Mozione secretata, Ob sar: “Ecco perchè abbiamo deciso di ritirarla”
SARONNO – Riceviamo e pubblichiamo la nota di Obiettivo Saronno in merito alla scelta di secretare la discussione della mozione sull’incarico alla moglie dell’assessore D’Amato presa nella seduta di ieri del consiglio comunale.
Mentre le sorti del Giuditta Pasta, tra i mal di pancia e i personalismi della maggioranza, sono ancora incerte, ieri sera il teatrino si é spostato in Piazzale Santuario, nel Consiglio Comunale di Sala Vanelli.
Per fare chiarezza di fronte alla cittadinanza, in merito a quanto accaduto sull’incarico pubblico retribuito alla moglie dell’Assessore al bilancio Domenico D’Amato, Obiettivo Saronno, nel pieno rispetto di tutti i tempi tecnici necessari, ha presentato una mozione, così da poter ottenere delle risposte in Consiglio e di permettere la discussione nella piena trasparenza che la città e i cittadini meritano.
Durante la riunione dei capigruppo, che precede il Consiglio Comunale, nessuna obiezione era stata sollevata sull’ammissibilità della mozione o sulla necessità di secretarla, né dal Presidente del Consiglio, né dagli esponenti politici, né dal Segretario Comunale che ha preventivamente il dovere e il compito di esprimersi sugli aspetti tecnici e legali di tutti i punti all’ordine del giorno.
Poco prima dell’inizio della discussione, però, casualmente, alla consigliera Rufini, capogruppo di Tu@Saronno, viene il dubbio sul poter discutere questa mozione in forma pubblica, perché l’articolo 43 del regolamento specifica che queste sedute vanno svolte in modalità non pubblica quando “vengono trattati argomenti che comportano apprezzamento delle qualità o del comportamento delle persone e su tale apprezzamento si debba fondare la deliberazione del consiglio comunale.”
Nella mozione, pubblicata integralmente, è possibile vedere come non si parli mai di apprezzamenti personali sulla persona, bensì della non opportunità politica di avere scelto come commissaria proprio la moglie di un assessore nonché membro, come comunicato sui mezzi di informazione e fino a prova contraria, della segreteria del Partito democratico.
Inoltre il consiglio comunale si sarebbe dovuto esprimere in merito alla poca attenzione che il sindaco Augusto Airoldi, in qualità di organo responsabile dell’amministrazione e legale rappresentante del Comune di Saronno, ha riservato ai principi di qualità, efficienza, efficacia, economicità e trasparenza, al fine di assicurare la rispondenza dell’azione amministrativa al pubblico interesse. Nulla, dunque, a che vedere sull’apprezzamento delle qualità e del comportamento della moglie dell’assessore.
Durante i nostri interventi avremmo espresso pubblicamente molte considerazioni, ma per l’ennesima volta ci è stato impedito: il segretario comunale, senza alcuna possibilità di confronto, ha sostenuto quanto richiesto dalla consigliera Rufini, e il presidente del consiglio, anch’esso senza dare possibilità di discuterne, si è arrogato il diritto di secretare la seduta prima che questo fosse possibile, visto che il regolamento specifica che si sarebbe potuto rendere segreta solo durante la discussione, che invece ancora non era nemmeno iniziata.
Ci chiediamo quali possano essere i dati sensibili che non sarebbero potuti essere resi pubblici descritti nella mozione, in virtù dell’intervento della consigliera Rufini e del segretario comunale, secondo il quale il dato indiscutibile e sensibile è l’appartenenza della moglie dell’assessore al Partito democratico, non sapendo forse che la medesima era stata candidata alla segreteria del Pd cittadino e che attualmente, come comunicato dai mezzi di informazione e fino a prova contraria, è membro della segreteria.
Accettare di discutere in un consesso secretato avrebbe portato, inevitabilmente, a non fare sapere ai cittadini l’opinione di ogni singolo consigliere comunale, in particolar modo dei consiglieri di maggioranza, e che non si sarebbe più potuto comunicare quanto discusso durante il dibattito, con la conseguenza che i cittadini non avrebbero conosciuto la verità. Per questo motivo abbiamo deciso di ritirare la mozione e di parlarne pubblicamente nell’unico modo che ormai questa amministrazione ci permette, senza censura, sui nostri canali social e sulle pagine della stampa, nel pieno rispetto della democrazia e della condivisione per la quale combatteremo senza sosta e per cui i cittadini hanno il diritto di essere rappresentati.
Una pagina buia del nostro consiglio comunale, buia quanto la trasparenza di questa amministrazione che per cercare di salvare i pochi fedelissimi alla Giunta, manda a rotoli i suoi stessi principi e la città tutta.
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Commenti
Finito tutto a tarallucci e vin?
Hanno le bandiere del Legnano?
In parole povere, come si sospettava, unico fine era la loro visibilità non fare chiarezza sulla vicenda.
Che modo penoso di fare politica…e voi sareste il “nuovo” che avanza??
Tanti bla bla bla, ennesima dimostrazione di quanto siete solo chiacchiere. Se era così importante se discuteva con o senza pubblico…. Quando si dice la toppa peggio del buco….
I social e certa stampa a voi accondiscendente sono la vostra dimensione, la politica lasciatela a chi ha un minimo di competenza
Quindi sostanzialmente confermate il dubbio di molti ovvero che della mozione in sè non vi fregava nulla ma era solo occasione per avere visibilità. Mah resto alquanto perplesso
Se vi interessava discuterne c’era il c.c. (anche a porte chiuse) evidentemente vi interessava solo fare un po’ di cinema in diretta civicam
Poi informatevi su cosa e’ possibile discutere e no secondo regolamento e privacy… Al netto che e’ sempre piu’ “furbo” e trasparente non dare incarichi a un famigliare…