Coronavirus, pacchi alimentari: Tosi risponde su ritardi e scelte: “Critiche per avere visibilità”
SARONNO – Riceviamo e pubblichiamo integralmente la nota con cui l’assessore ai Servizi Sociali Gianangelo Tosi fa il punto della situazione sui buoni spesa e risponde alle domande e critiche arriva te dalle opposizioni. (i titoli dei paragrafi sono stati messi dalla redazione per facilitare la lettura del testo)
CRITICHE STRUMENTALI PER CRITICARE AMMINISTRAZIONE E AVERE VISIBILITA’
Devo dire la verità: i comunicati stampa a cui mi accingo a rispondere (quello congiunto di PD e Tu@ Saronno del 15 aprile, quello di Obiettivo Saronno dello stesso giorno, quello di Francesco Banfi del 17 aprile, quello di Alfonso Indelicato del 18 ed infine quello di Rosanna Leotta (che pure ne aveva già affidato un altro alla stampa alcuni giorni prima ed al quale avevo risposto, mi pareva esaustivamente) non mi appaiono mossi da una reale preoccupazione per le esigenze dei cittadini più in difficoltà, bensì dalla ricerca strumentale di occasioni per tentare di ‘cogliere in castagna’ l’Amministrazione, il Sindaco in particolare ed il sottoscritto a seguire, nell’attuale emergenza. E magari anche da una finalità propagandistica che non guasta mai … Perché se davvero gli estensori dei comunicati fossero mossi dalla preoccupazione per i loro concittadini, prima di lanciare proclami e strali a mezzo stampa, ben avrebbero potuto informarsi direttamente da me o presso i Servizi Sociali al fine di avere risposte alle loro domande, ai loro dubbi e alle loro perplessità; ma, forse, questo avrebbe poi precluso loro di affidare alla stampa le loro lamentazioni. Cerco quindi di rispondere esaustivamente e puntualmente ai rilievi di PD e Tu@ Saronno, con il che ritengo che darò anche soddisfazione alle perplessità degli altri obiettori, salvo qualche specifica puntualizzazione anche nei loro riguardi.
TEMPISTICHE DI PAGAMENTO E RITARDI
Parto, perciò, dal punto n. 2) del comunicato congiunto del 15 aprile (il punto 1 e gli altri a cui non farò riferimento non contengono domande) ove gli interlocutori stigmatizzano la mancanza della determina di pagamento dei primi 60.000 € stanziati dall’Amministrazione ma la stigmatizzazione è destituita di fondamento perché la determina si rende necessaria nel momento in cui sia necessario effettuare il pagamento, cioè, secondo le modalità concordate con le associazioni ed i fornitori, nel momento in cui sia ricevuta la fattura per l’acquisto dei beni con cui comporre i pacchi. E l’allungamento dei tempi di questa fase dell’operazione non è certamente ascrivibile né all’Amministrazione, né alle associazioni; sul punto 4) ribadisco – ma l’avevo già ben specificato in occasione della risposta al primo comunicato del consigliere Leotta – il contenuto dei pacchi non è stato affatto stabilito aprioristicamente stabilito dall’Amministrazione ma determinato di concerto tra le associazioni, che vantano lunga esperienza in merito, in esito ad un percorso di confronto a cui ha, ovviamente, partecipato anche l’Amministrazione che, però non ha imposto alcunché, avendo ritenuto preferibile demandare a chi ‘ne sa di più’ di trovare la migliore soluzione in merito, dando il proprio assenso; sul punto 5) non posso non sottolineare ancora una volta che se i sottoscrittori del comunicato si fossero informati preventivamente, avrebbero evitato di scrivere una affermazione totalmente errata: le associazioni non hanno dovuto anticipare nulla; i loro ordini ai fornitori sono stati inoltrati con il corredo di una dichiarazione firmata da me e dal dirigente di settore in cui si precisa che il pagamento è a carico del Comune.
IL PACCO E’ MEGLIO DEI BUONI
Quanto alla scelta del pacco, ne ho già illustrato i motivi, che qui ribadisco: l’opportunità di garantire a tutti lo stesso livello minimo di aiuto, la possibilità di ottimizzare il beneficio economico, potendo utilizzare la scontistica ottenuta non per far avere al singolo utente un insignificante vantaggio ma per poter raggiungere una platea più vasta di beneficiari. Per altro non risponde per nulla al vero che il sistema dei ‘buoni’ avrebbe richiesto tempi di realizzazione più veloci, perché i buoni avrebbero dovuto essere realizzati o almeno acquistati su piattaforme già esistenti alle condizioni da esse dettate, se si fossero dovute stipulare convenzioni con esercizi commerciali questo avrebbe comportato tempi tecnici di predisposizione e delibera. Poi ci sarebbe stato il rischio dell’utilizzo non conforme: proprio oggi da un comune limitrofo che ha scelto quella modalità mi è stata riferita la pessima realtà del “mercato nero” dei buoni: in buona sostanza taluni percettori del buono lo svendono sottocosto ad altri per poter disporre di denaro contante da spendere altrimenti; magari anche per l’acquisto di droga o, comunque, di beni voluttuari. Proprio ciò che noi abbiamo inteso evitare!
