Omicidio: nessun riscontro dai controlli nei centri psicosociali
Il giorno dell’omicidio il volto del killer è stato immortalato dalle telecamere interne del negozio e visto che le impronte digitali lasciate dall’uomo non sono state utili per identificazione, evidentemente non si tratta di un pregiudicato, gli inquirenti hanno reso pubblici i fotogrammi in cui lo si vede entrare nella gioielleria.
Quelle stesse immagini, rese più nitide dagli esperti del Ris, sono state mostrate in questi giorni in tutti i centri psicosociali, ad iniziare da quello saronnese di via Bellavita fino a quelli delle province di Varese, Como, Milano e Monza. Nessuno degli operatori però ha riconosciuto quell’uomo sui trent’anni, stempiato e che con i suoi pantaloncini a quadretti e la maglietta verde sembra un normale cliente. Il fatto che solo dopo 45 minuti a parlare con la donna, apparentemente senza una minaccia o una motivazione, abbia deciso di colpirla con un astuccio rigido facendola cadere a terra ha aperto la porta alla possibilità che il killer soffra di problemi psichici e magari abbia agito per un raptus improvviso.
L’altra ipotesi è quella di una rapina anche se tanti elementi, dalla lunga permanenza nell’attività al misero bottino, 600 euro, la fanno apparire decisamente anomala.
22082013