Dialetto: Domà nunch rilancia dopo Tsipras,”facciamo un corso vero”
Inizia così il comunicato di Domà nunch, partito che fa parte della coalizione di centrodestra che sostiene il sindaco Alessandro Fagioli.
Siamo sempre contenti quando – anche con un pretesto come quello – c’è chi riconosce la nostra lingua locale; ma tanto per partire, ci piacerebbe che costoro fossero degli alfabetizzati in tale idioma. Dopo tutto, sappiamo perfettamente che i soggetti in questione sono già tutti professoroni a cui non serve studiare. Dunque, per quel che ci riguarda, possono ben continuare a rendersi ridicoli, ma sappiano anche che una lingua – la nostra lingua materna – è una cosa seria e come tale va trattata.
Infatti, per gli amici nostrani dello pseudo-eroe greco, il “dialetto”, il Milanese e le parlate lombarde sono evidentemente una barzelletta, al più una buona ragione per considerare razzista chi lo parla o lo scrive. Probabilmente perchè essi non trovano il nostro dialetto abbastanza internazionalista, per niente globale, e ormai abbandonato da decenni anche nei salotti buoni della sinistra. Begli ambienti, in cui è già passato di moda il francesce, lo spagnolo, l’inglese e in cui tutti oggi sanno come si dice “no” in lingua ellenica!
Il movimento cui apparteniamo, invece, di esperienza circa il “dialetto” ne ha parecchia: ricordiamo solo i nostri convegni, cui sono intervenuti studiosi italiani ed esteri, i corsi di lingua per i giovani, le collaborazioni con docenti di università europee, la raccolta e pubblicazione dei racconti popolari, la realizzazione di traduzione dalla lingua originale al milanese di capolavori della letteratura mondiale, come “Il Piccolo Principe” e “Dracula”.
Sicchè questa volta non ce la prendiamo, cari amici di Tsipras: grazie alla vostra sgangherata simpatia, abbiamo deciso di organizzare un vero corso di lingua milanese, invitandovi già da subito a partecipare. Non si sa mai che, imparando, possiate abbattere le barriere culturali, arricchire culturalmente gli stranieri, aumentare il rispetto della nostra identità e della nostra cultura. Perchè la nostra lingua è anch’essa parte di quella biodiversità di cui vi riempite tanto la bocca.
17072015