25 Aprile è antifascista, che la Liberazioone sia stata liberazione dal fascismo, e che il colonialismo e il neocolonialismo siano oggi causa della povertà di milioni di disperati….
Direi Indelicato conseguente e coerente contro ogni forma di antifascismo, Fagioli pavido anche nel sostenere con coerenza le sue scelte…. Tutti e due rimandati in storia.
Non si può far finta di essere antifascisti solo il 25 Aprile
Leggo sempre con interesse ciò che scrive Indelicato, trovo che sia sempre estremamente corretto e garbato…qualità che purtroppo non appartengono a lei Liotta ed ai suoi amici comunisti…
certo che la festa non era per loro. loro 71 anni fà le hanno sonoramente prese. si rilegga la stora della città di saronno
Bravo Alfonso, è ora di smascherare l’ipocrisia dei fascisti rossi
Caro Indelicato, non ho molta simpatia per il nostro sindaco…convengo con te che sicuramente l’atteggiamento dei “quattro gatti ” cattocomunisti presenti alla ricorrenza si qualifica da solo…
del resto mi permetto di far osservare quanto segue:
Il gregge è disperso quando i pastori si alleano con i nemici della Verità di Cristo. (Padre Pio )
Qui non si vuol far sapere che il regime fascista con il benestare del Re creò campi di concentramento in Istria, Grecia e nelle colonie africane dove morirono decine di migliaia di innocenti. Già, poi si dice Italiani brava gente e Resistenza comunista…
Con tutta la stima e la simpatia per il prof Indelicato le feste nazionali (leggasi le feste di tutti) non le decide lui ma una legge dello Stato. Per questo l’assenza di qualsiasi esponente di FdI stamattina rattrista così come il patetico tentativo di quattro scalmanati di disturbare la manifestazione. E visto che ci sono mi e’ spiaciuto vedere il Sindaco pronunciare la commemorazione ufficiale senza fascia tricolore. Ma su questo FdI mi sembra ormai disposta a chiudere due occhi….
Caro Lucio,
naturalmente non ho il diritto di decidere io le feste nazionali. Ho però il diritto, pur ricoprendo un (modesto) ruolo istituzionale, di scegliere quelle alle quali partecipo. Ma, detto questo, il mio intervento non riguardava tanto l’esserci o non esserci, ma quelle che il compianto Prof. Giovanni Reale chiamava le “aporie”, cioè le contraddizioni di una ricorrenza la quale – mi auguro vorrai ammetterlo – non è come le altre.
Sono invece d’accordo con te nel lamentare la latitanza, o la scarsa visibilità, del tricolore. Il mio affetto per il vessillo nazionale non deriva certo dalla sua matrice giacobina, né dalla modellatura sul tricolore francese, ma dal carico di storia che esso porta con sé: entusiasmi e delusioni, guerra vinte e perse, crisi gravissime e folgoranti riprese, dedizione e sacrificio, prima della morta gora che da anni ormai ci affligge. Penso alle trincee del Carso, al ridotto di Bir El Gobi, ai ragazzi che dopo il ’43 combattevano gli uni contro gli altri in una dolorosa guerra civile, fascisti e antifascisti, ciascuno con la sua fede. Peccato che il 25 aprile si ricordino solo gli antifascisti e non, per esempio, i ragazzi della Decima Mas che con la battaglia della Selva di Tarnova fecero argine alle truppe titine, e per il loro sacrificio oggi Gorizia è ancora italiana, e vi si parla il nostro dolce idioma. Lo parlano anche gli inconsapevoli e gli immemori. Per forza sono tali: non c’è la ricorrenza della Selva di Tarnova, non c’è neanche una lapide che la ricorda.Condivido solo sulla fascia tricolore…eterna ASSENTE…
Non comprendo i se, se, se, mi sembra un arrampicarsi sui vetri pur di negare quello che è accaduto e quello, di conseguenza che permette a gente come lei o Silighini di esprimere i propri convincimenti. A chi ha vissuto anche solo da ragazzo quei momenti prima del 25 aprile, anche solo a Saronno senza andare troppo lontano, sente dentro di se una voglia matta di reazione: è incredibile che gente che si ritiene colta e degna di ritenersi leader possa insultare coloro che a ragion veduta vogliono ricordare i sacrifici di chi ha conquistato anche per loro la libertà che ora indegnamente godono.
Trovane uno bravo che ti possa capire e aiutare
studiare al storia alla svelta…quella vera non il revisionismo che vorreste fare passare come storia. Anzi consiglio di andare a cercare nella storia di Saronno i nomi di quelli che in giro per il mondo con la camicia nera dei reparti speciali si sono macchiati delle nefandezze più incredibili anche su donne e bambini in specie in Jugoslavia, Albania e Grecia (poi si vorrebbe ricordare solo le foibe)