NESSUNA SEGRETEZZA SUI MODULI E LESIONI DELLA LIBERTA’
Ritengo con questa ulteriore spiegazione di aver risposto anche ad Obiettivo Saronno a cui io mi sento di rivolgere una domanda: in che cosa mai consisterebbe la lesione della dignità nel ricevere le richieste telefoniche da parte dei cittadini? In ogni caso le perplessità sulla formulazione del modulo che le assistenti sociali compilano nel registrare le richieste dei cittadini (circa 400 a fine settimana), non c’è nessuna segretezza: il modulo è disponibile per l’esame di chi ne faccia richiesta mediante accesso agli atti; abbiamo ritenuto superfluo allegarlo alla delibera di Giunta perché, semplicemente è uno dei tanti moduli che quotidianamente vengono utilizzati dagli operatori dei Servizi Sociali.
USIAMO SOLO 60 MILA EURO PER “FAR DURARE” DI PIù I FONDI
Quanto poi alla scelta di diluire l’utilizzo del fondo in più momenti, già ho detto che la scelta deriva dalla considerazione che così riteniamo di poter venire in aiuto di una più vasta fascia di popolazione ed anche in un secondo tempo, senza esaurire immediatamente la risorsa messa ci a disposizione; non so poi davvero come rispondere alla richiesta di chiarimento sulla decisione di destinare a ciascuna associazione collaborante con l’Amministrazione la somma di 20.000€: semplicemente 60.000 diviso 3 fa 20.000 … cosa dobbiamo spiegare in più? E dei 20.000 destinati a ciascuna associazione non sarà necessario, da parte loro, alcun rendiconto perché è il corrispettivo della “spesa” precedentemente concordata, uguale per tutte e pagata direttamente da noi.
I VANTAGGI DEL COINVOLGIMENTO DELL’EMPORIO
Altrettanto trovo sorprendente che Obiettivo Saronno chieda di sapere come funzioni la tessera dell’Emporio solidale presente all’interno di Casa di Marta! L’Emporio funziona da ormai un paio d’anni, se la memoria non m’inganna, e tutta la società ne conosce il funzionamento: là la spesa non si fa con denaro ma attraverso l’attribuzione di una tessera contenente dei “punti” con i quali si possono acquistare i generi alimentari e non solo. Ecco: per questa emergenza il sistema è stato adattato alla bisogna. Da ultimo la polemica sulla supposta contraddizione tra il giustificare la scelta del pacco con l’opportunità di ridurre al minimo le occasioni di uscita di casa e l’individuazione dell’Emporio presso Casa di Marta dove, invece, i cittadini devono, per lo più recarsi, è davvero sterile: ho detto evitare quanto più possibile, non impedire! E la scelta dei nuclei familiari da indirizzare là è fatta con criterio, in base alla vicinanza, per esempio, o all’età o, ancora, alla facilità e alle occasioni di movimento a prescindere; le assistenti sociali lavorano anche su questo (e le ringrazio pubblicamente per l’impegno moltiplicato di questo periodo).
RITARDI NON IMPUTABILI ALL’AMMINISTRAZIONE
Al consigliere Banfi (l’unico, che io sappia, ad informarsi presso i Servizi prima di scrivere; per la verità anche il consigliere Leotta l’ha fatto ma dopo aver licenziato la prima nota a stampa) sottolineo che predisporre un indirizzo email dedicato non sarebbe preferibile al contatto telefonico perché molti sono gli utenti, soprattutto i più anziani, che non hanno l’email; e non si dica che questo è in contrasto con la richiesta di confermare via email le informazioni date telefonicamente alle assistenti sociali, perché questo, evidentemente, viene chiesto a chi dice di esserne dotato; chi non l’ha firmerà questa sorta di autodichiarazione al momento della consegna del pacco. Sull’utilizzo della somma residuata del fondo, ancora non abbiamo preso una decisione definitiva, che assumeremo quando avremo tratto l’esperienza di questa prima fase. Perché non sono, non siamo convinti di avere la verità assoluta, di adottare certamente la scelta migliore possibile ma solo di adottare quella che ci sembra migliore, salvo prova contraria alla verifica dei fatti. E con ciò ritengo di aver risposto anche all’interrogativo del consigliere Indelicato, sottolineando che l’allungarsi dei tempi non è dipeso da noi e che nel prosieguo confidiamo di non incontrare più le difficoltà che ci si sono prospettate in questa prima fase. Ritengo di aver esaustivamente risposto a tutti i rilievi di tutti coloro che si sono rivolti alla stampa.
NON DARò LE DIMISSIONI SAREBBE IRRESPONSABILE
Mi è anche stato detto che un esponente di una delle formazioni di minoranza sulla sua pagina Facebook (credo) abbia auspicato le mie dimissioni. Mi spiace deluderlo: non le darò! Sarebbe irresponsabile dare le dimissioni in questo momento, a prescindere da ogni altra considerazione.
DATE DI SCADENZA E DA CONSUMaRSI PREFERIBILMENTE ENTRO
Permettetemi poi, alla fine di questa lunga esposizione, di riportare quanto Wikipedia dica in merito alle scadenze degli alimenti: “La data di scadenza differisce dal termine minimo di conservazione o Tmc, ( “da consumarsi preferibilmente entro” o “best before”) che rappresenta il termine temporale entro il quale il prodotto alimentare conserva le sue proprietà specifiche in adeguate condizioni di conservazione; Superato il Tmc è ancora possibile consumare il prodotto (non c’è alcun divieto). Il TMC dunque, è da riferire unicamente alle caratteristiche organolettiche e di gradimento del prodotto piuttosto che alla sicurezza. Più ci si allontana dalla data di superamento del Tmc più vengono meno i requisiti della qualità del prodotto senza dunque che venga intaccata quello della sicurezza”. E lo stesso concetto l’ho sentito esporre oggi nel corso di una trasmissione radiofonica di una delle principali emittenti nazionali, in ossequio al principio della lotta allo spreco alimentare.