Alfonso Indelicato: poesia sui profughi in arrivo
Dammi o Signore un prete
Dammi, o Signore,
un prete che non sia fine teologo,
ardito di versetti chiosatore,
discepolo di Kung e Maritain.
Dammelo ti prego
che indossi la talare
e non il maglioncino con la zip,
che non sfili in corteo
che non arringhi piazze esagitate,
che non conceda l’Ostia al transessuale,
se non pentito.
Dammi o Signore un prete
che sia come quel prete
che bimbi all’oratorio ci chiedeva:
“Chi è Dio?” e noi rispondevamo
recitando a memoria il Catechismo.
Dammi un umile prete
che dica verità di nostra fede
come le han dette sempre:
non voglio un nuovo prete
col vezzo di sfiorare l’eresia
e con i confratelli gareggiare,
facendo sul Vangelo la sua glossa,
a quello che la sparerà più grossa.
E’ vero che da qualche tempo in qua
vige il “liberi tutti” nella Chiesa,
ma non liberi tanto, o mio Signore,
che il bene come il male abbia il sapore.
E infine dammi un prete
che s’accontenti di quei comandamenti
che Tu desti sull’Oreb:
dieci son già gravosi
per nostra vulnerata umanità,
perché codesto undecimo si aggiunga:
“Apri i confini, riempi d’Asia e d’Africa l’Italia,
rinnega la tua antica civiltà”.Alfonso Indelicato
16052017