Comi a Porro: “Sgomberare subito si può, Porro tu che fai?”
I proprietari dello stabile hanno chiesto subito il rispetto della legalità e si è potuto immediatamente procedere al rilascio dell’edificio. Dalla denuncia dei proprietari, presentata domenica, allo sgombero odierno, sono passati solo pochi giorni.
Al contrario, nella vicenda dell’ex macello, Porro ha aspettato un mese prima di fare una prima timida mossa: il dialogo si fa con persone che hanno voglia di ascoltare e confrontarsi, non con chi se ne frega dei diritti degli altri! L’occupazione, tra resistenze, tentennamenti e ambiguità, è così proseguita un anno. Lo sgombero di oggi dimostra che erano solo scuse quelle accampate dal sindaco, che ha cercato irresponsabilmente di giustificare la propria inerzia scaricando le colpe su prefetto e forze dell’ordine: accuse che vanno pertanto rispedite al mittente. Troppo facile dare la colpa agli altri e poi presentarsi un anno dopo come salvatore della patria”.
Lo afferma l’eurodeputato saronnese di Forza Italia, Lara Comi, a seguito dello sgombero avvenuto in mattinata della palazzina di via Randaccio, a Saronno, occupata dopo il rilascio dell’ex macello di via don Monza.
“Rivolgo un appello diretto al sindaco – aggiunge Comi – Mi hai sempre chiesto di abbassare i toni, non lo farò perché sono un cittadino come gli altri e a gran voce, ora più di prima, continuerò a dire che a Saronno voglio tranquillità e legalità. Come continuerò a criticare il fatto che tu spenderai 500.000 euro di soldi nostri per ristrutturare l’ex macello, quando ci sono altre priorità: molti negozi in città stanno chiudendo e tu non dai loro un aiuto, ci sono famiglie con disoccupati, che fai?”
“L’ex assessore Fontana – conclude Comi – ha tutto il mio rispetto e la mia stima perché ha dimostrato che prima dell’attaccamento alla poltrona c’è la propria dignità, i propri valori che erano evidentemente in totale disaccordo con la tua amministrazione. Ha pienamente ragione Fontana, ha fatto bene a dimettersi: perché non fai un pensierino anche tu, caro sindaco?”.