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SARONNO – Pubblichiamo la riflessione di Simone Galli,consigliere comunale Pd,  in merito al dibattito sulla sicurezza a Saronno scatenatosi dopo l’omicidio di corso Italia.

L’omicidio della titolare della gioielleria Tiffany Maria A. Granomelli mi spinge a fare delle riflessioni a più ampio raggio stimolate soprattutto dai numerosi commenti dei lettori de “Il Saronno” e dagli articoli presenti spesso sul giornale online.

In primis vanno le mie più sentite condoglianze ai familiari della vittima in quanto è intollerabile che si possa morire in questo modo sul lavoro.

Dopodichè noto come il “senso comune” sia subito orientato a invocare misure forti, radicali, alcuni vorrebbero maggiori telecamere, altri desiderano “l’uomo forte” in una crescente ondata di panico che vuole o vorrebbe dipingere Saronno come città insicura.

Sgombriamo il campo dalla prima critica che mi potrebbe essere fatta e cioè della difesa d’ufficio del Sindaco Porro e dell’Assessore Nigro i quali sanno benissimo difendersi da soli.

Nessuno sostiene che la sicurezza non sia importante però noto come si tenda a mantenere l’attenzione unicamente sulla sicurezza intesa come contrasto alla delinquenza, alla violenza, ai nomadi, agli stranieri, agli atti di inciviltà e non si allarghi lo sguardo e l’orizzonte culturale anche sulla sicurezza sociale, lavorativa, ambientale, sul lavoro…. La tensione dovrebbe essere questa a mio avviso e la prospettiva cambierebbe e non poco…

Ormai l’accostamento tra insicurezza, illegalità delinquenza agli stranieri, ai marginali appare logico e scontato (anche se logico e scontato non è: provate a pensarci un secondo; troverete spesso scritto sui giornali “Marocchino spaccia o ruba” ma mai troverete scritto “Tedesco ruba o Spagnolo spaccia –e non perché siano popoli esenti da comportamenti criminosi); questo meccanismo ha prodotto nelle persone un meccanismo di immediata associazione –che appare scontata e ovvia quindi tremendamente efficace-. Ma a  fronte di uno straniero che delinque ve ne sono altri 10 che in silenzio e senza visibilità lavorano (spesso sfruttati) e producono ricchezza e reddito per il nostro paese.  Questi stereotipi (rinforzati dal senso comune) ammorbano e alimentano la retorica politica e sottendono per certi versi la richiesta di modificare od orientare le politiche pubbliche verso una maggior spesa a favore delle politiche sicuritarie e di controllo e un crescente disimpegno verso le politiche sociali (giudicate spesso assistenzialiste ed inefficaci). Provate voi stessi a vedere cosa succederebbe se (non dico un piccolo comune come Saronno, pensiamola in grande come Regione o Stato) si proponesse di spendere risorse pubbliche per ridurre il disagio sociale e le cause dei comportamenti devianti attraverso interventi nel sociale e le stesse risorse spese per installazioni massive di telecamere e verso le forze di polizia aumentando il controllo del territorio; oso dire che probabilmente il gradimento maggiore si avrebbe se venissero spese in questa seconda ottica.

Ma maggior repressione produce soltanto un aumento della popolazione carceraria (e sappiamo bene se il fine Costituzionale della pena è la rieducazione del condannato i risultati –nel sistema carcerario Italiano- sono sotto gli occhi di tutti).

E’ come se si producesse un corto circuito: da una parte si chiede “Meno Stato e più mercato” dall’altra si chiede “più Stato” attivo nelle politiche repressive. Ma le due dimensioni sono tra loro interrelate.

Un buon amministratore pubblico ritengo che debba porsi delle domande che vadano al di là degli effetti dei comportamenti devianti andando a capire la loro genesi sociale ed economica.

 Tolleranza zero modello Rudolph Giuliani? Piace ancora a troppi. Ha funzionato? Per certi versi sì. E’ opportuna?  Punti di vista. Applicarla ha comportato (in 5 anni a NY durante l’applicazione di tali politiche) che  il budget della polizia è stato aumentato del 40% (un importo 4 volte superiore agli stanziamenti verso i pubblici ospedali) mentre i servizi sociali della città di NY abbiano subito un taglio di 1/3 del loro budget.  Tolleranza zero ma il prezzo non è stato esattamente zero…Basti ricordare come andò la vicenda del giovane afroamericano A. Diallo nel 1999 per chi se la ricorda.

Ai fautori nostrani (Silighini legga..) va detto però che negli stessi anni –sempre negli USA- e precisamente a San Diego il modello della “community policing”  ha ottenuto gli stessi abbattimenti della criminalità di NY con un aumento degli organici di polizia solo del 6%; con una significativa diminuzione degli arresti versus NY dove le politiche del sindaco Giuliani hanno prodotto un incremento del 24% di arresti in tre anni.

