Rivoluzione sanità: Saronno con il superospedale di Como?
SARONNO – Saronno sarà “Lariana”: almeno per quanto riguarda la sanità. Secondo le prime indiscrezioni sulla rivoluzione della sanità lombarda trapelate dalla Regione l’ospedale di piazzale Borella potrebbe diventare comasco. Al momento Saronno è uno degli ospedali, con Tradate, dell’azienda di Busto Arsizio.
Il presidio saronnese potrebbe, secondo il piano che sarà presentato lunedì 23 settembre al Pirellone, entrare nell’azienda sanitaria “Lariana” con gli ospedali comaschi Sant’Anna, San Fermo, Menaggio, Cantù e Mariano, e quello di Lecco.
Una novità che rischia di complicare la realtà saronnese: la città degli amaretti sta cercando di entrare nella città metropolitana milanese e negli ultimi giorni il tribunale è stato spostato a Busto Arsizio e quindi lo smembramento dei servizi sarebbe spalmato addirittura su tre province.
Da sottolineare il fatto che il Comune di Saronno aveva chiesto con gli enti locali del bacino del Lura di aderire all’Ato comasco: proposta bocciata proprio dalla Regione.
19092013
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Commenti
comunque sia. Saronno nell’Area Metropolitana milanese e l’ospedale da un’altra parte.
sta’ a vedere che ci si è accorti che l’ospedale di Saronno èrivolto non a 40000 cittadini saronnesi, ma a quasi 200000 dei quali la maggior parte starà nel territorio della superprovincia (se mai verrà).
mah.
La faccenda e’ seria. Aspettiamo lunedi’, ma poi Porro (con i sindaci dei comuni limitrofi) deve muoversi da subito per tutelare l’ospedale e i servizi sanitari del saronnese.
Ecco spiegato perche’ l’azienda ospedaliera di Busto Arsizio, che da anni sta sistematicamente depotenziando l’ospedale di Saronno, da poco tempo ha diminuito ulteriormente medici e infermieri a Saronno ed in cambio ha fatto arrivare amministrativi da Busto: ha scaricato i costi dell’azienda (il fardello inutile) sulll’ospedale di Saronno che tanto andra’ con Como!!!
BUSTO ARSIZIO HA DISTRUTTO UN OSPEDALE CHE ERA FIORE ALL’OCCHIELLO DI TUTTO IL COMPRENSORIO. BUSTO ARSIZIO PER SALVARSI POTEVA SOLO DISTRUGGERE SARONNO. DA QUALSIASI PARTE. ..VIA DA BUSTO! L’OSPEDALE E’ UN BENE COMUNE DI TUTTA LA CITTA’ ED IN QUESTI ANNI DI PORCATE NE SONO STATE FATTE TROPPE. SIA VELOCE IL CAMBIAMENTO PER IL BENE DI TUTTI! !
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Concordo pienamente.
I bustocchi per tenere in piedi la loro azienda ospedaliera, che peraltro e’ vicinissima alle aziende ospedaliere di Legnano e Gallarate (uno spreco vergognoso di risorse!) hanno rovinato l’ospedale di Saronno.
Toh, adesso che ci penso, Busto, Gallarate e Legnano sono anche quelli dei trubunali che in qualche modo non si sono accorpati nella speranza che tra qualche anno la riforma della Cancellieri venga dimenticata!
A QUANDO UN ARTICOLO PER I TEMPI DI ATTESA INTERMINABILI AL PRONTO SOCCORSO DI SARONNO CAUSA TAGLI?…UN PRONTO SOCCORSO NON COMMISURATO AL BACINO D’UTENZA…
l’isotta è sparita da Saronno nel 1980/1981 …. ma dove vivi peder????
Direi che il saronnese e’ spalmato su 4 province (e non 3), purtroppo c’e’ anche Monza da qualche anno.
C’e’ solo una soluzione: abolire subito le province!
D’altronde se manca l’identità, mancano idee e progetti, mancano visioni per il futuro del territorio, mancano politiche per attrarre imprese, manca la forza nlle istituzioni per mantenere servizi, manca in fondo l’idea di essere città…. pian piano verremo svuotati di tutto. In fondo la storia della città dal dopoguerra in poi è cosa nota. Città in grande espansione fino agli anni 80 dove prosperano industria ( fin dal 800) commercio ( dal medioevo) e servizi a partire dagli anni 60 quando diventa città. Poi fine dell’industria ( istituzioni non muovono un dito per salvare la isotta e tutto l’indotto della meccanica sparisce ). Si pensa di salvare la città con il commercio e i servizi. Il commercio tiene fino all’avvento dei grandi centri commerciali costruiti appena fuori città, sta reggendo ancora ma solo grazie al nome e ad un centro pedonale ancora discreto. Ora vi è l’attacco sui servizi che con i tagli dovuti dalla crisi rendono Saronno più vulnerabile. Sarò pessimista ma non vedo un gran futuro per la città se non un agglomerato che diventa sempre più dormitorio e per la metropoli.
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salvare l’isotta? e come? non sono d’accordo che lo stato e gli enti locali sperperino denari pubblici per salvare le imprese. se sono efficienti devono stare sul mercato con le loro gambe.
discorso diverso è riformare la tassazione per diminuire il carico fiscale e aumentare la produttività delle imprese. prima pero’ tutti quelli che le tasse non le pagano devono pagarle (vedi n° mila liberi professionisti che con il nero ci campano alla grande)