Mohamed Ba al teatro civico con “Invisibili” sul cammino dei migranti
Il cammino dei migranti africani comincia moltissimo tempo fa. L’arrivo della colonizzazione ha costretto, per la prima volta, i popoli d’Africa a lasciare la loro terra d’origine. Il desiderio di realizzare i propri sogni li ha spinti, negli anni a seguire, a imbarcarsi nuovamente, nella speranza di raggiungere un nuovo mondo e un futuro migliore a bordo di navi sovraffollate e fatiscenti. Ad attenderli, alla fine del viaggio, non c’è mai stata nessuna terra promessa. Sulle sponde dell’Occidente, i migranti hanno conosciuto gli orrori della schiavitù e la condanna all’umiliazione, sono stati trattatati come stranieri e non si sono mai sentiti accolti come ospiti.
Mohamed Ba è nato a Dakar. Quando ricorda la sua infanzia, pensa alla savana, alle pecore e ai racconti del nonno. Dopo aver vinto un concorso letterario, cui aveva partecipato quasi per caso, ottiene una borsa di studio e parte per la Francia, in cerca della libertà. Il freddo, la metropolitana e l’amore sono le prime tre cose che conosce a Parigi. Dell’Italia lo colpisce la lingua: la grammatica è complessa e articolata, i gesti sostituiscono spesso le parole: le persone quando gli spiegano qualcosa non coniugano i verbi, e le voci che parlano alla radio corrono troppo veloci perché siano decodificabili. Mohamed trova un lavoro, studia l’italiano, impara il dialetto milanese e, con il passare del tempo, comincia a sentirsi a casa. Fino a quando, il 31 maggio del 2009, alle 19.45, mentre legge un libro per ingannare l’attesa alla fermata del tram, è accoltellato. Passa un’ora in cui nessuno fa nulla per aiutarlo: le persone che erano intorno a lui, al momento dell’attentato, scappano senza chiamare i soccorsi, le auto che passano lungo la strada fanno marcia indietro appena lo vedono. Mohamed Ba sembra essere diventato invisibile: una di quelle tante vittime senza volto né nome di cui ogni giorno leggiamo sui giornali.
Lo spettacolo racconta la situazione dei migranti in modo sincero e diretto. Non si fanno sconti alle ingiustizie e agli orrori provocati dal razzismo e dalla xenofobia. Le parole di Mohamed Ba, tuttavia, non comunicano rabbia, ma invitano gli uomini alla conoscenza e al rispetto: ‹‹Chi non conoscete è come un libro che non avete ancora letto; sarebbe sciocco privarsi di questa lettura››.
Gli oggetti che compongono la scenografia rievocano una spiaggia. Il suono delle onde del mare addolcisce il ritmo della narrazione, che passa da un racconto all’altro, alternando ironia e denuncia sociale. La performance procede in un’atmosfera quasi onirica. Tutto ciò che si racconta sul palco, però, non è sogno bensì realtà. L’obiettivo di Mohamed Ba è riuscire a renderla finalmente visibile agli occhi di tutti.“Non avere altro io all’infuori di te; Non nominare la nazionalità degli altri invano; Non testimoniare sulla cultura degli altri se non ne sai niente o per sentito dire; Non imporre la tua cultura agli altri, confrontati con loro; Non rubare la parola ai nuovi compagni, impara ad ascoltare; Onora la memoria dei nonni, dei fondatori della tua città, e raccontala ai nuovi compagni; Onora e rispetta le culture e le loro feste presenti nella tua città; Non desiderare solo la tua cultura, rischi la solitudine e l’arretratezza mentale; Non desiderare solo la cultura degli altri perché rischi di far morire la tua; e Non uccidere le differenze culturali perché sono la bellezza dell’umanità”.
Mohamed Ba ha anche scritto un suo primo libro (Editrice San Paolo, 2013) in cui racconta l’odissea di un popolo alla disperata ricerca di un tamburo. La siccità non lascia tregua: nessuna goccia di pioggia ammorbidisce il terreno secco della mitica Jolof, terra africana densa di racconti e incrocio di popoli e il giovane Amed si vede affidare una missione importante: dovrà partire per l’Occidente alla ricerca del tamburo magico, capace di invocare la pioggia e interrompere l’arsura. Ma Amed non è il primo a partire: un gruppo di giovani ha tentato l’impresa e non ha mai fatto ritorno. Tra Francia e Italia, tra momenti spassosi e altri di intensa drammaticità, questa vicenda si legherà a doppio filo ai problemi della convivenza tra popoli diversi, fino a costituire una vera e propria fiaba di riconciliazione.
11042016