Spesso le campagne serrate di Law and Order curano i sintomi ma non le cause dei comportamenti devianti e spesso generano enormi spese di risorse economiche pubbliche producendo dei risultati nel breve periodo e distraendo fondi da altri capitoli di spesa.

D’altra parte sarebbe impensabile dotare tutte le pubbliche vie di telecamere….sarebbe impensabile dotare tutti gli esercizi commerciali di telecamere… come altrettanto impensabile avere un poliziotto (o vigile) in ogni strada. Davvero è questa la soluzione? A me francamente pare un po’ semplicistico 

13 Commenti

  1. Quanti bei paroloni… invece da tutte le parti bisognerebbe stare solo zitti in questi momenti.
    Perchè bisogna sempre portarla sul piano politico?

    C’è una famiglia distrutta, e per quanto mi riguarda vorrei il fermo immagine con la faccia del delinquente su tutti i quotidiani.
    Altro che “nessuno tocchi Caino”….

  2. Mi sento di dire che nessuno di voi avete rispetto e che state strumentalizzando la cosa per fini politici , ma non avete capito che la gente e stufa? La gente vuole vedere i fatti le cose che funzionano non sentite le grosse parolone e riflessioni dovete stare in silenzio tutti e mettere in atto cose concrete.

  3. Esatto Luca, la gente ne ha piene le PALLE dei tanti paroloni e du strumentalizzazione da ambo le parti. Dovete tutti stare ZITTI! Basta filosofia! Potremmo… dovremmo… faremo… vedremo.. ma forse è meglio così, ma forse è meglio colì… Du cojons!

  4. Bravo Simone, una riflessione coerente e stimolante. Che almeno una morte così ingiusta e odiosa ci aiuti a ragionare…
    Perchè innanzitutto non si ripeta…
    Perchè questo è il problema:
    solo l’uso della ragione e il comunicare, il socializzare i problemi di ognuno può diminuire nel lungo periodo i comportamenti di “devianza criminale”…. La repressione fine a se stessa, la paura dell’altro, il machismo, la sopraffazione sociale ed economica prima che violenta… Generano nuova violenza e sopraffazione.
    Basta con le campagne sulla sicurezza fatte ad esclusivi fini politici da una destra liberticida.

  5. Belle parole, ma i fatti sono altri, siete bravi solo a fare demagogia, ma quando si tratta di rimboccarsi le maniche avete paura che ciò vi tiri in basso, magari verso il mondo da cui proviene ognuno di voi, e verso il quale avete terrore di ritornare….
    La gente è stanca e vuole altro, non voi sicuramente, sembrate quei ciarlatani che proponevano pozioni magiche per curare ogni cosa, vasetti pieni di aria, ecco il vostro prodotto caro il mio Galli…..

  6. Di più: la povertà e il disagio sociale aumentano. I benestanti, o anche i benpensanti, cercano di difendere i propri possessi – quelli stessi che decretano la disparità sociale – e la propria tranquillità cercando di erigere un muro contro chi al di fuori vive il disagio. Polizia, telecamere, esercito armi alla mano, psichiatria: ci si difnde dagli attacchi dei diseredati, o presunti tali. Che poi sia la libertà di tutti a venir messa in gioco, poco conta: chi sta in alto la propria libertà riuscirà sempre a comperarsela, o almeno quanto basta per avere lì’impressione di essere liberi. Le ingiustizie aumentano, ma non importa se sono solo gli ultimi a subirle: soprusi della polizia, controlli costanti e asfissianti motivati solo dal pregiudizio, magari razziale, diminuzione del welfare state – che la gente muoia per strada senza aver accesso alle cure mediche e che non possa iscrivere i propri figli a scuola (e attenzione, non parliamo di un altro mondo, ma del nostro, basti pensare a quanto costano le cure mediche – che molti non si possono permettere, e a quanti ragazzi debbano rinunciare all’università per mancanza di soldi. E nel futuro tutto questo peggiorerà), non importa nemmeno molto, se poi a questi sarà impossibile allungare le mani sui possessi di chi vive bene.
    Quante altre cose si mettono da parte per un presunto quieto vivere? Ma questo sentimento di paura, di costante insicurezza, di disprezzo del diverso, di sospetto costante verso tutto e tutti, è alimentato ad hoc da campagne mediatiche, da partiti in cerca di consensi e dai risvolti preoccupantemente totalitari, da chi pensa di ricavare del guadagno dall’atomizzazione dei cittadini, sempre più soli, sempre più incapaci di parlarsi, di stare assieme, di organizzarsi, di decidere per se. Ci stanno cercando di infantilizzare, ci stanno rendendo dei pupi da accudire, ci spingono ad avere paura e ad essere sospettosi, così avremo bisogno di loro. La dinamica è sotto gli occhi di tutti, anche qui a Saronno tra i politici vi è chi spinge pesantemente in questa direzione.
    La verità è che non abbiamo bisogno di nessuno, dei politici, della polizia, delle telecamere. La sicurezza, la nostra sicurezza, è quella di vivere assieme, di organizzarsi assieme, di affrontare e risolvere i problemi che ci troviamo davanti. Non sarà una telecamera o un poliziotto a difenderci da un mondo che va a rotoli, come ha dimostrato questo delitto, che in nessun modo nessun poliziotto o nessuna telecamera avrebbe potuto evitare. Una comunità ben strutturata si regge sulle sue gambe, e combatte da sola le ingiustizie, senza bisogno di delegare a chiccessia la salvaguardia della propria vita. ma per costruirla serve combattere la paura, serve uscire di casa, trovarsi, confrontarsi, vivere nella città, occupandosi di essa. E presto si vedranno quali sono i veri problemi da affrontare: la casa per chi ne ha bisogno, la cura delle parti più deboli della popolazione, la difesa del territorio dalla devastazione a cui va incontro (per Saronno a cui oramai è già andata incontro, purtroppo). E’ aiutandosi l’un l’altro che si migliora la propria vita, non guardandosi in cagnesco con la paura nel cuore. E questo vale tanto anche per tutti gli immigrati, verso cui vive un disprezzo e un sospetto strisciante, cresciuto grazie a chi ha saputo diffondere furbescamente questi sentimenti (basti considerare quanto fatto e detto dalla Lega in questi giorni nei confronti della Kyenge, insultata per la propria origine in ogni modo).
    Le sirene sicuritarie continueranno a suonare. Se le seguiremo ci tufferemo ancora più giù in un abisso di follia fratricida. Ignorarle vorrà dire provare a costruire una nuova possibilità, che sia reale e per tutti.

