Volontè (Pdl):”Debacle sul regolamento Tares, prova del declino della Amministrazione”
Ecco l’intervento integrale di Enzo Volontè
Quello che è successo mercoledì scorso in Consiglio Comunale, in occasione del dibattito sul regolamento Tares, segna una pietra miliare nel declino di questa amministrazione.
E’ trascorso solo poco tempo dal Consiglio comunale di approvazione del PGT, dove un’ amministrazione assolutamente silente stava ad ascoltare le critiche e le proposte di modifica che venivano formulate dall’opposizione, incapace di dare risposte, di interloquire con il linguaggio dell’urbanistica, di dare spiegazioni capaci di giustificare le proprie scelte, dove spesso veniva demandato ai tecnici redattori del PGT, di dare loro, almeno per dovere economico (la loro prestazione professionale) le giustificazioni, peraltro non sempre adeguate. Un’ amministrazione che, al di là di facili e demagogici postumi annunci dei partiti di maggioranza, usciva dal dibattito con le ossa rotte.
Il PGT approvato è quanto di più banale si potesse fare, non certo un documento di programmazione del futuro della città, ma su questo argomento ci sarà il tempo e il modo di ben spiegare ai cittadini quanto è stato fatto.
E’ ancora vivo il ricordo di quella “debacle”, quando l’amministrazione propone all’ordine del giorno del Consiglio comunale di giovedi 27 giugno il regolamento della nuova tassa Tares.
All’apertura del dibattito, alcuni interventi dei partiti dell’opposizione che mettevano in evidenza le difficoltà interpretative del regolamento, inducevano la maggioranza amministrativa, dopo circa 40 minuti di interruzione del Consiglio durante i quali i partiti della maggioranza si sono riuniti in conclave, a ritirare il documento. Dopo 40 minuti, il Sindaco chiama anche i capigruppo dei partiti dell’opposizione, spiegando loro che la maggioranza stessa si era resa conto di alcuni elementi di ”confusione” contenuti nel regolamento, per cui appariva necessaria una sua rielaborazione. Trattandosi di un regolamento che doveva essere prodotto sulla base di un Regolamento tipo proposto dal Ministero, veniva concordata la proposta di rivedere il documento andando a proporre il documento ministeriale, apportando quelle scelte alternative che lo stesso documento ministeriale proponeva, e rinviando ad un tempo successivo l’eventuale apporto di modifiche di carattere locale.
I consiglieri del PDL e di ui declinavano l’invito a presenziare a questa nuova redazione del documento, invitando a dare mandato per la
Inopinatamente il nuovo testo veniva anticipato addirittura all’indomani: bravi i tecnici che lo avevano nuovamente redatto? Assolutamente no!
Il nuovo testo era esattamente quello proposto la sera precedente, con la sola evidenziazione, in qualche articolo, del numero dell’articolo del regolamento ministeriale al quale faceva riferimento.
Era evidente che l’amministrazione aveva deciso di affrontare il tema non più sul piano tecnico, ma ormai sul piano della sfida politica: se l’opposizione aveva criticato il testo, la maggioranza decideva di riproporlo integralmente.
La situazione era davvero imbarazzante: l’amministrazione che aveva ritenuto di ritirare un testo “confuso”, che, per espressa ammissione di qualche suo importante consigliere di maggioranza (del quale ritengo opportuno non fare il nome) veniva definito assolutamente “improponibile”, era ora, a distanza di poco più di 12 ore, pronta ad affrontare la discussione sul medesimo testo.
E arriviamo così alla seduta del Consiglio comunale di Mercoledì 3 Giugno.
Il testo viene riproposto. Le opposizioni propongono modifiche e correzioni e la maggioranza cosa fa? Non risponde. E’ incapace di dare risposte. Chi avesse avuto modo di presenziare alla seduta (davvero poche persone) o di ascoltare la radiocronaca, avrà certamente rilevato come fosse imbarazzante la situazione.
E a questo punto nasce un sorprendente contrattacco da parte del solito Presidente del Consiglio che, a fronte delle osservazioni e delle critiche al documento, eccepisce non il merito delle osservazioni, ma solo la loro intempestività: secondo il Presidente del Consiglio esisteva un accordo tale per cui le osservazioni avrebbero dovuto essere presentate prima del Consiglio comunale.
Sarebbe davvero sterile stare ad osservare che una osservazione ha una propria valenza indipendentemente dal tempo nel quale viene proposta, ma, in relazione alla ottemperanza agli accordi, ritengo che ci sia qualcosa da dire.
Secondo quanto concordato, il nuovo testo, per la cui stesura veniva richiesto del tempo, avrebbe dovuto essere trasmesso ai consiglieri nella giornata di martedì 2 luglio, cioè il giorno precedente al Consiglio. Ma come avrebbe potuto generare osservazioni preventive un testo presentato solo poche ore prima del Consiglio? E’ pur vero che il testo non è arrivato martedi 2 luglio, ma bensi venerdì 28 giugno, ma è anche vero che il testo arrivato non era quello che si era concordato bensì il medesimo testo ritirato.
Era dunque la maggioranza a non aver ottemperato a quanto concordato e non certo l’opposizione, come il presidente del Consiglio, in mancanza di più valide osservazioni, ha più volte strumentalmente tentato di far credere.
Ancora una volta, a fronte della incapacità di rispondere alle critiche, questa maggioranza non ha trovato altro strumento se non quello di ricorrere a scuse di assoluta banalità: non possiamo peraltro dimenticare che l’Assessore Santo,assessore di competenza della delibera, ha affermato di non essere in grado di rispondere alle questioni tecniche proposte dalle osservazioni ( ma un regolamento è, per antonomasia, il contenitore di indicazioni “tecniche”).
Una maggioranza allo sbando, una maggioranza che dimostra ad ogni Consiglio di essere sempre più in difficoltà, una maggioranza, che diciamolo pure, continua a dimostrare di non essere all’altezza di amministrare Saronno. E nessuno creda più alla volontà di dialogo e di partecipazione di questa amministrazione: sono solo belle parole che non riescono più a coprire la presunzione di voler fare sempre e comunque da soli.
Poco vale ricordare che la mattina successiva al Consiglio, incontrando per caso due consiglieri di maggioranza, mi sono sentito dire che loro mi davano ragione e che loro stessi si sentivano a disagio all’interno di una maggioranza dove prevalevano arroganza e scarso senso di umiltà.
Sono solo ulteriori segni di un castello pieno di crepe che forse sta davvero crollando.