Ospedale di Saronno, il Comitato porta le domande e le richieste con una lettera al direttore generale Eugenio Porfido
SARONNO – Dopo il sindaco di Saronno Augusto Airoldi e la direttrice dell’ospedale cittadino Roberta Tagliasacchi il comitato di cittadini “Il Saronnese per l’Ospedale e la Sanità pubblica” torna a recapitare la propria “corrispondenza pubblica”, questa volta al massimo livello dell’Asst Valle Olona, dottor Eugenio Porfido, nel proprio ufficio di Busto Arsizio.
Ecco le parti più importanti del testo della lettera, che giunge a destinazione all’indomani delle risposte della direzione dell’ospedale saronnese, che – pur aggiornando i dati a disposizione dei cittadini in materia di reparti funzionanti – non ha convinto il comitato in merito alla gestione in modalità emergenziale dei turni di Anestesia e Rianimazione, che lascia nel dubbio di una possibile chiusura – anche parziale – del reparto e quindi, potenzialmente, dell’intero ospedale saronnese.
“Ecco i temi avremmo voluto affrontare anche con lei nel consiglio comunale aperto, convocato a 360° lo scorso 15 maggio, ma non è stato possibile. Quella sera lei ci ha parlato quasi esclusivamente dell’ospedale di Saronno, illustrando il cosiddetto “Piano di rinnovo” della Regione Lombardia per l’ospedale di Saronno.
- una base territoriale insufficiente: il bacino di utenza sarà anche – come Lei ha dichiarato – un “modo vecchio di pensare”, ma i dati reali dicono che gli utenti del nostro ospedale afferiscono a un’area territoriale di 19 comuni e 200.000 abitanti, il doppio dei 97.000 presi a base dal Piano;
- un respiro temporale insufficiente, perché noi da un Piano ci aspettiamo di sapere che Ospedale si vuole avere tra cinque, e poi tra dieci anni, non entro il 2025 come viene riportato;
- una gestione, quindi, della sola fase di emergenza, sulla quale eccepiamo che si ricorra praticamente in modo esclusivo a figure privatistiche (cooperative, “gettonisti”), sulla cui qualità e continuità ci permettiamo di dubitare maggiormente rispetto al personale strutturato: non potrà essere questa la via ordinaria di gestire reparti dell’importanza di Anestesia/Rianimazione o PS;
- ma, soprattutto, nell’immediato non trovavamo nel Piano garanzie per la prosecuzione dell’attività dell’Ospedale da quando sarebbero terminate le presenze di quasi tutti i medici di Anestesia e Rianimazione (prima il 15 giugno, poi il 1° luglio).”
Il direttore generale viene quindi incalzato da precise domande, cui si chiedono risposte definitive:
- l’ospedale di Saronno è destinato a chiudere (nel breve o nel medio-lungo periodo) o ad essere privatizzato, come già accaduto dopo sue precedenti esperienze gestionali, come ad Albenga o a Cairo Montenotte?
- quali garanzie di una gestione non solo emergenziale, ma che rinunci quanto prima a risorse di tipo privatistico (cooperative, gettonisti) possiamo prevedere nel futuro dell’ospedale?
- quali prospettive e risorse che superino il periodo brevissimo indicato nel Piano di Rinnovo del presidio Ospedaliero ci saranno nella riapertura dei reparti chiusi in epoca Covid e, più in generale, di rilancio basato su una sua nuova mission e identità entro 5-10 dei prossimi anni?
- quali sono le tempistiche entro le quali si prevede che le Case di Comunità di Saronno possano adempiere gli standard previsti per tali servizi dalla Legge Regionale vigente?
- quali rassicurazioni possiamo avere sulla tenuta dei Medici di Medicina Generale per il distretto e la città di Saronno, data la previsione di numerosi pensionamenti nel prossimo triennio?
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Commenti
grazie a Dio ci sono i sindaci che lavorano con la regione e migliorie per l’ospedale ce ne saranno.
Poi c’è chi fa letterine e selfie con per un pò di visibilità
migliorie ce ne saranno? per ora hanno solo tagliato, mi s4mbra che lei abiti su un altra galassia