  7. Buongiorno, sono collega di consiglio di Simone Galli, vi chiedo sinceramente se quindi considerate ugualmente gli interventi di Silighini, a poche ore dal tragico omicidio, ugualmente irrispettoso e strumentalizzante. (I commenti anonimi o sotto pseudonimo non aiutano al confronto civile…) Effettivamente mi sento di dire che la maggiorparte di noi coinvolti nell’Amministrazione se ne sta in silenzio ad aspettare i risultati delle indagini, nel rispetto anche della famiglia, ma è anche nostro dovere rispondere a chi ci chiama in causa per primo, speculando, sì, su una povera signora deceduta, con i consueti toni fuori luogo e offensivi. Offensivi per le persone coinvolte (non per noi: ci siamo abituati e lo ignoriamo). Quando i toni si alzano e i modi si perdono, ben venga un intervento anche e soprattutto informativo che aiuta a farsi un’opinione, che vada oltre l’onda emotiva. Cordiali Saluti. Sara Battistini

  8. L’ omicidio fatto di una gravità’ assoluta e di una crudezza inverosimile non deve essere assimilato alla delinquenza spicciola sulla quale l amministrazione deve darsi una mossa

  9. Buongiorno, sono collega di consiglio di Simone Galli, vi chiedo sinceramente se quindi considerate ugualmente gli interventi di Silighini, a poche ore dal tragico omicidio, ugualmente irrispettoso e strumentalizzante. (I commenti anonimi o sotto pseudonimo non aiutano al confronto civile…) Effettivamente mi sento di dire che la maggiorparte di noi coinvolti nell’Amministrazione se ne sta in silenzio ad aspettare i risultati delle indagini, nel rispetto anche della famiglia, ma è anche nostro dovere rispondere a chi ci chiama in causa per primo, speculando, sì, su una povera signora deceduta, con i consueti toni fuori luogo e offensivi. Offensivi per le persone coinvolte (non per noi: ci siamo abituati e lo ignoriamo). Quando i toni si alzano e i modi si perdono, ben venga un intervento anche e soprattutto informativo che aiuta a farsi un’opinione, che vada oltre l’onda emotiva. Cordiali Saluti. Sara Battistini

  10. Galli tra le righe dice che il disagio spinge le persone a commettere crimini. La Battistini dice che ignorano Silighini . I risultati ? Furti omicidi e città sempre più lasciata incurata. Continuate a dire bugie intanto la gente vede i risultati e continuate ad ignorare Silighini intanto è l’unico che sta facendo qualcosa x Saronno !! Svegliatevi il sogno della Cuba paradiso proletario è finito!!! È Silighini il nuovo capopopolo e voi siete il vecchio che si trascina errore su errore

  11. Signor giuseppe la tranquillizziamo nessun sogno cubano. in quanto a silighini ne riparleremo ad urne chiuse. il tempo di solito e’ sempre galantuomo.

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