Le glorie della Parigi-Dakar al Museo Ondarossa di Caronno
9 Maggio 2023

CARONNO PERTUSELLA- E’ risaputo che i diecimila chilometri del rally più pericoloso del mondo hanno spesso incoronato auto e piloti al rango di leggenda, fra i vari Peterhansel, Neveu e Orioli. Laddove il sole sorge e tramonta fra sterrati scoscesi e deserti sabbiosi fungendo da unico punto di riferimento, uomo e mezzo sono stati messi a dura prova fin dal 1979. Il Museo Ondarossa di corso della Vittoria a Caronno Pertusella è pertanto orgoglioso di accogliere quattro nuovi ospiti, esemplari unici che portano con orgoglio le livree e i segni dovuti alla partecipazione a una delle gare più grandi (e folli) del mondo.
La prima vettura è una mitica Audi Quattro. Anche se in Italia è ricordata dai più come la principale antagonista delle Lancia Delta, quest’auto è stata completamente separata dall’idea originale del marchio tedesco. Monta infatti il telaio e il motore V8 da 3500cc derivato dalla Range Rover, mentre l’impianto di raffreddamento e le sospensioni sono stati rivisti e migliorati in vista del duro rally del deserto, al quale partecipò nel 1987 sotto l’abile mano di Franco de Paoli.
La seconda auto che il museo si fregerà di poter accogliere è una vera sopravvissuta del deserto: una Range Rover del 1981. La spinge un V8 ancora più grande di quello della Audi Quattro (4200cc) e capace di sprigionare 300 cavalli su un’impressionante distanza di 1200km resa possibile dall’aggiunta di un serbatoio carburante ausiliario. Dopo un viaggio di prova e collaudo sul tracciato del rally avvenuto nel 1981, fa il suo debutto nella competizione ufficiale nell’anno successivo, come auto di sostegno ad alcune moto di partecipanti privati. Incredibilmente, l’auto alimentata da due carburatori dell’italiana Dell’Orto copre una lunghezza di circa 9600km non-stop senza subire guasti, fino alla rottura di una biella, riparata dal successivo proprietario.
La terza “vecchia gloria” è una Opel Manta del 1976. Si tratta di una vettura ben lontana dalle mastodontiche cilindrate delle due precedenti, avendo come cuore un quattro cilindri in linea da soli (si fa per dire) 1900cc. Partecipa alla Parigi-Dakar nel 1985 nelle mani di Adriano Fissore e Mauro Pretto, dopo un’onorata carriera nei rally italiani come quello in Costa Smeralda, senza tuttavia riuscire a terminarlo a causa di un incidente avvenuto nella tratta da Ouargia a El Golea, in Algeria.
Queste vetture provengono tutte dal museo Retromobiles di Parigi e ora potranno avere una nuova casa al Museo Ondarossa, ed essere ammirate dal pubblico in tutto il loro splendore dovuto alla loro storia.
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