Nazionale fuori dai Mondiali: la riflessione di Lorenzo Guzzetti
UBOLDO – Pubblichiamo la riflessione del sindaco Lorenzo Guzzetti condivisa dopo la partita Italia – Svezia.
“Questa è la prima epoca in cui tutti i ragazzi devono pagare per giocare a calcio e pagando devono giocare tutti. Dov’è la selezione?
Davvero il socialismo poteva riemergere dal calcio? Resta questa delusione immensa che spero aprirà finalmente una discussione. Perché siamo scomparsi? E dove sono gli italiani bravi? Nemmeno in serie B. Pensiamoci per una volta senza bandiere.” (Mario Sconcerti)
Una selezione di ragazzi che null’altro è che lo specchio di quello che quotidianamente chi fa il mio mestiere si trova davanti. Ma soprattutto un’epoca dentro la quale la “selezione”, il talento, l’accettare e il riconoscere che uno è più bravo di un altro non esiste più.
E’ anni che litigo con i miei amici quando parliamo di queste cose dicendogli che il calcio è finito, finito con i soldi (tanti, troppi…) che girano non tanto nelle serie professionistiche, ma i soldi che girano nelle piccole squadrette di terza, seconda, prima categoria, nei campi infangati della domenica e del sabato pomeriggio, in ragazzetti di 16, 17 anni che per 50 euro (cinquanta euro!) vanno a giocare nel paesello di fianco pensando di essere un “nome” della zona.
Giovani che arrotondano con veri e propri stipendi quasi sempre rigorosamente in nero i loro veri stipendi lavorativi. Genitori che li vedi tra maggio e luglio cercare “la squadra giusta” per il bambino che ancora magari non sa le tabelline però sa dare quattro calci a un pallone con un po’ più di coordinazione rispetto ai suoi coetanei.
Arricchiti che giocano a fare i presidenti alla Cairo o alla De Laurentis circondati da adepti al capo fin quando ha la grana che giocano con soldi non loro a fare “calciomercato” (calciomercato, ma vi rendete conto…).
Poi sarà Ventura, Tavecchio e il bla bla bla.
Tifosi che fischiano gli inni degli altri. E qui eravamo noi italiani lì allo stadio, non i giocatori o il ct. Ai bambini allo stadio, e ne ho visti tanti, stasera avete insegnato a dire “merda” ogni volta che il portiere svedese rinviava?
Ma siete mai andati a vedere una partita la domenica pomeriggio sugli spalti di terza, seconda categoria? Ma li avete mai sentiti i papà e le mamme fuori?
Sarà anche che in questa benedetto e maledetto Paese i dirigenti non si prendono la responsabilità nemmeno nel calcio, figurarsi nella politica e dove le cose sono serie.
A volte un piccolo esame di coscienza facciamocelo anche noi.
Lorenzo