Nigro: “Il Centro di Arese, tempio del consumo”
14 Maggio 2016

SARONNO – “Il “Centro” di Arese è il nuovo tempio del consumo dell’area metropolitana milanese. Alcuni lo indicano come il più grande centro commerciale d’Europa. Sicuramente il gigantismo rappresenta uno dei suoi tratti distintivi”
Inizia così la riflessione dell’ex assessore Giuseppe Nigro sul maxi centro commerciale che ha aperto qualche settimana fa ad Arese.
“Credo si possa dire che l’idea di fondo sviluppata dai progettisti dello “Shopping Center” di Arese sia quella di creare punti di aggregazione, moderne piazze, in un unico luogo consacrato al consumo. Un tempo l’architetto pensava la piazza come luogo d’incontro, di socializzazione su cui si aprivano gli edifici del potere politico, religioso e privato dei maggiorenti. Lo stesso luogo poteva anche fungere da mercato. Oggi, a prevalere e a strutturare la vita degli individui dentro un grande spazio circoscritto, è esclusivamente il consumo e suoi punti terminali, gli esercizi commerciali.
L’edificio, unico nel suo genere, si pone decisamente come un potente polo d’attrazione, come luogo di incontro di una vasta e numerosa umanità che insiste non solo su Milano, ma su gran parte della Lombardia e del Canton Ticino. Da quando nel 1918, fu aperto a Milano, il primo grande magazzino, “La Rinascente”, è trascorso quasi un secolo. La distanza fra Piazza Duomo e il “Centro” di Arese, non è solo spaziale, è lo scarto culturale e antropologico che colpisce.
Rimangono aperti parecchi interrogativi. Non soltanto quelli evocati dai capannoni industriali della storica fabbrica Alfa Romeo. Il quesito sulla desertificazione del sistema industriale lombardo è un rovello che non svanisce neppure di fronte alla meraviglia del moderno. Quali gli effetti sul commercio dei centri dell’Alto Milanese? Quali conseguenze sulla qualità della vita dei centri storici che si erano pensati non soltanto in una dimensione commerciale ma pure socializzante? Quali gli effetti sull’emporio a cielo aperto che nel corso degli anni era diventato l’asse viario dell’antica strada statale Varesina? Quali gli effetti complessivi sull’occupazione? E ancora! Possiamo spingere ulteriormente i consumi? Come è possibile – seppure il “Centro” sia stato realizzato su un precedente insediamento – non aver risarcito l’ambiente circostante?
Non molti lustri fa ad Arese si recavano i pulmini che portavano gli operai in fabbrica da Milano, dai paesi e dalle città dell’Alto Milanese. Oggi, il “Centro” raggiungibile grazie ad un complesso sistema autostradale da Milano, Torino, Canton Ticino è l’attrazione di famiglie in gita al tempio del consumo. Ma è pensabile che si possa plasmare il nostro futuro esclusivamente sul consumo? La moderna religione del consumo può rappresentare la nostra prevalente fonte di soddisfazione? Di autorealizzazione spirituale/essitenziale? Non è arrivato il momento di coltivare meglio e di più bisogni immateriali (dalle relazioni familiari e sociali, alle gratificazioni nel lavoro)?
Per uscire dalla crisi non basta il gigantismo degli edifici e l’ulteriore incremento dei consumi! Una riflessione su quello che un tempo si chiamava “modello di sviluppo” s’impone”
14052016
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Commenti
Si c’e’ il demonio la dentro! fate attenzione!!!!!!!!!. ma va laaaaaa—siamo nel 2016 sveglia.
comunque meglio un punto di congregazione in un centro commerciale che in un centro sociale!
Ci tengo a far sapere che una profonda riflessione sul modello di sviluppo al servizio solo del denaro imposto dalle multi americane attraverso le loro guerre ce la proponeva Umberto Bossi spiegandoci tutto con profondità e ampiezza di vedute gia ai tempi del Kosovo.
Ma erano discorsi troppo difficili per molti e il pifferaio ha avuto il sopravvento. Troppo tardi.
se uno chiedesse in famiglia, o ai propri amici e conoscenti perché preferisce andare al centro commerciale invece che dal piccolo negozietto capirebbe molte cose: la scelta infinita di prodotti e il prezzo come minimo sono già buoni motivi per capire perché il mondo gira in un verso e non nell’altro…
I centri commerciali sono le moderne piazze del XX e XXI secolo, ma sono ai margini delle zone abitate e sono accessibili solo tramite auto.
Il centro storico di Saronno come tutti i centri storici offre molto di piú.
E accessibile anche a piedi, in bicicletta, in treno o col bus urbano e extraurbano, non solo con la macchina.
Ci sono tesori come San Francesco o il Santuario, ci sono musei da visitare, c’é il teatro, i cinema.
Cosa fare per migliorare l’appetibilitá?
Aumentare la sicurezza, soprattutto nelle ore notturne.
Per fare questo bisogna avere piú forze dell’ordine sul territorio e bisogna far vivere il centro anche dopo la chiusura dei negozi anche d’inverno e non solo d’estate.
E poi si deve riqualificare palazzo Visconti e cercare di attirare gente a vivere nel centro storico senza costruire nuove case in periferia.
E’ un po’ presto per preoccuparsi. Diamo tempo alla curiosità di sbollire. E poi: qui abbiamo l’artificio (il centro commerciale) che copia la realtà (la piazza e il corso cittadino). Beh, allora la realtà si dia da fare e riprenda il suo primato. Il come è una questione sola: studiare, studiare, capire, capire, copiare, copiare. Meno parole al vento, meno slogan cretini. Qui siamo ancora a chi pensa di risollevare il commercio cittadino facendo portare le auto davanti alla vetrina.
normale evoluzione del commercio, a Saronno non lo si è capito e si insiste a parlare di DUC (distretto unicodel commercio) mentre i saronnesi vanno ad Arese, Rescaldina, ecc.. Non ci si illuda che il precedente modello dei piccoli negozi fosse un modello migliore di tipo socialista, era solo un capitalismo di tipo familiare (e assai poco efficiente)
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Finché si persevera nella scelta di mantenere Banfi alla guida dell’assessorato al Commercio …..i commercianti di Saronno sono destinati l’uno dopo l’altro ad abbassare la saracinesca.
Se a questo aggiungiamo che le politiche giovanili non decollano per mano pubblica, ma resistono sotto la protezione dei soli degli oratori, la domanda ai più viene spontanea: a quando un rimpasto di Giunta? A cosa serve SAC all’interno di una maggioranza che sta in piedi da sola? Utile ancora l’inutile operato di Banfi? Possiamo risparmiare sul bilancio congedandolo dalla carica pubblica a cui è stato insignito?
Ha ragione Sign. Nigro… Il modello capitalista di società che ci stanno facendo credere come evoluzione, è soltanto un INVOLUZIONE dell’uomo, dei suoi rapporti sociali ed economici. Gentile Nigro, come uscire però da questa situazione?
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Dall’Islam. Anche se Nigro non riconosce alcun dio.
W il Komunismo….👿👿👿👿👿👿
Se i muri non sono tuoi 2 anni e si fallisce.
I negozi a Saronno non hanno scampo.