Profughi, niente cibo e niente acqua: le foto della protesta
UBOLDO – Sono seduti o sdraiati sul ciglio della strada a pochi passi dal pesante cancello che delimita la cascina in cui sono ospitati dal mese di luglio e dove non voglio tornare perchè “si sta meglio per strada che nei giacigli che ci hanno dato”. Sono i dieci profughi pakistani che da stamattina stanno scioperando davanti alla struttura gestita dalla cooperativa di via Regusella.
Non mangiano e non bevono da quando sono usciti dal cancello. Sono seduti per terra divisi in due gruppi e si limitano a guardare le auto che passano. Qualche uboldese di passaggio si ferma ma la comunicazione è molto faticosa perchè i profughi parlano solo la loro lingua d’origine e pochissime parole di inglese. In italiano sanno solo i numeri e la parola “riso”. “Ci danno da mangiare solo quello – spiegano tra molte difficoltà – non siamo abituati non lo digeriamo”. Chiedono un menù e dei letti migliori o di essere trasferiti in un altro centro. Del loro presente hanno solo una certezza: “Preferiamo restare sul ciglio della strada piuttosto che tornare nel campus”.
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09092015