Veronesi: “Non siamo d’accordo nel vendere la Sessa. Lavoriamo per dare case ai saronnesi”
Veronesi entra subito nel vivo partendo dalla vicenda della Sessa di cui la maggioranza ha votato la vendita delle quote, il 62% nell’ultima seduta del consiglio comunale: “Non siamo d’accordo nel vendere la Sessa, perché secondo noi ha utilità sociale e non economica. Le leggi nazionali sostengono però che dobbiamo provare in modo concreto questa utilità sociale. Non abbiamo potuto fare altro che mettere in vendita la quota del Comune, per dimostrare fuori di ogni dubbio che non c’è utilità economica nella Sessa. Non la comprerà nessun privato. Non si intende vendere la Sessa, ma continuare nel percorso di concessione degli alloggi ai cittadini bisognosi. Gli uffici comunali, l’assessorato e la commissione casa stanno lavorando bene in questo senso da anni e intendiamo proseguire in questo senso nell’interesse dei saronnesi”.
Ma Veronesi rimarca l’impegno del Comune: “La critica della sigla di sodali mi dà la possibilità di pubblicizzare quanto stanno seguendo le commissioni casa e urbanistica. Oltre alla Sessa, l’amministrazione sta investendo molte risorse per creare le condizioni per aumentare il numero di alloggi con affitto calmierato, in modo di aiutare i saronnesi a rimanere ad abitare a Saronno. Il Comune di Saronno, grazie a nuove normative e fondi messi a disposizione da Regione Lombardia, sta aumentando il numero di alloggi ad affitto calmierato coinvolgendo sempre di più i proprietari di alloggi privati che vogliano aderire a questa interessante possibilità.
“La crisi economica – continua Veronesi – ha colpito duramente anche quello che fino a qualche anno fa veniva chiamato ceto medio ed ha colpito soprattutto i giovani che non hanno contratti di lavoro insicuri e di conseguenza le giovani famiglie. La Regione Lombardia grazie alla poca autonomia legislativa a disposizione che speriamo possa aumentare, si è inventata un percorso per queste nuove categorie bisognose di una spinta economica per riuscire ad abitare in una casa. In sostanza il Comune fa da tramite alle richieste di affitti calmierati ed all’offerta di alloggi ad affitti calmierati, garantendo il pagamento dell’affitto al proprietario dell’alloggio attraverso dei fondi messi a disposizione dalla Regione. Attualmente l’Ufficio Casa si è comportato egregiamente ottenendo ottimi risultati che saranno illustrati durante la discussione del bilancio in consiglio comunale. Sul fronte urbanistico l’amministrazione sta sfruttando tutte le possibilità normative affinché aumentino il numero di alloggi convenzionati per far fronte alla richiesta di case di proprietà per i saronnesi. La priorità è quella di consentire alle giovani coppie saronnesi di rimanere a vivere nella propria città. Possibilità di edilizia convenzionata saranno sempre maggiori per aiutare i saronnesi”.
Ma non solo il capogruppo risponde anche sulla critica per il nuovo palazzo di 5 piani in via Pusterla: “Criticare poi i progetti privati che non distruggono territorio, ma creano nuove possibilità di alloggio, e rispettano tutte le normative del Pgt è assolutamente perverso e suona strano quando la critica viene da coloro che urlano all’emergenza alloggi. Ognuno deve rispettare il proprio ruolo: il Comune scrive le regole ed il privato rispetta le regole scritte. Il Comune non può e non deve applicare le normative in modo arbitrario bloccando progetti che rispettano il Pgt. I sodali di Attac se lo infilino bene in testa: l’arbitrarietà dei permessi di costruzione tipica dei regimi comunisti, non trova più spazio a Saronno”.
Immancabile la chiosa politica: “Suona strano che le critiche arrivino da coloro che mettono i diritti degli stranieri al primo posto, anche quando questi diritti si declinano come richieste arbitrarie di un collegamento internet WI-FI gratuito, mentre i saronnesi devo pagare tutto e di più.
Le critiche arrivano da chi non si interessa minimamente ai problemi dei nostri concittadini: lavoro, casa e sicurezza, ma vogliono portare via lavoro e casa ai saronnesi per concederli agli ultimi arrivati.
Seguendo la logica perversa di Attac, se il privato fosse stato uno straniero, magari l’abitrarietà reclamata gli avrebbe concesso di poter costruire 20 piani”.
E conclude: “Rimarco quindi che le critiche dei sodali di Attac sono assolutamente infondate. Ci piacerebbe far sapere ai cittadini chi si cela all’ombra di queste sigle poco trasparenti. Noi ci dobbiamo sempre firmare, mentre altri possono nascondersi dietro sigle. Chiedo alla stampa di fare opera di trasparenza e dimostrare il coraggio di pubblicare i nomi ed i cognomi di coloro che inviano gli articoli esattamente come fanno per tutti gli altri, in modo di rendere evidente e trasparente ai cittadini che sono sempre le stesse persone politicamente inquadrate, ma con sigle che cambiano di volta in volta a seconda dell’argomento trattato”.
18012017